“La Triponia”, a Conflenti un luogo storico oggi dimenticato: appello per recuperarlo e valorizzarlo

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Conflenti – La Triponia, un luogo antico e ricco di storia che meriterebbe attenzione e tutela. A Conflenti, scendendo lungo l’antica via chiamata “Uartu i Stiddri”, un nome che probabilmente deriva dalla vista mozzafiato del cielo stellato che si apriva una volta terminata la discesa, ci si imbatte in un luogo dal grande valore storico e simbolico: la Triponia. La stradina, stretta e selciata, un tempo conduceva a una posizione privilegiata da cui si potevano ammirare, nelle notti limpide, le costellazioni che si estendevano dal Reventino fino al Mancuso, sovrastando i campi coltivati dell’orto. Proprio qui sorge ancora, seppur in condizioni di grave abbandono, ciò che resta della Triponia, una struttura in pietra che un tempo fungeva da carcere militare. Tra le persone che ancora oggi tengono viva la memoria storica di Conflenti, c’è Lucy Stranges che, lancia un appello in quanto testimone e appassionata che continua a scrivere e raccontare la storia non scritta del paese. Attraverso i suoi ricordi, emerge l’importanza della Triponia, l’antico carcere militare ormai ridotto a rudere. Secondo il suo racconto, emerge come, sotto la struttura principale della Triponia esistevano due celle segrete, ambienti sotterranei oggi completamente ricoperti dalla terra. Nessuno vi accede da tempo, ma esse custodiscono le tracce di un passato lontano che meriterebbe attenzione e tutela. Vi si accedeva attraverso un grande portone in legno su cui campeggiava un grosso maniglione in ferro. A chiudere l’ingresso, una catena pesante, talmente robusta che i bambini del paese, nei loro giochi e nella loro curiosità, non riuscivano nemmeno a sollevarla. Il pavimento era composto da grandi lastre in pietra verde, un’architettura essenziale ma potente, pensata per durare nel tempo. Oggi, purtroppo, tutto questo è scomparso: i lastroni non si vedono più, il portone non esiste, e tutto ciò che rimane è sepolto sotto strati di terra e detriti. Eppure, tramite la voce di Lucy Stranges, questi luoghi tornano a vivere nella memoria di chi ascolta. Il suo intento è restituire, attraverso i suoi racconti, dignità e profondità a un patrimonio che rischia di essere dimenticato come un filo sottile ma resistente che lega il presente di Conflenti al suo passato più autentico. Valorizzare queste storie non è solo un atto di tutela del patrimonio culturale, ma anche un gesto di rispetto verso gli abitanti di Conflenti e chi, come Stranges ha deciso di custodire e condividere ciò che altrimenti andrebbe perduto.

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La Triponia - ricorda ancora - costituiva uno dei primi nuclei abitativi di Conflenti, situato di fronte alla zona delle Pagliare. Sopra il grande cornicione d’ingresso, secondo i racconti, si trovava anche una piccola statua della Madonna Immacolata, oggi scomparsa. Da qui il suo appello per recuperare e valorizzare la zona. Oggi, infatti, l’area giace in stato di abbandono, invasa dai rifiuti e dall’incuria. Eppure, questo sito rappresenta un patrimonio culturale di immenso valore per Conflenti. Le sue mura ancora visibili in alcune foto d’epoca scattate da Umberto Stranges raccontano una storia centenaria: qui venivano detenuti i militari prigionieri, ed è in questo punto che si intrecciano le origini e le prime forme di insediamento della comunità conflentese. La Triponia non è solo un rudere ma un simbolo, un tassello importante della memoria collettiva del paese. Recuperarla, bonificarla e valorizzarla significherebbe restituire dignità a un luogo che parla della storia e della vita di un’intera comunità. Un’occasione per far rivivere un’eredità storica troppo a lungo dimenticata.

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