'Ndrangheta: Blitz Polizia-Fbi, arresti in Italia e Usa

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Roma - Centinaia di uomini della Polizia e dell'Fbi stanno eseguendo in diverse regioni italiane e negli Stati Uniti una serie di arresti e fermi nei confronti di soggetti legati alla 'Ndrangheta e a famiglie mafiose americane responsabili, secondo le accuse, di un traffico internazionale di droga. In corso anche decine di perquisizioni.

Gli arresti e i fermi sono stati eseguiti dagli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato nelle province di Reggio Calabria, Napoli, Caserta, Torino, Benevento, Catanzaro e a New York negli Stati Uniti. L'inchiesta, denominata 'New Bridge' e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria, avrebbe consentito di scoprire e disarticolare un'organizzazione che fa capo alle 'ndrine della Ionica calabrese e che operava fra Italia, Stati Uniti, Canada, Centro e Sud America, in stretto contatto con famiglie mafiose americane e narcos sudamericani. Le accuse, ipotizzate a vario titolo nei confronti dei presunti appartenenti all'organizzazione, vanno dall'associazione a delinquere di stampo mafioso all'associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, dallo spaccio al riciclaggio e altri reati. Uno degli arrestati nel blitz tra Italia e Usa "si vantava di far parte di un gruppo criminale bene armato, con una 'base' paragonabile a Fort Knox", la sede della Banca federale degli Stati Uniti. Lo scrivono i magistrati calabresi nel decreto di fermo emesso nei confronti di 18 persone, facendo riferimento ad una conversazione avvenuta a New York lo scorso 17 gennaio tra Raffaele Valente, considerato al vertice dell'organizzazione americana assieme a Lupoi, e altri due soggetti fino ad allora sconosciuti. Nel corso della conversazione, scrivono i magistrati, "Valente parlava delle proprie attività in America, evidenziando la sua autorevole posizione in seno 'alla famiglia'". In questo contesto, l'uomo "diceva chiaramente che vi erano con lui soggetti che avrebbero potuto 'schiacciare sotto i piedi' gli altri e che la famiglia era composta da 7/8 elementi". Ma non solo: "Valente si vantava - proseguono i pm - di far parte di un gruppo criminale bene armato e che la loro base era paragonabile a Fort Knox". Inoltre, "accennava di essere al vertice di un sodalizio criminale che si riconosceva nell'effige di San Michele Arcangelo (il santo protettore della 'Ndrangheta, nda), i cui adepti erano tenuti a portare un anello particolare come simbolo di riconoscimento". Si tratta, concludono i pm, di una conversazione di "formidabile apporto probatorio per tutta una serie di riferimenti fattuali (le armi, il numero di adepti, il sentimento di timore che incutevano, il ricorso ai pestaggi) e simbolici (l'anello, San Michele Arcangelo)".

Arrestati legati a famiglia Gambino e fermati anche esponenti di spicco 'ndrine Ursino-Simonetta

Alcuni degli arrestati a New York dalla Polizia e dall'Fbi avevano legami con la storica famiglia mafiosa dei Gambino. Tra i fermati in Italia vi sarebbero, invece, anche soggetti legati alle famiglie Ursino e Simonetta, capi di una potente 'ndrina della ionica calabrese, in stretto contatto con i soggetti bloccati negli Usa. In particolare, a New York sono stati arrestati Franco Lupoi e Raffaele Valente, considerati dagli investigatori italiani e americani elementi centrali dell'inchiesta e punto di raccordo tra le cosche calabresi e gli esponenti della famiglia Gambino. In Italia è invece stato fermato Nick Tamburello, soggetto con diversi precedenti penali e ritenuto contiguo ai Gambino, espulso dagli Stati Uniti nella primavera del 2013. Secondo quanto accertato nel corso di quasi due anni d'indagine, vi era una rete di contatti, trattative e collegamenti tra esponenti della famiglia Gambino, del clan Ursino e dei cartelli dei narcos del centro e del sud America, finalizzata ad un'imponente traffico di cocaina. In particolare, secondo l'accusa, Lupoi sarebbe stato il tramite tra i Gambino e le ndrine jonico-reggine, per l'apertura di un canale di traffico di cocaina tra il Sud America e il porto di Gioia Tauro.

Arrestato anche boss Francesco Ursino

Nel blitz sono stati arrestati anche Francesco Ursino, considerato a capo dell'omonima cosca di Gioiosa Ionica e figlio del boss Antonio, già in carcere, e Giovanni Morabito, nipote del boss Giuseppe detto 'u' tiradrittu', storico padrino della cosca egemone nella zona ionico-reggina, detenuto anche lui.

