Lamezia, istituto Manzoni Augruso dedica poesia alle vittime naufragio Cutro

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Lamezia Terme - Rose sparse sulla sabbia dorata. E’ il titolo della nota pubblicata sul sito dell’IC Manzoni-Augruso, che ha voluto rivolgere un pensiero alle vittime del naufragio di Cutro, insieme ai versi poetici della scrittrice lametina Antonietta Vincenzo.

“A due settimane dal tragico evento che si è consumato lungo le coste di Steccato di Cutro- si legge in un testo a firma della dirigente scolastica Antonella Mongiardo e delle referenti di plesso - sentiamo il bisogno, come comunità scolastica, di esprimere la nostra vicinanza alle vittime, ai superstiti e, in particolar modo, ai bambini di questa tragedia. Non è la prima volta che ci sentiamo impotenti dinanzi ad eventi così tristi, ma non possiamo non unire la nostra voce a quella di coloro che esprimono il proprio dolore per le molte vite che non ci sono più”. “Perché la missione della scuola è, prima di tutto, quella di sensibilizzare ed educare gli alunni all’accoglienza, all’ascolto, al valore della vita umana e al rispetto dell’altrui dignità. La marcia silenziosa che si è svolta sabato scorso, alla quale ha preso parte anche una rappresentanza della nostra scuola, ha voluto esprimere l’indignazione di noi tutti e dire basta!  Basta a questi terribili eventi! Le molte persone partecipanti al corteo hanno portato sul luogo, come simbolo del tragico evento, dei peluche. Che sono stati regalati alle onde o legati ai pezzi di barca, ancora presenti sulla battigia”.

Ad accompagnare il messaggio, una poesia dal titolo “Rose sparse sulla sabbia dorata” , di Antonietta Vincenzo: "Erano avvezze a ben altre terre Tutte quelle rose rosse, bianche, gialle, che ora invece intirizzite e spoglie poggiano su sabbie sconosciute e brulle. Ignare, stanno attonite e smarrite, a guardare quel mare e a chiedersi “perché?” Cosa vorreste voi sapere, boccioli di rosa da poco in vita, qua e là disseminati per tutto l’arenile di Steccato? Cosa vorreste chiedere se solo ne aveste facoltà? E non guardate con occhio ostile quell’arenile sul quale voi poggiate. Non è terra straniera, inospitale. Non molto tempo fa ben altro era quella spiaggia ora desolata. Baciata dal sole e da un mare immacolato, solo bambini ridenti aveva visto saltellare gioiosi tra uno spruzzo d’acqua e un’onda capricciosa. Udito solamente avea Sgridate di madri e urla di cautela. Oggi è diverso. Il mare non gioisce e le urla son grida di dolore. I bimbi tacciono inerti sulla riva e i grandi giocano a fare i morti galleggiando tutti assieme alla deriva".

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