Lamezia Terme - Beni per un valore di 500 milioni di euro, riconducibili ad affiliati alla cosca di 'Ndrangheta di Iannazzo di Lamezia Terme, sono stati sequestrati dal nucleo di polizia tributaria di Catanzaro della Guardia di Finanza. Tra i beni sequestrati c'è il centro commerciale "Due mari" di proprietà dell'imprenditore Franco Perri. Il sequestro di beni é stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda del capoluogo. I beni oggetto del provvedimento sono ubicati in varie zone della Calabria e consistono in una lunga serie di beni mobili ed immobili, società e titoli bancari.
Operazione Nettuno, così è stata chiamata l’operazione condotta dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Catanzaro, sia in territorio calabrese che nazionale, mediante l’impiego di circa 200 militari, diretta dalla procura della repubblica – D.D.A. di Catanzaro e che ha portato al sequestro di beni per oltre 500 milioni di euro a soggetti che facevano riferimento alla cosca “Iannazzo”.
Sottoposto a sequestro un ingentissimo patrimonio composto da numerosi beni mobili, immobili, quote societarie, disponibilità finanziarie e da complessi aziendali riconducibili a diverse società:
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39 immobili e 53 appezzamenti di terreno nelle province di Catanzaro e Vicenza;
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25 complessi aziendali dislocati nel territorio calabrese nelle province di Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia e Reggio Calabria;
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27 automezzi intestati e/0 riconducibili ai destinatari del provvedimento;
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25 quote societarie e svariate decine di rapporti finanziari.
Tra le attività commerciali sequestrate, oltre al Centro Commerciale Due Mari, anche i supermercati La Nuova Nave srl con sede a Lamezia, Amantea (Cs) e Decollatura, Ipermercato Midway srl con sede a Lamezia, Peda Calabria Srl di Fuscaldo (Cs) e i supermercati Duep di Reggio Calabria e Catanzaro,i supermercati Perri Srl di Cosenza e la Ap Calzature e accessori di Lamezia.
Il valore complessivo dei beni sequestrati stimabile in 500 milioni di euro, è costituito da rapporti bancari, 53 terreni, 27 autoveicoli/motocicli, 21 quote societarie e 24 complessi aziendali dei quali 17 operanti nella grande distribuzione alimentare.I soggetti destinatari dei sequestri sono Vincenzino Iannazzo, Pietro Iannazzo, Francesco Iannazzo, Antonio Davoli, Giovannino Iannazzo, Adriano Sesto, Antonio Provenzano, Franco Perri.
L'operazione scaturisce da un'intensa attività di polizia giudiziaria di natura economico finanziaria sul conto di vari soggetti ritenuti organici alla cosca Iannazzo, attiva sul territorio di Lamezia Terme. L'attività è stata condotta anche mediante l’esecuzione di accertamenti bancari a livello nazionale, attività tecniche di intercettazioni telefoniche nonché con la disamina del dichiarato di numerosi collaboratori di giustizia. L’attività investigativa è stata indirizzata verso una duplice direzione. Da un lato, su specifica delega d’indagine della locale D.D.A., rivolta a numerosi soggetti denunciati dalla Squadra Mobile di Catanzaro per il reato di cui all’art. 416 bis, sono stati effettuati accertamenti economico-patrimoniali nei confronti di complessive 65 persone fisiche e 44 persone giuridiche che hanno permesso di arrivare al sequestro di svariati beni mobili (automezzi, rapporti bancari, quote societarie), immobili (appezzamenti di terreni, appartamenti, fabbricati), nonché di complessi aziendali relativi ad attività commerciali in svariati settori economici (calzature, costruzioni, commercio di autoveicoli) nella disponibilità di personaggi di spicco della cosca.
Attraverso una complicata attività info-investigativa diretta a riscontrare gli elementi indiziari offerti da diversi collaboratori di giustizia, è stata delineata la figura di Francesco Perri, uno degli imprenditori di maggior rilievo dell’intero territorio calabrese, il quale ha instaurato con la cosca “Iannazzo” e segnatamente con il capo-cosca Vincenzino Iannazzo, un solido e proficuo rapporto di natura sinallagmatica al punto tale da poter essere definito imprenditore “colluso”. Nello specifico, le indagini hanno delineato come a fronte di un ben più vasto patrimonio imprenditoriale vantato dal Perri, fosse il comparto relativo alla grande distribuzione alimentare ad essere maggiormente “inquinato”. Da ciò è scaturito l’interesse investigativo nei confronti delle società operanti nello specifico settore con propaggini non solo in provincia di Catanzaro ma anche in quella di Cosenza, Reggio Calabria e Vibo Valentia.
Il Centro commerciale resta aperto
Non sarà chiuso, né ci sarà alcuna interruzione della sua attività, il centro commerciale "Due Mari", uno dei beni sequestrati dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro, per un valore complessivo di cinquecento milioni di euro, nell'ambito dell'operazione denominata "Nettuno". Secondo quanto ha riferito la Dda di Catanzaro, che ha chiesto ed ottenuto dal Gip l'emissione del provvedimento di sequestro, é stato già predisposto un "pool" di professionisti che curerà l'amministrazione del centro commerciale, che potrà proseguire così regolarmente la sua attività. L'inchiesta che ha portato al sequestro dei beni é stata condotta dal pm della Dda Elio Romano sotto le direttive del procuratore della Repubblica facente funzioni, Giovanni Bombardieri.
E proprio all'inzio della conferenza stampa, in corso a Catanzaro per illustrare i dettagli dell'Operazione, il Procuratore Bombardieri ha assicurato che "sarà cura dell’ufficio di Procura e Gico, garantire il livello occupazionale e alla popolazione la fruibilità degli spazi del centro commerciale. Niente è chiuso e niente sarà chiuso. Una serie di professionisti - ha poi aggiunto - garantiranno la continuità amministrativa. Il centro commerciale resta aperto!".
Due mari nella guerra tra le cosche
La storia della realizzazione dell'imponente centro commerciale "Due mari", sequestrato oggi dalla Guardia di finanza, è legata a doppio filo alla guerra tra cosche che insanguinò Lamezia Terme a partire dal 2003. La grande struttura realizzata dall'imprenditore Antonio Perri tra Catanzaro e Lamezia Terme, lungo la statale 280 detta appunto "dei Due mari", determinò nuovi assetti che avrebbero spostato l'epicentro dell'economia locale dal centro di Lamezia Terme.
Decine di commercianti, a seguito della realizzazione del centro commerciale, avrebbero trasferito le loro attività in quella zona e quindi sarebbero passati sotto il controllo della cosca Iannazzo. Un cambiamento che sottraeva alla cosca Torcasio, egemone nella zona di "Capizzaglie" di Lamezia, la possibilità di controllare le estorsioni. Dapprima cercarono di impaurire i commercianti con telefonate minatorie ma, non ottenendo risultati, decisero di mandare un segnale forte. Fu per questo motivo, secondo la ricostruzione degli inquirenti, che Antonio Perri, 71 anni, fu ucciso il 10 marzo del 2003 mentre si trovava nel supermercato "Atlantico". Fu proprio l'omicidio dell'imprenditore che fece da "detonatore" della guerra di mafia che culmina con l'assassinio di due esponenti di vertice dei Torcasio, Antonio e Vincenzo. Come risposta ai due omicidi venne trafugata la bara di Antonio Perri, con la successiva richiesta di un riscatto di 150 mila euro per la restituzione. La salma verrà ritrovata dalla polizia il 21 marzo 2008, seppellita a 50 metri dalla strada dei Due Mari.
È in questo contesto che si sarebbe consolidato il rapporto tra la cosca Iannazzo e l'imprenditore Francesco Perri, figlio di Antonio, e nuovo titolare del centro commerciale "Due Mari" arrestato nel maggio scorso, con l'accusa di associazione mafiosa, nell'ambito dell'inchiesta "Andromeda" della Dda di Catanzaro.
REAZIONI
Magorno (Pd): grande operazione in un giorno importante
“Complimenti agli uomini della #GuardiadiFinanza per il colpo inferto alle cosche lametine.Grande operazione in un giorno importante #21marzo”Così, su Twitter, il Deputato Pd, componente della Commissione Antimafia, Ernesto Magorno, sull'operazione della Guardia di Finanza che ha compiuto un maxi sequestro ai danni delle cosche lametine.
Don Ciotti (Libera): sequestro è segno impegno concreto
"Il problema ancora una volta sono un'accelerazione dei tempi e un chiarimento netto sulle priorita' che Parlamento e governo devono darsi, anche in riferimento alla necessita' di maggiori velocita' e trasparenza sui beni confiscati. Mentre noi stiamo parlando, 500 milioni sono stati sequestrati dalla Dda di Catanzaro: mi sembra il segno di quanto si sta facendo concretamente. Ma c'e' una grande riforma da fare in Italia: la riforma delle nostre coscienze". Lo ha detto il presidente di Libera don Luigi Ciotti, oggi a Messina per la manifestazione nazionale della XXI Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia. "Ci sono delle proposte - ha aggiunto - Libera nel 1996 ha raccolto un milione di firme per chiedere la confisca e l'uso sociale di questi beni, e speriamo che passino". Sulla recente polemica legata ai fondi per le vittime di mafia, ha aggiunto: "I fondi ci sono ma si e' frenato un meccanismo nei confronti delle associazioni che si costituiscono parte civile perche' si vuole procedere giustamente a verifiche. Ma mi sembra che bisogna incoraggiare, fare in fretta, accorciare i tempi e non penalizzare i bisogni e le necessita' concrete di ciascuno".
