Lamezia Terme - Quanto sta accadendo in questi giorni in Iraq non può lasciarci indifferenti o distratti, nonostante il tempo di pausa estiva, di vacanze, è un attentato all’umanità, alla nostra coscienza. L’UCID di Lamezia Terme si unisce alla iniziativa promossa della Chiesa Lametina, in risposta all’invito rivolto dalla Conferenza Episcopale Italiana a tutte le comunità ecclesiali di unirsi in preghiera il 15 agosto, solennità dell’Assunzione al Cielo di Maria, per i cristiani perseguitati in Iraq ed ovunque nel mondo. Ci uniremo alla veglia che sarà celebrata giovedì 14 agosto a partire dalle 23.00 al Santuario Diocesano di Dipodi, partecipando alle ore 21.00 alla Messa che il Vescovo Mons. Luigi Cantafora presiederà sul piazzale del Santuario. Siamo anche vicini alle altre comunità religiose ed etniche minoritarie, tra cui gli yazidi, perseguitati e massacrati con i cristiani dai jihadisti dello Stato Islamico, atti di pura barbarie, un attentato al nostro futuro contro il quale dobbiamo reagire. Non abbiamo armi se non l’arma della preghiera e della denuncia, con questo spirito ci uniamo alla dichiarazione pubblicata ieri, 12 agosto, dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
"La situazione drammatica dei cristiani, degli yazidi e delle altre comunità religiose ed etniche numericamente minoritarie in Iraq esige una presa di posizione chiara e coraggiosa da parte dei responsabili religiosi, soprattutto musulmani, delle persone impegnate nel dialogo interreligioso e di tutte le persone di buona volontà. " La ferma denuncia e condanna senza ambiguità di una serie di "pratiche indegne dell'uomo": come il massacro per soli motivi di appartenenza religiosa, le pratiche esecrabili della decapitazione, della crocifissione, dei cadaveri appesi nei luoghi pubblici; o la scelta imposta a cristiani e yazidi tra la conversione all’islam, il pagamento di un tributo o l’esodo; l’espulsione forzata di decine di migliaia di persone, bambini, anziani, donne incinte e malati; il rapimento di ragazze come bottino di guerra; l’imposizione della pratica barbara dell’infibulazione; la distruzione di luoghi di culto e mausolei cristiani e musulmani; l’occupazione forzata o profanazione di chiese e monasteri; il ritiro di crocifissi e altri simboli religiosi cristiani e di altre religioni; la distruzione del patrimonio religioso cristiano di valore inestimabile; l’abietta violenza con lo scopo di terrorizzare le persone e obbligarle ad arrendersi o a fuggire. Barbarie ingiustificabili, di cui dobbiamo prendere coscienza. Un'offesa verso l'umanità e verso Dio Creatore, come ha spesso ricordato il Papa. Riteniamo necessario oltre che opportuno questo appello rivolto a tutti i leaders religiosi affinché con posizioni forti e decise illumino le scelte della politica. Dovremmo auspicare anche una proficua “diplomazia dei popoli”, necessaria per colmare le grandi lacune della diplomazia istituzionale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA