di Claudia Strangis
Falerna - Si è conclusa nel peggiore dei modi, con una violenta aggressione a sfondo razzista, una tranquilla serata nel giorno di ferragosto, per una coppia che voleva semplicemente gustare una cena e godersi le vacanze. Lui è un ragazzo dominicano che, insieme alla sua compagna lametina e alla suocera, aveva deciso di fermarsi sul lungomare di Falerna per cena, dopo aver fatto visita ad alcuni parenti. Il locale è carino, invitante e alla moda, e attrae i tre che decidono di sedersi: la serata però, non parte nel migliore dei modi, per qualche appunto sul cibo e il servizio. Uno dei camerieri è molto cordiale e attento, mentre un altro ragazzo, non vestito da cameriere ma con jeans e maglietta e che li serve ugualmente, sembra non apprezzare alcune critiche mosse nei confronti di certi piatti.
La cena al ristorante
Presi due antipasti per lui e la suocera e un piatto di pasta ai frutti di mare per la compagna, il ragazzo decide di ordinare un’altra porzione di quest’ultimo, perché, assaggiato il piatto dalla compagna, lo aveva trovato molto gustoso. Ma il secondo piatto di pasta non era all’altezza del primo: la pasta era cruda. Una volta fatta notare la cosa al ragazzo in jeans, il suo atteggiamento è sembrato subito molto scocciato, ed ancora più scocciato quando la riporta al tavolo. Il secondo piatto di pasta viene, come racconta il cliente, quasi lanciato sul tavolo e c’è un piccolo botta e risposta tra i due. Considerando la cena non gradita per cibo e servizio, i tre decidono di non ordinare più nulla, ma il ragazzo vuole un dolce.
Il rifiuto del cameriere nel portare la carta dei dolci
Il comportamento del presunto cameriere sembra ancora più infastidito quando gli viene chiesto di ordinare il dessert. Alla richiesta del ragazzo di origine dominicana, sempre lo stesso giovane gli risponde di averne solo due a disposizione, i sospiri al limone e al cioccolato, rifiutandosi di portargli anche la carta dei dolci, espressamente richiesta, perché avrebbe potuto scegliere solo tra quelle due opzioni e che non avrebbe potuto portagli altro. Il cliente decide così di avvicinarsi alla vetrina dei dolciumi e l’altro cameriere, che era stato cordiale nel corso del servizio, capendo la situazione di tensione, decide di servire direttamente lui il giovane e il suo tavolo, offrendogli tante altre alternative non menzionate dal collega. Ordinato il tartufo per lui e una bottiglia di vino, i tre si spostano al bar del locale, dopo aver pagato il conto.
La prima aggressione verbale fuori dal locale
Passa la serata e, complice il locale che andava via via svuotandosi e, vista anche la gravidanza della compagna, il ragazzo decide di avvicinare la macchina al ristorante. Lì cominciano i primi guai, con due uomini che si presentano come addetti alla sicurezza che gli dicono “Risali in macchina e vai via, che qua siamo in Calabria, non sono accettati i negri” e lo aggrediscono verbalmente, insultandolo con epiteti razzisti come “Negro di merda”. Il giovane prova a dirgli che è un cliente del locale e che era stato a cena lì ma nulla da fare. A quel punto il giovane chiede loro un documento che li potesse qualificare come addetti alla sicurezza, ma i due si allontanano.
L’aggressione alla macchina
Vista l’aria pesante, e incredulo per quanto stesse accadendo, una volta raccontato l’accaduto alla compagna e alla suocera, i tre decidono di andare via. Montano in macchina e si fermano un momento a commentare l’accaduto ma la situazione degenera: i due uomini di prima si avvicinano nuovamente e, gridandogli insulti vari, sbattono i pugni contro il finestrino che, per l’impatto, si abbassa. Il giovane scende dalla macchina per verificare i danni e chiedere il perché di tanta aggressività, ma dalle parole si passa ai fatti. Li raggiunge anche il fantomatico cameriere che, brandendo un pezzo di legno, gli intima di andare via “Hai rotto i c…ni, te ne devi andare!” e, rivolgendosi ad un cittadino extracomunitario uscito da una bancarella vicino il ristorante, comincia ad istigarlo: “Caccialo via a questo negro di m…a, non può fare come a casa sua, qui siamo in Calabria, picchialo”. E l’aggressione parte davvero: prima due pugni dal cittadino extracomunitario, poi le botte con la mazza di legno da parte del fantomatico cameriere, e i calci e pugni degli altri due e di altri sconosciuti giunti sulla scena.
I colpi anche contro la suocera
E dall’aggressione non è stata risparmiata neanche la suocera che, accorsa per sedare la situazione, è stata colpita sempre con la mazza di legno. Intanto, la compagna incinta, provata per la situazione, cercava di dissuadere gli aggressori, ma anche nei suoi confronti sono continuate le ingiurie. “Che cazzo stai a fare con un negro di m…da, portatelo via, e qui non ci dovete più tornare, non avvicinatevi mai più a questo locale”. Nessuno che si fosse avvicinato per sedare la situazione anche mettendosi in mezzo e staccando gli aggressori.
La corsa verso l’ospedale
Da lì, la corsa in ospedale, dopo aver chiamato carabinieri e ambulanza che li hanno raggiunti in prossimità di Gizzeria. Arrivati al pronto soccorso a bordo dell’ambulanza, il ragazzo e la suocera si sono ritrovati con diverse ecchimosi e contusioni. Per la suocera, una frattura all’omero, contusioni varie e una prognosi di 30 giorni, per lui, traumi al viso e alle gambe.
La denuncia
Il giorno dopo è scattata la denuncia, ma rimane, inevitabilmente l’amaro in bocca, il dispiacere e anche il disgusto per una aggressione in piena regola, una aggressione razzista. Sull'episodio indaga la polizia che sarebbe sulla buona strada per l'identificazione degli aggressori. Notizie come queste, stanno diventando troppo frequenti nella cronaca nazionale: da nord a sud, sono stati diversi gli episodi contro cittadini extracomunitari aggrediti e picchiati. E su episodi come questi, non si può soprassedere: non nel 2018, non in una comunità come quella falernese che ha sempre accolto e mai respinto, non in una località che dovrebbe seguire la sua vocazione turistica e soprattutto, non a nome di tutti quei calabresi che non sono razzisti e che non vogliono essere tacciati come tali.
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