26 i provvedimenti, 40 indagati tra Italia e Usa

Sono complessivamente 26 i provvedimenti restrittivi destinati a soggetti in Italia e negli Stati Uniti nell'ambito del blitz congiunto tra Polizia e Fbi. Otto sono destinati a persone residenti negli Stati Uniti, dove si trova un team di funzionari del Servizio centrale operativo della Polizia, mentre 18 riguardano soggetti in Italia, dove stanno operando anche uomini dell'Fbi. Oltre 40 le persone indagate.

L'indagine che ha portato al blitz di oggi nasce due anni fa grazie alla collaborazione tra la polizia italiana e le autorità americane, resa possibile dal protocollo tra Italia e Stati Uniti in base al quale è previsto lo scambio di investigatori esperti nella lotta alle organizzazioni mafiose. Secondo gli inquirenti, l'organizzazione puntava all'apertura di un nuovo canale per il traffico di droga e il riciclaggio. L'operazione - sotto il coordinamento del procuratore di Reggio Federico Cafiero De Raho, dall'aggiunto Nicola Gratteri e del pm Paolo Sirleo per l'Italia, e dell'Eastern District di New York per gli Usa - ha visto l'impiego di agenti sotto copertura dello Sco e dell'Fbi, che hanno consentito di sequestrare oltre otto chili di droga a New York e Reggio Calabria. Per la polizia, i profili internazionali dell'inchiesta sono stati curati dalla Direzione centrale per i servizi antidroga e dal Servizio cooperazione internazionale di Polizia.

Droga in barattoli frutta destinata Gioia Tauro

La cocaina proveniente dal Sud America sarebbe dovuta arrivare al porto di Gioia Tauro, nascosta in barattoli di frutta: è quanto hanno accertato le indagini dello Sco, della squadra mobile di Reggio Calabria e dell'Fbi che hanno portato al blitz di oggi. La spedizione della droga, secondo quanto è stato ricostruito, avrebbe dovuto avvenire dalla Guyana: la cocaina, in forma liquida, avrebbe dovuto essere nascosta all'interno di barattoli di ananas o cocco e così spedita a Gioia Tauro. Lo stratagemma è stato scoperto a novembre scorso quando un carico di oltre 70 chili di cocaina, nascosti in forma liquida proprio in scatole di ananas prodotte da una società della Guyana, è stato sequestrato a bordo di un mercantile in Malesia. La droga, secondo quanto accertato dalle indagini, era riconducibile allo stesso cartello sudamericano che avrebbe dovuto spedire 6-700 kg di cocaina in Calabria e che stava già trattando con alcuni degli arrestati nel blitz di oggi.

Nel 2008 i clan palermitani oggi la ‘ndrangheta

Il blitz della Polizia e dell' Fbi è la prosecuzione dell'operazione del 2008 che fu chiamata "Old Bridge" - anche quella condotta in collaborazione tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e il Federal Bureau of Investigation - e che svelò le connessioni nel traffico di droga tra le famiglie mafiose siciliane e quelle oltreoceano. Quasi sei anni dopo, però, al posto dei clan palermitani è subentrata la 'ndrangheta che si conferma l'organizzazione criminale italiana più potente e l'unica in grado di trattare direttamente con i cartelli sudamericani. L'indagine, sottolineano inoltre gli investigatori, dimostra proprio la forza dei cartelli calabresi e le mire espansionistiche delle 'ndrine, che puntano a trovare nuovi alleati per 'allargare' il proprio mercato. Con l'operazione Old Bridge la polizia e l'Fbi ruppero l'alleanza fra le famiglie mafiose palermitane collegate a Salvatore Lo Piccolo e appartenenti alla famiglia Gambino di New York, la stessa con cui erano in 'affari' alcuni degli arrestati di oggi. Nel febbraio di 6 anni fa furono arrestati, con le accuse di associazione mafiosa, omicidio, estorsioni e altri gravi reati, una ottantina di persone. Le indagini accertarono, in particolare, i legami tra Cosa Nostra americana e gli esponenti delle famiglie del mandamento di Passo di Rigano - Boccadifalco, storica emanazione negli Usa di Cosa Nostra siciliana. E proprio negli Stati Uniti trovarono rifugio diversi mafiosi palermitani, tra cui gli Inzerillo, che riuscirono a scappare alla mattanza messa in atto dai Corleonesi di Toto Riina negli anni ottanta.

