Lamezia Terme – Campane a festa nella chiesa Cattedrale di Lamezia Terme dove sabato sera è stata accolta la Sacra effige della Madonna di Lourdes con il canto dell’Ave Maria che si svolge ogni giorno anche nella cittadina francese. L’evento prima in Cattedrale poi all’ospedale si è tenuto in occasione della Giornata mondiale del malato dell’11 febbraio, giorno in cui nel 1858 ci fu la prima apparizione della Santa Vergine alla giovane Bernadette Soubirous, e poi istituita il 13 maggio 1992 da Papa Giovanni Paolo II. La peregrinatio della statua partita da Lourdes dopo aver fatto tappa nelle altre sottosezioni nazionali dell’Unitalsi, ha toccato anche Lamezia. Un doppio momento iniziato in Cattedrale che vuole essere un puro esempio di conforto e solidarietà, nonché ‘istante’ di preghiera e riflessione per chi soffre, offrendo alla Santa Vergine orazioni e preghiere. Ai momenti di fede hanno partecipato oltre che l’Unitalsi, religiosi, personale sanitario, associazioni, familiari, fedeli e amici dei malati.
“Un evento di grazia - ha detto don Giuseppe Gigliotti - cui noi tutti affidiamo a Lei i nostri cuori”. Dopo la sua accoglienza ne è poi seguito il Rosario e la messa officiata dal Vescovo Serafino Parisi dove nella sua intensa omelia ha dato monito e spiegato il verso significato di compassione stante nell’essere sempre vicini al malato. “La liturgia di oggi - ha iniziato il Vescovo - ci fa riflettere sulla realtà della malattia e con la quale Gesù si è rapportato, in questo caso con un lebbroso, cui il morbo gli ha tolto la dignità impossibilitandolo ad avere rapporti con gli altri, al tempo infatti, i malati di lebbra erano considerati impuri e dovevano vestirsi di stracci e segnalare il loro male per farsi riconoscere; ma Gesù - ha aggiunto - va oltre questi schemi e lo tocca senza preoccuparsi e farsi problemi dell’affibbiata ‘impurità’ guarendolo mostrandogli vicinanza e compassione, una compassione - ha rimarcato - intesa però come assunzione della sua croce, quindi l’essergli vicino ridonandogli la dignità cui ogni uomo necessita”. La celebrazione si è conclusa con la benedizione degli ammalati presenti con l’unzione dell’olio Santo. Dopo finita la celebrazione c’è stata una breve processione con in testa gli esponenti del clero assieme al Vescovo, gli ammalati e i fedeli con le candele accese.
La due giorni è proseguita ancora nel nosocomio cittadino stamattina, (giorno cui si festeggia la Nostra Signora di Lourdes), ’luogo di sofferenza’ con la messa delle 10:30 nella Cappella dell’ospedale dove Sua Eccellenza Parisi ha donato un segno di conforto con la sua benedizione. Un altro momento di riflessione è consistito nella testimonianza di un volontario Unitalsi e in quello di una donatrice di midollo osseo. A dare degna conclusione a questi giorni dedicati a chi è ‘angosciato dalle fatiche del dolore’ la recita dell’Angelus e la conclusiva preghiera di saluto alla sacra immagine della Vergine di Lourdes che alle 14:30 lascerà l’ospedale. Una tematica quella del dolore e della sofferenza che all’ex passato Pontefice Giovanni Paolo II, stava molto a cuore cui aveva scritto tanto, e, lui stesso, ne è stato in prima persona partecipe con la sua diagnosi della malattia di Parkinson.
Francesco Ielà
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