Lamezia Terme - Minuti di “inaudita violenza” quelli vissuti domenica mattina, alla stazione di Lamezia, tanto da sospettare un attentato terroristico. A seminare terrore, ventuno persone, tra cui un minore, appartenenti al gruppo degli Ultras del Catania. Erano diretti a Matera, per sostenere la loro squadra, ma già sull’autostrada hanno iniziato a seminare terrore tra gli automobilisti rischiano davvero di provocare una strage. Vittime del “commando” quattro inermi professori, uno dei quali disabile, che sono stati aggrediti, derubati e tentato di dar fuoco alla loro auto con un fumogeno che ha ferito due dei docenti. La loro colpa? Probabilmente quella di essere stati erroneamente scambiati per dei tifosi del Siracusa: uno di loro indossava, infatti, una maglietta di colore bianco e azzurro. Di estrema gravità, anche il tentativo di investire un poliziotto. A spiegare i dettagli dell'operazione "Tifo Selvaggio", in conferenza stampa a Lamezia, il Procuratore Salvatore Curcio, il Questore di Catanzaro Amalia Di Ruocco, il primo dirigente del Commissariato di Lamezia, Marco Chiacchiera e il vice questore della Digos di Catanzaro, Fabio Germani.
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“Stiamo parlando di calcio, uno sport, un momento per esaltare fisico e spirito delle persone che, invece, diventa occasione per mettere in atto azioni violente, in particolare contro tifosi di una squadra avversaria, arrivando a perdere completamente la testa fino a creare situazioni come quella vissuta il 29 aprile a Lamezia”. Così il Questore di Catanzaro, Amalia Di Ruocco, commenta in conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’operazione “Tifo Selvaggio” che ha portato all’arresto del gruppo di tifosi. Il Procuratore della Repubblica di Lamezia, Salvatore Curcio, sottolinea “la tempestività dell’attività investigativa posta in essere dagli uomini della Polizia di Stato e dagli uffici siciliani per individuare ed assicurare alla giustizia il gruppo di tifosi”.
"Hanno tentato di investire poliziotto che voleva fermare fuga"
Le indagini, intanto proseguono. Di estrema gravità, la contestazione del reato di tentativo di omicidio dell’assistente capo intervenuto sul posto quella mattina “proprio grazie all’intervento di questa persona la cosa non ha assunto una piega più drammatica di quella che i cittadini di Lamezia sono costretti a vivere”. Uno del gruppo, Luca Razza, rende noto il Procuratore “al momento della fuga ha tentato di investire il poliziotto proiettando il furgone scuro nella sua direzione e solo la prontezza di riflessi ha impedito di investirlo”. Al fine di fermare quest’azione barbarica si è stati costretti all’uso legittimo delle armi per tentate di far desistere queste persone, aggiunge il Procuratore compiaciuto per l’immediatezza della risposta così come avvenuto in altri casi, fa l’esempio della ricostruzione in 48 ore dell’attentato al panificio di via Piave: “Lo Stato c’è e la risposta è immediata”.
Altro elemento sul quale il Procuratore intende soffermarsi, la premeditazione dell’azione: il gruppo era partito da Catania in nottata “con lo scopo di incrociare componenti della tifoseria contrapposta del Siracusa e procedere a dei veri e propri raid. A tre km dallo svincolo di Vibo-Pizzo hanno creato un posto di controllo rallentando le macchine in autostrada ponendo un blocco, una specie di filtraggio, per verificare se ci fossero componenti di una tifoseria contrapposta”. Il Procuratore Curcio parla di “un’azione barbarica anche quella nei confronti di uno dei professori che è portatore di un handicap particolare, lasciato ed imprigionato in macchina, con nelle gambe un fumogeno e che ha rischiato di morire bruciato”.
"Un'azione di violenza inaudita e non giustificabile"
“Hanno messo in pericolo la vita di quattro persone - aggiunge la Di Ruocco - e di tuti coloro che frequentavano la stazione in un’ora di punta. Si è trattato veramente una situazione di violenza inaudita e non giustificabile”. Nel corso della conferenza stampa viene più volte sottolineata la tempestività e la professionalità delle forze di polizia e dello scambio info investigativo immediato con le forze siciliane che hanno fatto di “un gioco di squadra l’arma vincente”. Il primo dirigente del Commissariato di Lamezia, Marco Chiacchiera, sottolinea come sia stato “fronteggiato un evento nell’immediatezza” racconta i fatti accaduti in quella che doveva essere una tranquilla mattinata di domenica per i 4 professori che invece si è trasformata in un incubo.
"Si era sospettato un attentato terroristico"
Chiacchiera fa un’ulteriore riflessione per far intendere la situazione di terrore creatasi: all’inizio, afferma, “il collega ha sospettato un attentato terroristico in quanto vi era l’esistenza di un commando con l’intenzione di ledere. Un commando fatto di persone con gli stessi colori che uscivano e rientravano nei mezzi”. Solo grazie alla sinergia di tutti si è arrivati a quello che il primo dirigente definisce “un bel risultato”. Presente, in conferenza stampa anche il vice questore della Digos di Catanzaro, Fabio Germani che sottolinea il gioco di squadra anche con i colleghi della Digos siciliani che hanno proceduto anche a dei sequestri di materiale pirotecnico. Alcuni di loro, quindi, a Matera non sono mai arrivati ma, dopo i fatti di Lamezia, hanno preferito ritornare a Catania. Gli ultras sono stati però fermati dall’azione immediata della polizia che li ha “assicurati alla giustizia”. Per alcuni di loro è scattato il Daspo, non potranno più assistere a manifestazioni sportive.
Ramona Villella
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