Operazione Crisalide, ribaltata la posizione di Giovanni Paladino: dall'assoluzione alla condanna a 4 anni

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Lamezia Terme - Condannato a 4 anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici per 5 anni con l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso. Si ribalta in appello la posizione di Giovanni Vincenzo Paladino, assolto in primo grado e ieri condannato dai giudici di Catanzaro nel processo Crisalide in abbreviato.

Paladino, medico e padre dell'ex vicepresidente del consiglio Giuseppe condannato a sei anni con rito ordinario, secondo le accuse che gli sono state mosse dalla procura nell'immediatezza dell'operazione Crisalide in vista delle elezioni, sarebbe entrato in contatto con le cosche in cambio di sostegno elettorale in occasione delle amministrative del 2015, sulla quale però gli inquirenti avevano avviato un'attività di monitoraggio e controllo poi scaturita nella maxi operazione Crisalide più volte citata negli atti del terzo scioglimento del Consiglio comunale di Lamezia Terme.

Giovanni Paladino era stato assolto in primo grado con formula “perché il fatto non sussiste” ma ora secondo i giudici di Catanzaro ritrovano consistenza le accuse degli investigatori, che avevano inserito tra gli elementi di riscontro diverso materiale video ed audio sui presunti contatti tra i Paladino e Antonio Miceli (ritenuto dagli inquirenti nuovo reggente del clan e la cui condanna a 20 anni è stata ieri confermata in abbreviato).

Diversi i monitoraggi effettuati e allegati all'epoca agli atti dell'inchiesta: ad esempio il 21 marzo 2015 padre e figlio avrebbero lasciato insieme un bar di via dei Bizantini e sarebbero saliti sull’autovettura di Miceli che era monitorata sia con cimici che tramite Gps. I tre, stando alle suddette rilevazioni, sarebbero giunti nel “fortino” dei Torcasio. Il dottore Paladino, così come intercettato, inizialmente sembra sospettare un possibile monitoraggio da parte delle forze dell’ordine ed una volta entrato nel piazzale dei Torcasio avrebbero chiesto a Miceli: “...qua avete visto se ce ne sono telecamere?”… Miceli di contro sembra rassicurare il medico: “... no, qua non ce ne sono... siamo tranquilli”. La sentenza di ieri modifica non solo la posizione di Paladino ma diverse determinazioni del primo grado - tra nuove condanne, assoluzioni e modifiche delle pene - aggiungendo così un nuovo capitolo giudiziario a un'operazione che ha segnato il destino della città.

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