Cosenza - ''La decisione dei vertici aziendali di Trenitalia di sopprimere 14 treni locali in Calabria, impone a ciascun amministratore e ad ogni cittadino di questa terra uno scatto di orgoglio e una presa di posizione decisa, che vada al di là della propria appartenenza partitica''. A sostenerlo è il presidente del consiglio provinciale di Cosenza, Orlandino Greco. ''Lascia inoltre interdetti - prosegue Greco - il pianto di coccodrillo di deputati e senatori calabresi che ancora una volta, anche sul tema dei trasporti, intervengono a mezzo stampa quando il danno ormai è fatto, come se loro non potessero farci nulla. Se i signori parlamentari reputano la decisione incomprensibile, piuttosto che annunciarlo sui social network con allarmante spirito demagogico, si dedichino a mettere in discussione i vertici di Trenitalia per evidenti disparità di trattamento tra il nord e il sud del Paese, mostrandoci finalmente il loro senso di appartenenza alla Calabria. Rimane allo stesso modo inspiegabile il silenzio assenso della Giunta regionale di fronte ad un evidente tentativo di innalzare un muro che impedisca il confronto, la contaminazione culturale e lo scambio di merci nella nostra regione''.
''Deputati, senatori e consiglieri regionali - sostiene ancora il presidente del Consiglio provinciale di Cosenza - siano in prima linea, si carichino sulle spalle le responsabilità che spettano a chi occupa i più alti scranni del potere, stiano sui binari a fermare i treni che arrivano dal nord insieme ai tanti pendolari costretti all'isolamento. Se oggi l'obiettivo dei vertici di Trenitalia è assecondare la logica del nordismo leghista che punta all'isolamento della nostra regione allora è tempo che anche i treni merci provenienti dal nord non raggiungano la nostra terra. Ogni frutto, ogni tessuto, ogni materia prima proveniente dal nord deve tornare indietro. Siamo stati per troppo tempo acquirenti silenziosi, ora dobbiamo invertire questa logica per impedire il tentativo, sempre più evidente, di lasciare la nostra terra a marcire nelle sue difficoltà. Non abbiamo l'alta velocità, abbiamo meno treni e di questo passo non avremo più neanche i binari. E' tempo che cittadini, amministratori e politici calabresi si stringano in un grande cordone sanitario per difendere la nostra terra dall'ennesimo sopruso che umilia la nostra identità''.
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