Operazione Chaos: irregolarità su lavori Salerno-Reggio Calabria, 9 arresti e sequestro beni per oltre 12 milioni - I NOMI

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Vibo Valentia - Cinque funzionari dell'Anas agli arresti domiciliari e quattro imprenditori in carcere. Questi i risvolti dell'operazione "Chaos" della Procura di Vibo Valentia che ha coordinato un'inchiesta del comando provinciale della Guardia di finanza vibonese su presunte irregolarità nell'esecuzione dei lavori di ammodernamento dell'autostrada A/2 del Mediterraneo (ex A/3 Salerno-Reggio Calabria). Secondo l'accusa, nel tratto autostradale fra gli svincoli di Serre e Mileto sarebbe stata messa in piedi una truffa attraverso una serie di falsi ideologici riguardante sia il materiale usato per i lavori sia i mancati controlli. Dalle prime ore della giornata odierna, infatti, è stata messa a segno, in varie regioni d’Italia, un’operazione della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, con esecuzione di arresti e sequestri di beni, nell’ambito di indagini su irregolarità nei lavori di ammodernamento del tratto autostradale in questione. 

L’operazione rappresenta lo sviluppo dell’indagine che, nel maggio dello scorso anno, ha portato al sequestro preventivo del tratto autostradale interessato e di aree e strade provinciali limitrofe interessate da un serio rischio idraulico/idrogeologico, mai considerato in nessuna fase di progettazione, con conseguente configurabilità del reato di crollo/disastro doloso, nonché al sequestro di somme di denaro per oltre 400.000 euro, corrispondenti all’illecito profitto dei reati di truffa e falso commessi dalle imprese esecutrici dei lavori attraverso la formazione di documentazione che attestava falsamente l’avvenuto smaltimento di rifiuti speciali di lavorazione (in realtà mai avvenuto). Dalle indagini sull’esecuzione dei lavori di ammodernamento affidati in Appalto dall’Anas per un importo di circa 61 milioni di euro, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia - Bruno Giordano – e dal Sostituto Procuratore, Benedetta Callea, ed eseguite dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, è emerso il quadro di diffuse irregolarità, estrinsecatesi attraverso vari episodi di truffa e frodi nelle pubbliche forniture; false certificazioni di lavori mai effettivamente eseguiti, eseguiti solo in parte o eseguiti in grave difformità rispetto alle previsioni contrattuali; alterazioni della contabilità lavori; omissioni, da parte degli organi della Stazione Appaltante, di verifiche e controlli. Il tutto finalizzato all’indebito arricchimento degli operatori economici aggiudicatari dell’appalto, che secondo quanto sinora emerge dagli accertamenti, avrebbero lucrato somme non dovute per un importo di 12.756.000 euro. Le indagini hanno fatto emergere anche l’esecuzione di opere potenzialmente pericolose per la sicurezza pubblica.

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Tra indagati imprenditori e funzionari Anas

Alle persone indagate, complessivamente quindici, tra responsabili di imprese operanti nel settore dei lavori autostradali, dipendenti di dette imprese e funzionari dell’Anas, vengono contestate, a vario titolo, le ipotesi di reato di Truffa aggravata ai danni di Ente pubblico, Frode nelle pubbliche forniture, Falso ideologico in atto pubblico, Attentato alla sicurezza dei trasporti e Abuso d’ufficio. Nove sono le ordinanze di custodia cautelare eseguite nei confronti di altrettanti indagati, di cui 4 imprenditori e 5 funzionari/dipendenti Anas, su provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, su richiesta della Procura.

Nell’ambito dell’operazione inoltre, sempre in base al provvedimento del Gip, si procede anche al sequestro di beni per un valore di 12.756.281,29 euro, corrispondente al profitto dei reati contestati. I destinatari del provvedimento di sequestro sono tre imprese che hanno preso parte alla realizzazione dei lavori oggetto di indagine, nonché, a titolo personale, i relativi amministratori/rappresentanti legali.  Alle tre imprese coinvolte nell’indagine il Giudice ha applicato una misura interdittiva ai sensi del Decreto Legislativo 231/2001, che vieta alle stesse, per la durata di un anno, di stipulare contratti con qualsiasi Pubblica Amministrazione.

I NOMI

Custodia cautelare in carcere:

  • Gregorio Cavalleri, 66 anni, imprenditore residente a Dalmine (Bg)
  • Domenico Gallo, 61 anni, imprenditore di Bovalino
  • Vincenzo Musarra, 64 anni, rappresentante legale ditta Cavalleri, di Verdello (Bg)
  • Carla Rota, 55 anni, responsabile amministrativa della ditta Cavalleri, di Alme' (Bg)

 

Agli arresti domiciliari:

  • Salvatore Bruni, 41 anni, direttore operativo-contabile, di Catanzaro
  • Antonino Croce, 37 anni, geometra, ispettore di cantiere, di Palermo
  • Consolato Cutrupi, 46 anni, funzionario Anas, Rup dei lavori, di Reggio Calabria
  • Vincenzo De Vita, 45 anni, direttore operativo "qualita' materiali", di Tropea
  • Giovanni Fiordaliso, 47 anni, direttore dei lavori sul tratto di autostrada interessato dall'inchiesta, di Reggio Calabria

 

Il gip, Gabriella Lupoli, ha anche emesso misure interdittive per tre aziende: la Cavalleri Ottavio Spa (in liquidazione e concordato preventivo), la Cavalleri Infrastrutture srl e la Vgf Unipersonale srl.

Procura Vibo: "Scoperchiato vaso di Pandora" 

"E' un'indagine complessa che ha finito per scoperchiare un vaso di Pandora grazie ad analisi tecniche sui materiali usati per i lavori di ammodernamento dell'autostrada, nel tratto fra Mileto e Rosarno, che sono risultati scadenti grazie ad una serie di falsi operati da chi aveva il compito di vigilare. L'inchiesta della Guardia di Finanza ha cosi' portato alla luce un rapporto patologico fra funzionari dell'Anas e titolari delle imprese appaltatrici". Lo hanno detto il nuovo procuratore di Vibo Valentia, Bruno Giordano ed il pm titolare dell'indagine, Benedetta Callea nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Vibo. "Un'inchiesta partita nel dicembre del 2015 - ha spiegato il sostituto procuratore - e che aveva gia' portato al sequestro di alcuni viadotti e di una galleria". La stessa dove avevano poi perso la vita nel marzo del 2016 quattro ragazzi di Gioia Tauro. "Rispetto alla prima fase - ha spiegato il pm - sono emersi nuovi reati ed un meccanismo fraudolento, tanto che viene contestata la frode nelle pubbliche forniture. Inoltre i formulari che attestavano lo smaltimento dei rifiuti del materiale di risulta sono risultati falsi". Sulla percorribilita' del tratto autostradale interessato dall'indagine, il procuratore Bruno Giordano e il comandante provinciale della Gdf di Vibo, Carmelo Pallaria, hanno sottolineato la presenza "di un rischio concreto ma non attuale" e quindi di autostrada "da percorrere con la giusta prudenza".

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