di Maria Arcieri
Lamezia Terme, 31 maggio - Attualmente una donna che non ha la possibilità di pagare una fecondazione assistita in Calabria deve rivolgersi ai centri convenzionati di Catania, Potenza o Bari. Il costo, nei centri privati è di circa 4000 euro. Ora sono stati individuati i centri a cui destinare i finanziamenti a Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e Rosarno. Nel Congresso sulla sterilità che si è tenuto oggi si è parlato tra esperti del settore di procreazione medica assistita. Si è fatto il punto della situazione e soprattutto, si è parlato della ridistribuzione della rete territoriale tra pubblico e privato per poter servire meglio la popolazione calabrese. E’ stata evidenziata, nel corso del meeting, la strategia regionale e politica che le varie aziende ospedaliere o Asp, dovranno adottare per evitare le migrazioni delle donne. Molte di loro sono costrette a rivolgersi ai centri all’estero. E nel corso del convegno sono state presentate le più importanti novità del settore.
“Le donne calabresi si rivolgono a strutture che si trovano all’estero,” ha spiegato, Pasquale Vadalà, Primario di ginecologia dell’ospedale di Reggio Calabria “per un problema legislativo. Le fecondazioni assistite prevedono la tecnica eterologa cioè, per colei che non ha più ovociti o per il maschio azospermico. In Italia non si possono fare donazioni né maschili, né femminili. E quindi le coppie sono costrette a rivolgersi a centri in Svizzera, Spagna, Romania, Bielorussia e Ucraina. In Calabria sono stati finanziati con la giunta regionale dei centri dove si potranno affrontare anche i problemi più semplici direttamente nelle strutture pubbliche, senza dover ricorrere necessariamente al centro privato. E, in questa riorganizzazione sono previsti anche i centri dove sarà possibile effettuare delle tecniche di procreazione assistita, convenzionati. Ha definito i dettagli del finanziamento Rubens Curia, dirigente regionale del settore area Lea, (livelli essenziali assistenza). “ Con un Dpgr del dicembre 2011 è stata istituita in Calabria la rete dei centri di procreazione assistita, cioè, è stata disegnata una rete per tutta la regione che prevede, l’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, quella ospedaliera “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro, l’azienda ospedaliera di Cosenza, che sarà potenziata da primo a secondo livello. E si prevede una erogazione di un milione di euro. Con una prima tranche dell’80%”. “Come regione Calabria - ha ribadito Curia - abbiamo il ruolo di programmare e verificare. E’ previsto un ulteriore finanziamento di 590 mila euro che saranno erogati se si vorrà potenziare ulteriormente le strutture”.
“La sinergia pubblico-privato sarà il futuro e sicuramente l’apertura dei centri pubblici ridurrà l’emigrazione verso altre regioni d’Italia” per Rosalbino Isabella, ginecologo, medico specialista in Ostetricia e ginecologia e organizzatore del convegno. Per Isabella “l’apertura dei centri pubblici, consentirà di migliorare questa condizione di migrazione delle coppie e sarà uno stimolo per i privati. Crescerà il punto di vista competitivo con l’applicazione di nuove tecnologie all’avanguardia”. Come organizzatore ha inoltre sottolineato l’importanza dei convegni che “sono un confronto diretto tra gli operatori del settore”.
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