Catanzaro – Una rete per alterare l’assegnazione delle case popolari. È questo il quadro tratteggiato dagli inquirenti e dagli investigatori nel corso della conferenza stampa relativa all’operazione che oggi ha portato la procura di Catanzaro a eseguire otto misure cautelari (due in carcere e sei agli arresti domiciliari) tra cui un consigliere comunale di opposizione a Catanzaro, funzionari pubblici dell’Aterp e componenti della polizia municipale. “Si tratta di un’ordinanza – ha spiegato il procuratore capo facente funzioni di Catanzaro Vincenzo Capomolla, che a breve andrà a guidare la procura di Cosenza, per far posto a Catanzaro al procuratore Salvatore Curcio – relativa a una serie di ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione, e in particolare la gestione illecita delle risorse dell’edilizia pubblica, delle case popolari e della risposta alla domanda abitativa da parte dello Stato”. Nell'inchiesta sono indagati in stato di libertà due componenti la Polizia municipale per i quali è stata disposta la misura interdittiva così come per una dipendente Aterp nell'ufficio di Lamezia Terme.
“Su questo ambito – ha spiegato nel corso della conferenza stampa - sono investite importanti risorse pubbliche che dovrebbero essere indirizzate a chi ne ha effettivamente bisogno e non alterando i criteri di assegnazione sulla base di logiche privatistiche. Siamo ancora nella fase preliminare delle indagini, per cui gli indizi di colpevolezza dovranno essere vagliati nel contraddittorio delle parti. Sono coinvolti funzionari pubblici e soggetti della comunità rom, i pubblici ufficiali avevano il compito di gestire il patrimonio residenziali e invece avrebbero organizzato in modo illecito l’assegnazione delle case, eludendo la normativa, a fronte di benefici economici che ottenevano in cambio. E’ coinvolto un amministratore pubblico che non aveva una funzione in Aterp ma avrebbe svolto una funzione di raccordo fra gli uffici e i destinatari di questi benefici. Un’indagine importante che è stata svolta dalle forze dell’ordine”.
“È stato portato alla luce il cosiddetto sistema Aterp – ha spiegato il procuratore aggiunto Giulia Pantano – un sistema truffaldino fondato su una serie di ipotesi di reato come se l’Aterp fosse una normale agenzia immobiliare. Quello che ci ha colpito e ci ha indirizzato nelle indagini è che vi era un numero di alloggi molto elevato che venivano occupati abusivamente e non vi era mai stata una denuncia da parte dell’Aterp. I legittimi assegnatari a volte erano in mora, ovvero non pagavano i canoni, e a ciò non seguiva alcuna decadenza; ancora abbiamo registrato diversi cambi alloggi ma non erano mai stati formalizzati secondo le norme previste da legge. Abbiamo registrato un vero e proprio mercato delle case popolari”. Il questore di Catanzaro, Giuseppe Linares, si è soffermato sulla grande sinergia fra le forze dell’ordine per l’esecuzione delle indagini e sulle ricadute sociali della gestione illegale degli alloggi popolari. Mentre Giuseppe Mazzullo, comandante provinciale dei Carabinieri di Catanzaro, ha aggiunto: “è stato disvelato un sistema parallelo all’interno del quale dipendenti suggerivano prassi errate per bypassare le procedure”.
B. M.
I NOMI
in carcere
Gianluca Bevilacqua
Vincenzo Celi
ai domiciliari
Sergio Costanzo
Domenico Albino
Domenico Bevilacqua
Sandro Veraldi Gironda
Concetta Raffa
Manlio Severino
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