Tanti imitatori dei pensieri

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

© RIPRODUZIONE RISERVATA

maria_arcieri_d23ae_3802d_63ae8_c7abf.jpgÈ un modo di pensare. Per qualcuno è soggettivo. Per altri è oggettivo. Oggigiorno siccome a molti richiede fatica avere una propria idea e quindi preferiscono ragionare con quelle degli altri. Agiscono così. Se si alza uno e decide che donne i locali e le macchine con tante feste equivalgono a vivere la vita, allora i pecoroni seguiranno il suo pensiero. Senza decidere se appartiene a loro o a qualcun altro. Se le donne pensano che la starletta rifatta da sembrare ridicola è una che ha capito tutto dalla vita. Allora anche loro seguiranno la scia del pensiero comune e faranno di tutto per non pensare con i loro neuroni.

E inizia l’epoca degli imitatori che sono convinti di essere soddisfatti. Poi ci sono quelli che fanno quello che decidono con la loro testa. Un sarto, una scienziata possono aver capito tutto dalla vita perché hanno fatto quello che hanno voluto. Saranno stati soddisfatti e gratificati dai loro abiti e dalle loro conoscenze. Ho voluto scrivere questo articolo perché sempre più spesso ascolto idiozie sul concetto della vita e della felicità. Poteva essere felice negli anni ‘60 Roger Vadim con questo modo di agire. Ora non è più così. E aveva nel suo taccuino fidanzate come Brigitte Bardot e Jane Fonda.

Era affascinante elegante e francese. Oggi lo sfigato di turno, che magari emigra pensa di essere lui. Ma così non è. Affatto. Ognuno ha un o dovrebbe avere una sua idea sul concetto dell’esistenza che non equivale a quello delle pagine rosa dei giornali. Oggi è playboy chiunque. Chi va nei locali e prenota un tavolo, chi affitta il macchinone o parte in giro per il mondo. Otto su dieci agiscono allo stesso modo. E non penso che chi debella una malattia sia triste o frustrato.  Il dato è che purtroppo sono sempre tanti i deficienti che la pensano come nel primo caso e purtroppo pochi, (ma rimangono nella storia, quelli che fanno miracoli nel campo della medicina e della ricerca).

© RIPRODUZIONE RISERVATA