“Ponte” Calabria-Usa per soppiantare Cosa Nostra

Un ponte tra la Calabria e gli Stati Uniti, per consentire alle 'ndrine e alle famiglie mafiose americane di aprire un nuovo canale per il traffico di droga tra le due sponde dell'oceano. Era questo, secondo quanto si apprende, l'intento dell'organizzazione scoperta dalla Polizia e dall' Fbi, che ha portato al blitz. Secondo inquirenti e investigatori l'organizzazione puntava a conquistare, nel tempo, il posto occupato per anni dai clan di Cosa Nostra.

Gratteri in Usa per coordinare operazione

Anche il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, é a New York per coordinare di persona le indagini che hanno portato all'operazione contro la 'ndrangheta tra Italia e Usa. La collaborazione tra la magistratura italiana e quella americana è stata alla base degli arresti di oggi.

REAZIONI

Grassi (Sco): Boss Lupoi in Italia con amante, “Storia a luci rosse ha aiutato indagini”

Anche una storia "a luci rosse" ha aiutato la polizia italiana a stroncare la pericolosa alleanza Cosa Nostra americana-'Ndrangheta calabrese. Il pericoloso boss di Cosa Nostra a New York, Frank Lupoi, l'estate scorsa, decide di venire in Italia. La polizia italiana che, insieme al Fbi, da tempo ha 'attenzionato' i legami tra i Gambino e le famiglie criminali calabresi Ursino e Simonetta, si mette sulle tracce del boss, sicura di scoprire nuovi particolari e prove del sodalizio. Lupoi, invece, è venuto in Italia con la sua amante polacca raccontando alla moglie calabrese, lasciata in America, che era in Italia per 'lavoro', per coltivare rapporti sempre più stretti con la 'Ndrangheta. La storia, ascoltata dagli uomini dello Sco che da due anni intercettano i protagonisti del sodalizio fornisce comunque elementi utili alle indagini. “Indagini lunghe e complesse - spiega da New York Andrea Grassi, direttore della divisione crimine organizzato dello Sco - che sono partite oltre due anni fa e hanno avuto anche dei momenti di crisi, come quando in Malesia fu sequestrato un carico di 80 chili di cocaina destinata al porto di Gioia Tauro, un trasporto che doveva servire a testare l'organizzazione del traffico. L'obiettivo infatti era il trasferimento di un carico di 500 chilogrammi di cocaina per un affare di oltre 5 milioni di euro”. Il sodalizio tra mafia americana e la criminalità organizzata calabrese, che godeva di coperture da parte di piccole imprese locali a Gioiosa Ionica che fingevano di importare ananas e cocco in scatola, “dimostra - spiega ancora Andrea Grassi - la grande e pericolosa autorevolezza della 'ndrangheta nel mondo”.

Alfano: “Raggiunti risultati in azione contrasto”

Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, si è complimentato con il Capo della Polizia, Alessandro Pansa, per l'operazione antimafia di oggi. “Un'attività svolta congiuntamente dalla nostra Polizia di Stato e dall'Fbi che conferma l'impegno e la qualità dei risultati raggiunti nell'azione di contrasto alle più pericolose forme di associazioni criminali di stampo mafioso. Si è così destrutturata una pericolosa nuova alleanza mafiosa, stroncata dalla tenacia investigativa delle donne e degli uomini del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato italiana, con la Squadra Mobile di Reggio Calabria, capaci di individuare anche oltre oceano le attività criminali di una delle più note famiglie mafiose statunitensi e di pericolosi personaggi della ‘ndrangheta". Alfano, oltre a complimentarsi con il capo della Polizia ha voluto estendere la propria soddisfazione anche alle forze dell'ordine dell'Fbi e ai magistrati, italiani e statunitensi, che hanno coordinato l'operazione internazionale. In particolare, il ministro Alfano si è congratulato con il procuratore di Reggio Calabria, Cafiero De Raho.

