Fallimento società "Ambiente e Servizi" a Catanzaro, dirigenti e consiglieri Comune indagati per bancarotta

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Catanzaro - Palazzo De Nobili, infuria la bufera: dirigenti e consiglieri comunali indagati per bancarotta. La Procura della Repubblica di Catanzaro ha emesso complessivamente dieci avvisi di garanzia nei confronti di ex amministratori, funzionari e consiglieri comunali, accusati di bancarotta nell’ambito del fallimento della società Ambiente e Servizi, la Municipalizzata interamente partecipata dal Comune di Catanzaro, attiva nel settore della raccolta dei rifiuti. Le indagini, condotte dal sostituto procuratore Chiara Bonfandini, fanno riferimento al periodo compreso tra il 2002 e il 2012, anno in cui la società viene dichiarata fallita. Tra gli indagati figurano il dirigente del settore Finanziario del Comune di Catanzaro Pasquale Costantino, il consigliere comunale (e attuale capogruppo) del Partito Democratico Lorenzo Costa e Francesco Laudadio, che hanno rivestito incarichi di amministrazione in seno alla società "in house" tra il 2008 e il 2012.  L’accusa contestata dalla Procura ai dieci indagati è quella di aver causato il dissesto finanziario della municipalizzata omettendo di dichiararne il fallimento pur risultando una grave situazione finanziaria già a partire dal 2008. Secondo l’ipotesi degli inquirenti, nel 2010 la società avrebbe fatto registrare un risultato di gestione negativo pari a 919mila euro e perdite per oltre un milione di euro. Inoltre, secondo l’ipotesi avanzata dalla Procura, gli amministratori avrebbero omesso sistematicamente di indicare nei bilanci di esercizio il debito maturato nei confronti del socio Comune di Catanzaro, pari ad un milione di euro per canoni di locazione della sede della società situata a Catanzaro viale Magna Grecia, producendo così un ingiusto profitto alla municipalizzata.

Nell'inchiesta, un capitolo a parte è dedicato al dirigente del settore Finanziario del Comune di Catanzaro Pasquale Costantino, amministratore unico della municipalizzata dal 2011 al 2012. Secondo l’ipotesi della Procura, avrebbe eseguito pagamenti in favore di fornitori e professionisti per un valore complessivo di 613mila euro impiegando risorse destinate dal Comune di Catanzaro alla ricapitalizzazione della società. Gli indagati sono: Valentino Bolic, 74 anni di Roma; Alessandro Brutto, 50 anni di Crotone; Santo Bubbo, 48 anni di Petronà; Lorenzo Costa, 60 anni di Catanzaro; Pasquale Costantino, 64 anni di Catanzaro; Umberto Frangipane, 58 anni di Catanzaro; Francesco Laudadio, 70 anni di Catanzaro; Antonio Riilo, 72 anni di Borgia; Gregorio Tassoni, 58 anni di Catanzaro e Vittorio Todaro, 81 anni di Pianopoli. Gli indagati avranno venti di giorni di tempo per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati.

Anche fornitori e professionisti avrebbero beneficiato dei pagamenti

C'è anche un lungo elenco di fornitori e professionisti che avrebbero beneficiato dei pagamenti disposti da parte del dirigente del settore Finanziario del Comune di Catanzaro Pasquale Costantino, amministratore unico della municipalizzata “Ambiente e Servizi” dal 2011 al 2012, per un valore complessivo di 613mila euro che sarebbero stati elargiti impiegando risorse destinate dal Comune di Catanzaro alla ricapitalizzazione della società, tra le carte dell'inchiesta condotte dal sostituto procuratore Chiara Bonfandini. I pagamenti sarebbero stati disposti da Costantino – secondo l'ipotesi accusatoria – nel periodo compreso tra il 5 agosto 2011 e il 30 settembre dello stesso anno “nonostante la oramai irreversibile stato di decozione in cui versava la società “Ambiente e Servizi Spa”. Con l'aggravante – si legge nell'ordinanza - di aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante gravità (anche in relazione alla mole di crediti ammessi al passivo, pari complessivamente ad euro 5.326.239,52)”. L’accusa contestata dalla Procura ai dieci indagati è quella di aver causato il dissesto finanziario della municipalizzata omettendo di dichiararne il fallimento pur risultando una grave situazione finanziaria già a partire dal 2008. E nonostante la grave crisi che attraversava il Comune di Catanzaro, secondo la ricostruzione realizzata dalla Procura, gli amministratori della municipalizzata si sarebbero astenuti dal riscuotere i crediti vantati nei confronti dei Comuni per i quali la società svolgeva i servizi e i cui amministratori rivestivano la posizione di soci all’interno del Consiglio d’amministrazione. Nessuna somma sarebbe stata insomma recuperata coattivamente mentre i crediti ammontavano a 2 milioni e 847mila euro così come certificati nel bilancio approvato nel giugno del 2012.

B.M.

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