Reggio Emilia - La stampa potrà rimanere in aula e i volontari dell'associazione Agende Rosse potranno trascrivere sulla loro pagina Facebook i contenuti delle udienze, così com'è avvenuto per il processi Aemilia. Così ha deciso oggi la Corte d'Assise di Reggio Emilia nelle prime battute del processo che vede al centro i due omicidi di 'ndrangheta avvenuti nel 1992 nella frazione di Pieve Modolena e nel comune di Brescello (nella Bassa reggiana). I giudici hanno dunque rigettato la richiesta del boss imputato Nicolino Grande Aracri e delle difese di impedire la pubblicazione 'in diretta' del processo; fatto che, a loro avviso, avrebbe potuto influenzare i testimoni e inficiare l'esito del 'giusto processo'. "Nessuna norma consente alla Corte di limitare l'uso di dispositivi elettronici in aula o limitare l'accesso ai social network da parte del pubblico", hanno scritto i giudici nel dispositivo. Inoltre, "il potenziale condizionamento si dimostra privo di fondamento - ha proseguito la Corte - infatti la garanzia di genuinità della prova risiede nell'esame incrociato delle parti". Autorizzate inoltre le riprese audio e video delle udienze, purché non trasmesse in diretta.
Le vittime, cadute nella cruenta guerra degli anni Novanta fra clan tra la Calabria e il Nord Italia, furono il 33enne Nicola Vasapollo, ucciso il 21 settembre 1992 in città, e Giuseppe Ruggiero, 35 anni, colpito da un commando di killer travestiti da carabinieri il 22 ottobre seguente, nella casa del paese di don Camillo e Peppone dove era agli arresti domiciliari. A far riaprire i due 'cold case' sono state, durante il processo Aemilia, le parole del collaboratore di giustizia Antonio Valerio. Imputati dei delitti di 27 anni fa sono oggi il boss Nicolino Grande Aracri, Angelo Greco detto 'Linuzzo', Antonio Lerose detto 'il bel Renè' e Antonio Ciampà detto 'coniglio'. Altri due imputati hanno scelto il rito abbreviato e sono già stati condannati: si tratta dello stesso Antonio Valerio e di Nicolino Sarcone, considerato il capo della autonoma cosca emiliana collegata ai Grande Aracri. Per gli stessi delitti, Raffaele Dragone e Domenico Lucente sono stati condannati all'ergastolo nel 1997, mentre uno degli assassini che sparò materialmente a Vasapollo, Antonio Macrì detto 'topino', è stato vittima della 'lupara bianca' in Calabria.
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