Incontro PD a Lamezia su riforma giustizia e ruolo magistratura: giudizio negativo sul Governo

pd6-at-19.25.58_5185b.jpg

Lamezia Terme - “Dopo le riforme costituzionali, la proposta di riforme costituzionale del premierato e dell'autonomia differenziata, abbiamo deciso di affrontare la questione della separazione delle carriere. La terza gamba del baratellum, del baratto all’interno del centrodestra, ed è giusto che un grande partito si interrogasse con personalità politiche e non solo tecniche per discutere della tematica affrontando le sfaccettature più ampie per dare un confronto ai cittadini”. Così, il senatore Nicola Irto, segretario regionale del Pd aprendo i lavori dell'incontro organizzato dal suo partito, sul tema "Separazione delle carriere, terzietà del giudice e indipendenza del pubblico ministero".

“Insomma noi contestiamo nel metodo la scelta del governo e ci carichiamo la responsabilità di una discussione pubblica per questo l'iniziativa di oggi. La soluzione quanto dista? Ma la soluzione a questo tema - ha aggiunto Irto - non è sicuramente questa proposta. Immaginiamo che sulla magistratura servano investimenti, servano nuove assunzioni, servano risorse e serve una strategia complessiva e non provvedimenti spot solo per schiacciare l'occhio in campagna elettorale a un pezzo di elettorato. Serve invece che il Governo Meloni - ha sottolineato Irto - si occupi del mondo della giustizia in maniera più compiuta. Lo si faccia in Parlamento, lo si faccia con tutte le forze politiche, lo si faccia davvero concretamente e per davvero”.

pd-07-26-at-19.25.582_bac2b.jpg

Nel dibattito, moderato da Luigi Muraca, responsabile giustizia del Pd Calabria, sono intervenuti oltre a Giuseppe Milica, coordinatore delle Camere penali calabresi che ha offerto un valido contributo al dibattito, la senatrice Anna Rossomando, vicepresidente del Senato e componente della Commissione giustizia. "Noi - ha detto - diciamo che i problemi del servizio giustizia sicuramente non sono quelli di separare le carriere ma un tema di funzionamento e di risorse e su questo c'è una gravissima assenza del governo. Sulle riforme noi rivendichiamo il fatto che con una larghissima maggioranza del Parlamento, la scorsa legislatura, abbiamo messo in campo delle risorse importanti, civile e penale, ma anche e soprattutto Consiglio Superiore della Magistratura, affrontando una serie di temi tra cui alcune disfunzioni, le degenerazioni del correntismo in maniera molto diretta e articolata. Si è intervenuto anche su una separazione delle funzioni accentuata per cui oggi questo problema non c'è e che cosa c'è allora? C'è in atto nel disegno di legge del governo Nordio - ha proseguito la parlamentare del Pa - un cambiamento importante dei rapporti tra i poteri dello Stato e questo ovviamente interroga molto innanzitutto sulle garanzie dei cittadini, interroga la cultura delle garanzie. E' ovvio che ci sono una serie di questioni che possono essere discusse, non sono assolutamente un tabù, ma le risposte non sono queste. Alcune, secondo noi, importanti sono nelle riforme che abbiamo approvato e che devono essere attuate e che ancora non vengono. Si può discutere di altro noi stessi abbiamo presentato un disegno per esempio sull'Alta Corte, naturalmente diverso da quello del Governo, proprio a riprova che si può discutere e si possono ancora pensare approfondimenti e ulteriori proposte, ma certamente quella messa in campo dal Governo, tra l'altro rispetto a chi penserebbe, si illude che sia sulla scia della cultura delle garanzie, qui si rischia veramente invece una eterogenesi dei fini”.

La Rossomando si è poi espressa sull'abuso d’ufficio, sulle intercettazioni e sul bavaglio ai giornalisti. “Oggi - ha spiegato - noi discutiamo del disegno della riforma che va a modificare alcun articolo della Costituzione. Recentemente, in queste ultime ore, abbiamo approvato dei provvedimenti che mettono a rischio il diritto d’informazione laddove noi avevamo individuato la questione della gogna mediatica e mi spiace, sempre di nuovo nella scorsa legislatura abbiamo fatto un intervento importante che tra l'altro andrebbe monitorato perché un punto di equilibrio tra il diritto di informazione di cronaca e il diritto a non subire la gogna mediatica, ma già lì c'è un equilibrio che va monitorato e di nuovo stiamo parlando delle garanzie del cittadino. Non è che noi possiamo non sapere niente se una persona viene privata della libertà, poi giace invece nonostante chiediamo insistentemente che sia discusso ed approvato, la questione della diffamazione perché oggi i giornalisti, noi siamo preoccupati del fatto che chi fa giornalismo d’inchiesta oggi sicuramente è esposto alle intimidazioni della criminalità organizzata e non a caso ci sono molti giornalisti sotto scorta. E poi vediamo - ha concluso la senatrice dem - con preoccupazione un clima che tende a essere ostile alla libertà di stampa, perché c’è un clima, questo riguarda l'autonomia e l’indipendenza della magistratura, che ritiene che se hai la maggioranza e se il governo non devi essere disturbato. Così come poniamo molta attenzione alla situazione delle carceri in Italia, in cui si vive una condizione non da paese civile”.