Valentino (Cgil): Sequestro Due Mari, maggiore attenzione su tema legalità
“La notizia del sequestro del centro commerciale "Due Mari" nella giornata della memoria e dell'impegno fa riflettere sulla necessità di una maggiore attenzione da parte di tutti al tema della Legalità”. E’ quanto ha affermato in una nota il segretario generale della CGIL Catanzaro, Giuseppe Valentino. “Mentre in tutta Italia, - aggiunge - a partire da Messina, insieme a Libera si rinnova l'impegno contro tutte le mafie, arriva la notizia che il centro commerciale tra i più grandi di Calabria sarebbe in uso alla 'ndrangheta lametina. Piena fiducia e sostegno al lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine che, con dedizione e tra tanti sacrifici, portano avanti il loro impegno per tutelare i cittadini dai criminali”. “La CGIL - prosegue - è allarmata per la tenuta dei livelli occupazionali e, in attesa di conoscere in modo più dettagliato i termini dell'operazione, chiederà di incontrare il futuro commissario per favorire azioni concrete ed un protocollo della Legalità. Non possiamo permettere che i cittadini per bene, i giovani che frequentano assiduamente luoghi come il centro commerciale in questione siano indirettamente e inconsciamente dei finanziatori della criminalità. La societá, - conclude - i negozianti all'interno della struttura, i lavoratori, le Istituzioni e tutti i cittadini devono sentirsi impegnati per affermare la verità e difendere la legalità”.
I legali dei fratelli Perri preannunciano l’impugnativa del decreto di sequestro
Gli avvocati Francesco Pagliuso e Salvatore Staiano, quali legali di fiducia del sig. Perri Francesco e del sig. Perri Paqualino nonché di tutte le società del gruppo Perri, a rettifica e ad integrazione delle notizie apparse sugli organi di stampa nella mattinata odierna chiariscono che "nessun decreto di sequestro è stato emesso dal Tribunale delle Misure di Prevenzione di Catanzaro bensì trattasi di un decreto di sequestro emesso dal Gip e che ha riguardato esclusivamente le quote societarie e i beni riferibili a Perri Francesco e alla F. P. Holding. Il sig. Perri Pasqualino, dunque, rimane amministratore giudiziario di tutte le società (La Nuova Nave, Stella Marina, Ipermercato Midway, Ipermercato Duep, Ega Discount Srl, Ega Discount Perri Srl, Supermercati Perri Srl, Centro Commerciale Due Mari Srl, Ipermercato Due Mari Srl) che non appartengono in via esclusiva a Perri Francesco e alla F.P. Holding. I medesimi legali, tra l’altro, hanno preannunciato immediata impugnativa dell’anzidetto decreto siccome palesemente privo dei presupposti di legge. Gli oltre settecento dipendenti e tutte le attività imprenditoriali e commerciali che rappresentano l’indotto delle imprese del gruppo Perri possono rimanere sereni poiché le attività aziendali proseguiranno normalmente".
Speranza (Sinistra Italiana): operazione "Nettuno" rappresenta terremoto
"E’ significativo che proprio nel giorno della memoria e della manifestazione nazionale di Libera la DDA di Catanzaro con la collaborazione della Guardia di Finanza abbia disposto uno dei più grandi maxi sequestri in Calabria. Dopo le grandi operazioni portate avanti dalla Magistratura e dalle Forze dell’Ordine negli anni scorsi, anche l’operazione di oggi ci pone di fronte a una realtà del tessuto sociale ed economico della nostra regione che suscita interrogativi profondi. e coinvolge le responsabilità di tutti noi, cittadini,forze imprenditoriali, politiche e della società civile. Un’operazione giudiziaria che rappresenta un vero e proprio “terremoto”, non solo per la portata del sequestro ma per il segnale decisivo che esso rappresenta nella nostra Regione". E' quanto ha affermato il "Mi auguro che, come auspicato da Don Luigi Ciotti oggi a Messina, nella gestione dei beni confiscati le nuove normative consentano più chiarezza, velocità e trasparenza, nell’interesse dei lavoratori , degli operatori economici e di tutta la comunità. E’ da questi segnali che passa quella “riforma della coscienza” di cui parlava Don Ciotti . La nostra terra e il nostro Paese ne hanno fortemente bisogno".
Bianchi (Ap): brillante operazione, particolarmente significativo in giornata come questa
"Il maxisequestro di 500 milioni di euro, tra beni mobili e immobili, della 'ndrangheta è particolarmente significativo in una giornata come quella di oggi dedicata alla memoria delle vittime della mafia. Congratulazioni, dunque, alla Guardia di finanza calabrese per una brillante operazione che porta al più imponente sequestro di beni mai compiuto contro la 'ndrangheta". Lo sostiene, in una dichiarazione, Dorina Bianchi, sottosegretario ai Beni Culturali e deputato calabrese del Gruppo Area Popolare (Ncd-Udc). "Le cosche - aggiunge il sottosegretario - si indeboliscono solo se si intaccano i patrimoni e si intercettano i meccanismi che portano a riciclare il denaro proveniente dagli affari illeciti. Per questo, l'operazione di oggi, che scardina un sistema illegale che fa affari attraverso il mondo dell'imprenditoria, riveste un ruolo importante".
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