Bindi: "Decisivo colpire alleanze internazionali" 

"Esprimo grande apprezzamento per gli importanti risultati dell'operazione congiunta tra Polizia di Stato e FBI che ha permesso di stroncare il patto criminale tra mafia statunitense e 'Ndrangheta calabrese per il controllo del traffico internazionale di droga - dichiara Rosy Bindi, Presidente della Commissione nazionale Antimafia. Come in altre preziose indagini a cominciare da quelle sviluppate negli anni ottanta contro Cosa Nostra la collaborazione tra Italia e Stati Uniti e il paziente lavoro d'indagine delle procure antimafia di New York e di Reggio Calabria si conferma strumento fondamentale di contrasto della dimensione centrale e globale acquisita dalla 'Ndrangheta nel mercato globale degli stupefacenti, fonte primaria di acculturazione di ricchezze illecite reinvestite e impiegate anche nell'economia legale.  Si combattono le nuove forme di criminalità continuando a tagliare le gambe, alle attività che storicamente hanno costruito la fortuna dei poteri mafiosi, come è stato fatto con l'operazione New Bridge. Ringrazio la Direzione nazionale Antimafia, con il procuratore Roberti, la Dda di Reggio Calabria, con i procuratori Cafiero de Raho e Gratteri, e il Capo della Polizia, prefetto Pansa per le competenze, le professionalità e della tenacia messe in campo in questa delicata e complessa operazione".

Roberti: "Brillante e straordinaria operazione"

Il blitz della Polizia e dell'Fbi è una brillante e straordinaria operazione contro organizzazioni criminali ai massimi livelli del traffico internazionale di droga - ha detto il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti commentando l'operazione contro cosche della 'ndrangheta ed esponenti della famiglia mafiosa dei Gambino di New York. Questa è un'operazione che ha ben pochi precedenti nel contrasto al traffico internazionale di droga".

Usa, colpito cuore criminalità internazionale

"Con questa operazione abbiamo colpito il cuore della criminalità organizzata internazionale". Così il procuratore federale di Brooklyn Marshall Miller ha commentato nel corso di una conferenza stampa a Roma il blitz della Polizia e del Fbi. "Volevano costruire un ponte tra la Calabria e gli Stati Uniti, ma non si sono accorti che esisteva un ponte molto più forte e autorevole, tra le autorità italiane e americane, costruito in decenni di collaborazione".

Gratteri: "Posizione dominante su Cosa nostra"

"Quella odierna è un'operazione importante perchè siamo riusciti a dimostrare, alcuna una volta, tutta la potenza della 'ndrangheta a New York, tanto da essere in posizione dominante rispetto a Cosa nostra - dichiara il Procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, facendo riferimento all'operazione New Bridge contro cosche della 'ndrangheta ed esponenti della famiglia mafiosa dei Gambino".

Presidente Scopelliti rivolge congratulazioni per operazione "New Bridge"

"Desidero rivolgere le mie congratulazioni alle forze dell'ordine che oggi, con la brillante operazione "New Bridge", frutto dell’intensa collaborazione tra investigatori italiani e americani esperti nella lotta alla criminalità di tipo mafioso, hanno compiuto l'azione coordinata dalla Procura di Reggio Calabria e condotta dalla Polizia di Stato italiana e l'FBI americana che ha portato a stroncare un nuovo sodalizio tra criminalità basato su un pericolosissimo traffico internazionale di droga e riciclaggio di denaro”. “Da tempo – ha aggiunto - la mia giunta sta lavorando per avviare a breve un osservatorio permanente dell'UNODC, l'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, a Reggio Calabria dove ha già sede l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Noi dobbiamo dare un segnale alle generazioni future, con la legalità e la giustizia possiamo puntare ad avere sviluppo e crescita ma dobbiamo combattere tutti insieme contro la ‘ndrangheta perché la nostra terra non diventi la base dell’illecito e della criminalità”.

Bianchi: "Grazie alla polizia stroncato traffico droga"

"Un forte plauso alle donne e agli uomini della Polizia italiana e dell'Fbi per il maxi blitz antimafia tra l'Italia e gli Usa che ha consentito di stroncare un imponente asse internazionale sul traffico di droga. Una brillante operazione congiunta che, vista la portata, qualifica ulteriormente l'impegno e la professionalità delle forze dell'ordine contro tutte le forme di criminalita' organizzata". E' quanto dichiara il vice capogruppo Ncd alla Camera, Dorina Bianchi, componente della commissione Antimafia. "Un particolare ringraziamento - prosegue - va alla Dda di Reggio Calabria, con i procuratori Federico Cafiero de Raho e Nicola Gratteri, impegnati quotidianamente nella lotta alla 'ndrangheta che, come dimostrano i fatti odierni, si e' imposta ormai in una posizione dominante nel traffico internazionale di droga". "Un ringraziamento, infine - conclude Bianchi - alla Direzione nazionale antimafia, al Capo della Polizia e ai magistrati italiani e statunitensi che hanno coordinato l'operazione"

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