“Noi - ha detto dal canto suo Stefano Musolino, segretario nazionale di Magistratura democratica - chiediamo alla politica parlamentare di guardare all'assetto complessivo di queste riforme che tra le altre cose tendono a ridurre i poteri di garanzia dello Stato previsti dal nostro ordinamento costituzionale che sono i poteri di garanzia in funzione di tutela delle minoranze contro le maggioranze. Questi assetti complessi di queste riforme costituzionali invece - ha aggiunto - si muovono in senso inverso, si muovono nel senso di garantire il dominio delle maggioranze piuttosto che i diritti delle minoranze e perciò in questo senso noi leggiamo la proposta di cosiddetta separazione delle carriere che in realtà non è questo, perché prevede degli interventi molto incidenti sulla formazione del Consiglio Superiore della Magistratura, la formazione dell'Alta Corte per la valutazione della materia disciplinare dei magistrati che incideranno significativamente sull'autonomia e l'indipendenza della magistratura. Non soltanto non recheranno alcun vantaggio in termini di efficienza della giustizia a favore dei cittadini, ma rischieranno di comprimere in maniera seria e significativa i diritti dei cittadini, soprattutto quelli che non hanno autonome capacità di fare valere i propri diritti”.

pd-19.25.581_dfe96.jpg

Soffermandosi sulla riforma Nordio, Musolino ha aggiunto: “A nostro giudizio questo fa parte di quel progetto generale a cui facevo cenno che è fatto evidentemente di tanti piccoli step e questo è uno di quegli step che praticamente garantisce a tutta una classe politica e una classe amministrativa di dirigenti amministrativi di non incontrare più il timore del processo penale a fronte di condotte e provvedimenti prevaricatori dei diritti dei cittadini. C'è stato un abbassamento assolutamente significativo dei diritti dei cittadini nei loro rapporti con la pubblica amministrazione anche a fronte di comportamenti gravissimi, quale può essere quello di amministratori o politici che agiscono in pieno conflitto di interessi. Pieno conflitto di interessi, per intenderci, non significa soltanto arrecare vantaggio a qualcuno, ma anche danneggiare deliberatamente qualcuno per ragioni connesse a interessi personali. E tutto questo non costituirà più reato. Questo è tipico di una logica autoritaria che vuole lasciare mano libera a chi ha il governo della cosa pubblica senza appunto incontrare le resistenze degli organismi indipendenti quale è quello della magistratura e naturalmente in questo senso una popolazione meno informata. È anche una popolazione meno consapevole e quindi i diritti dei cittadini vengono pregiudicati anche attraverso interventi sulla libera stampa che negano la possibilità ai cittadini di conoscere. Il timore è questo, la mia presenza in questa sede spero possa essere funzionale proprio a questo invece di dare attenzione perché alcune riforme che in realtà sembrano attingere ad aspetti tutto sommato marginali o se volete tecnici dell'architettura dello Stato. In realtà impattano in maniera significativa sui diritti delle persone e se le persone non ne sono consapevoli, se tutti i cittadini non ne sono consapevoli e quindi poi fanno scelte consapevoli, se per esempio si dovesse rifare un referendum su queste riforme costituzionali, il rischio è che si accontentano di mezze verità, di narrazioni precostruite che però non sono funzionali a tutelare autenticamente i loro diritti”. Infine, il parere di Musolino sulla mancata nomina del nuovo procuratore Catanzaro.

“È un grave problema - ha stigmatizzato Musolino - Io lavoro a Reggio Calabria, stiamo per andare incontro alla stessa sorte. Ahimè i tempi di decisione del Csm sono molto lunghi. Il Csm ha un arretrato significativo al quale sta provando a mettere mano, purtroppo ancora non con risultati soddisfacenti. Questo fa parte di una serie di problemi che riguardano l'amministrazione concreta e la giustizia, su cui il Governo non interviene, e che invece sono quelli che impattano davvero sulle esigenze dei cittadini. Il Governo sembra più interessato a intervenire con riforme che invece non impattano autenticamente su queste problematiche ma finiscono soltanto per ridurre i diritti e le garanzie dei cittadini soprattutto di fronte al potere”.

A.C.

© RIPRODUZIONE RISERVATA