Lamezia Terme - Una delle piazze più centrali e più rappresentative di Lamezia Terme, quella che compariva spesso sulle cartoline d’epoca, quella dove la domenica si andava a giocare e a prendere il gelato o il cornetto caldo. Così ricordano piazza Mazzini non solo i residenti, ma anche i titolari ed esercenti di attività commerciali presenti: sempre con una certa nostalgia, ma dettata anche da ragioni pratiche, non meno importanti. Inutile nascondere che molti si sentono danneggiati dalla situazione attuale di degrado urbano in cui versa la piazza: qualcuno ha anche pensato di chiudere, qualcun altro lo ha già fatto – la storica edicola prospiciente la villa ha per ora le porte sbarrate.
“La zona non è affatto tranquilla”, lamentano gli esercenti, “non appena fa buio è facile vedere gente che si aggira in stato di ebbrezza, e assistere a risse e litigi, in cui ci si scontra armati di bottiglie rotte e talvolta persino di armi da taglio. Quando è il momento di chiudere abbiamo paura di uscire, e abbiamo paura ad attraversare la piazza, perché l’illuminazione è scarsa, danneggiata o forse progettata male, e ci sono delle vere e proprie “zona d’ombra” che creano pericolo”. “Anche dal punto di vista estetico non è la piazza che ricordavamo” ci ripetono altrove, “I giochi per i bambini, dopo esser stati utilizzati come giaciglio dai senzatetto, non vengono praticamente più usati da nessuno, né di sera né di giorno. E non si viene più a passeggio con i bambini a prendere un dolce o il gelato, nemmeno la domenica, non qui”. Certo, per lo più ci si adatta, e comunque non per forza la composizione multietnica della popolazione che gravita attorno a piazza Mazzini viene da tutti identificata come negativa. Si tende a distinguere i disturbatori dalle famiglie, come in qualsiasi contesto. “La mia clientela è cambiata” ci dice una titolare, “e va bene così. Quando tempo fa una persona in stato di ebbrezza è venuta a disturbare me e i miei clienti ho chiamato le forze dell’Ordine e hanno risolto il problema”. Il punto è che la maggior parte degli esercenti notano l’assenza di un controllo continuo da parte delle autorità su una zona che rischia, secondo varie testimonianze, di cadere in mano alla criminalità. “Vorremmo più controlli e giri di ronda, su entrambi i lati della piazza”, ci dicono. Dietro piazza Mazzini, infatti la situazione è facile da intuire: nella zona storica, sede un tempo delle botteghe dei fabbri nicastresi, il degrado è tangibile, e il palazzo più antico, in cima al quale sono ancora visibili le icone di Sant’Antonio e della Madonna di Pompei, ha la facciata coperte da transenne arrugginite, un albero che spunta fra le tegole dissestate, ed è stato incendiato all’entrata dopo esser diventato ricettacolo di rifiuti urbani. A poca distanza l’albergo più noto della città, una grande farmacia, e il ricordo ancora troppo vicino di ciò che questa piazza è stata e che molti vorrebbero rivedere. “Sarebbe il caso di ripensare piazza Mazzini, confrontandosi con i cittadini e le associazioni, di modo che ritorni fruibile da tutti”, ci dice il portavoce dell’associazione “Italia Nostra” Giuseppe Gigliotti, e la conferma di esercenti e residenti non potrebbe essere più condivisa.
Giulia De Sensi
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