Truffa fondi Cas migranti, denunciati 3 imprenditori cosentini di una onlus e sequestri

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Cosenza - Malversazione e autoriciclaggio. Denunciati 3 imprenditori cosentini e sequestrati disponibilità finanziarie e beni per 350.000 euro. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza hanno dato esecuzione, infatti, ad un decreto di sequestro preventivo – emesso dal G.I.P. del Tribunale di Cosenza nei confronti dei tre imprenditori – inerente a disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili per un totale di 350 mila euro. In particolare, le indagini di polizia giudiziaria svolte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Cosenza su delega della locale Procura della Repubblica sono state indirizzate a riscontrare, nello specifico, l’utilizzo illegittimo di fondi pubblici erogati ad una Onlus cosentina demandata alla gestione di un “Centro di Accoglienza Straordinaria” (C.A.S.) per cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, ubicato in un Comune della Provincia. Il procedimento è nelle fasi iniziali e, pertanto, gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti fino ad un definitivo accertamento giudiziale.

Dalle indagini eseguite dai Finanzieri è emerso che i tre, appartenenti ad una nota famiglia di imprenditori cosentini, nelle loro rispettive qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione e Rappresentante Legale della Onlus (uno) e consiglieri (gli altri due), avrebbero distratto, nel tempo, dalle finalità pubbliche previste, gran parte delle risorse finanziarie ministeriali, traendone beneficio personale. Di fatto, tra gli anni 2015 e 2020, i tre – mediante artifizi contabili, consistiti nell’artata creazione di scritture e poste di bilancio recanti costi e/o finanziamenti alla Onlus stessa da parte di soci, rivelatisi di fatto inesistenti – avrebbero trasferito indebitamente su conti correnti bancari personali, ovvero intestati ad altre imprese da loro amministrate, circa 350mila euro, integrando le ipotesi di reato di “Malversazione di erogazioni pubbliche” e “Autoriciclaggio”. Tali risultanze hanno consentito alla Procura della Repubblica di Cosenza di formulare ed ottenere dal competente Tribunale l’applicazione dell’odierna misura cautelare reale che, ha riguardato, nello specifico, conti correnti bancari intestati ai tre denunciati e a imprese a loro riconducibili, per il totale complessivo del profitto illecito.

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