Reggio Calabria - Beni per un valore di 13 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria, a seguito di una proposta di applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale formulata dal direttore della D.I.A., Arturo De Felice, nei confronti di Nicola Romano, di 65 anni di Antonimina, operaio forestale, ma che di fatto svolgeva l’attività di imprenditore, occupandosi delle imprese di famiglia, gestendo direttamente la realizzazione di opere pubbliche ed il taglio boschivo, e legato con la famiglia mafiosa dei Cordì attiva a Locri.
In particolare, Nicola Romano ha rivestito un ruolo di primissimo piano in qualità di capo del “locale” di Antonimina, e questo è emerso dall’operazione denominata “Saggezza” dell’ottobre 2012, condotta dai carabinieri di Reggio Calabria. Nell’ambito dell’operazione sfociata con l’esecuzione, il 14 novembre 2012, dell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Reggio Calabria nei confronti di 33 soggetti, Nicola Romano è risultato imputato dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, intestazione fittizia di beni ed altro. Romano, oltre ad essere “capo del locale di Antonimina” è risultato svolgere il ruolo apicale di “capo consigliere” della “Sacra Corona”, struttura criminale con a capo Vincenzo Melia, 85enne, che operava ad Antonimina, Ciminà, Ardore, Cirella di Platì e Canolo, tutti Comuni nella fascia ionica della provincia reggina. La “Sacra Corona” vantava legami criminali con gli esponenti criminali delle principali famiglie mafiose della provincia reggina, quali i Commisso di Siderno, i Cordì di Locri, i Pelle di San Luca, gli Aquino di Marina di Gioiosa Jonica, i Vallelunga di Serra San Bruno, i Barbaro di Platì, gli Ietto di Natile di Careri, i Primerano di Bovalino e con personaggi di assoluto spessore criminale all'interno della 'ndrangheta, quali, tra gli altri, Maesano Giovanni e Triipodo Antonino. Nicola Romano, avvalendosi della collaborazione di altri soggetti a lui legati anche da vincoli parentali si è garantito, attraverso le ditte di cui è risultato essere effettivo titolare, l’accaparramento di lavori nel settore dell’edilizia pubblica nella zona della cosca di riferimento. Inoltre, Romano, in merito alle accuse mossegli nell’operazione Saggezza, è stato rinviato a giudizio con decreto del 3.10.2013 del Gip di Reggio Calabria per 35 capi di imputazione.
Il Tribunale di Reggio Calabria lo ha ritenuto “soggetto socialmente pericoloso sia perché gravemente indiziato di appartenenza alla ‘ndrangheta che soggetto abitualmente dedito a traffici delittuosi e che vive in tutto o in parte dei proventi illeciti”. Le indagine hanno portato alla luce le modalità di acquisizione del patrimonio societario e personale riconducibile a Romano, il quale negli ultimi anni aveva incrementato in modo esponenziale la propria attività con l’accaparramento di numerose commesse pubbliche non solo in Calabria, ma anche in tutto il territorio nazionale e nel Nord Italia, in particolare agevolando, oltre che le proprie, anche le aziende del genero Massimo Siciliano, colpito nell’operazione Saggezza ed i cui beni aziendali sono stati sequestrati con provvedimento emesso dalla Sezione Misure Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, sempre su proposta del direttore della DIA, dal Centro Operativo DIA di Reggio Calabria, nel mese di aprile. Gli accertamenti evidenziavano un’evidente sproporzione tra gli investimenti effettuati dal Romano rispetto alle risorse lecite di cui poteva disporre lo stesso unitamente al proprio nucleo familiare.
Con il provvedimento adottato a carico di Romano sono stati sequestrati beni per un valore di 13 milioni di euro, tra cui figurano, in particolare: l’intero patrimonio aziendale della “Ditta Individuale LA RADICA DI FAZZARI TERESA”, con sede a Antonimina, esercente attività di fabbricazione di prodotti in legno; l’intero patrimonio aziendale e intero capitale sociale della “DUE MONTI LEGNAMI Srl”, con sede a Antonimina, esercente attività di commercio all’ingrosso di legnami; l’intero patrimonio aziendale e intero capitale sociale della “M.A.R. Srl uni personale”, con sede a Antonimina attiva nel settore produzione calcestruzzo; l’intero patrimonio aziendale della “Ditta Individuale LE VIE DEL LEGNO DI POLLIFRONI Carmine”, con sede a Antonimina, esercente attività di industria boschiva e di coltivazione ortaggi, colture olivicole e cerealicole; 47 immobili, tra cui circa 31 appezzamenti di terreno per un’estensione complessiva di 22 ettari di terreno coltivato, 7 appartamenti per civile abitazione, un capannone adibito a stabilimento industriale di circa 900 mq, diversi magazzini e fabbricati rurali; disponibilità finanziarie aziendali e personali in fase di quantificazione.
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