Lamezia Terme - La Corte di Cassazione, in accoglimento dei ricorsi cautelari promossi dall’avv.Arturo Bova, difensore di fiducia di Catalano Francesco e Bertucci Bruno, ha annullato, con rinvio ad altra sezione del Tribunale del Riesame di Catanzaro, l’ordinanza impugnata con cui veniva applicata la misura della detenzione in carcere per il primo e gli arresti domiciliari per il secondo. L’operazione risale allo scorso 7 novembre allorquando i carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro – hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 59 indagati, emessa dal Gip di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, sulla base della ritenuta sussistenza di gravi indizi in ordine ai delitti di associazione di tipo ‘ndranghetistico, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, anche aggravata dalle modalità e finalità mafiose, e altri numerosi reati in materia di coltivazione, detenzione, e commercializzazione di sostanze stupefacenti.
Il presunto sodalizio, secondo gli inquirenti, era operativo nei territori di Lamezia Terme e nei comuni a cavallo delle province di Catanzaro e Vibo Valentia ed in particolare nei territori di Maida e Cortale. I Giudici della Suprema Corte, nell’annullare l’ordinanza del Tribunale della Libertà di Catanzaro, hanno ritenuto meritevoli di accoglimento i motivi di ricorso avanzati dal difensore avv. Arturo Bova relativamente ai capi d’imputazione ascritti a Bertucci Bruno e Catalano Francesco, quest’ultimo difeso anche dall’Avv. Salvatore Staiano.
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