Lamezia Terme – “Cominciate a prendere posizione anche voi”. Parla ai ragazzi, ai giovani studenti dell’istituto Tecnico “De Fazio” di Lamezia, il Procuratore capo della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, con il suo modo di fare schietto e senza peli sulla lingua che lo ha fatto conoscere anche fuori dalla regione in cui è nato, cresciuto e dove opera da oltre vent’anni.
VIDEO
Il Procuratore va subito al sodo, nessun preambolo, nessuna predica: “Parliamo di economia, parliamo di soldi” afferma. Esempi pratici, per parlare ad una platea di studenti attenta che ha letto il suo ultimo lavoro, “Fiumi d’oro”, che approfondisce proprio gli sviluppi economici della ‘ndrangheta, quella macchina da soldi che scalza nei traffici internazionali anche organizzazioni consolidate. “I soldi sono nelle mani dei capimafia – afferma – gli altri sono morti di fame, utili idioti che portano acqua al pozzo dei capoclan”. Ecco uno degli esempi pratici di Gratteri per avvicinarsi ai giovani.
Si parla di scuola, di preparazione, di istruzione, ma soprattutto di cultura: “Dovete essere coerenti rispetto al vostro ruolo e alla vostra funzione” e li esorta a studiare, ad acculturarsi ma, come spesso ha ribadito, “non andate all’università a tutti i costi se capite che non fa per voi”. L’incontro con gli studenti, presentato dalla dirigente scolastica Simona Blandino e dai docenti Liliana Piricò e Domenico Diaco, però, non è stato un mero monologo del Procuratore ma un dialogo, un botta e risposta tra lui e i ragazzi che, microfono alla mano, si sono fatti avanti per porgli delle domande. “Cosa possiamo fare per combattere la ‘ndrangheta?”, “Esistono commistioni tra mafia e politica?”, “A che punto è la lotta alla mafia?”.
Sono solo alcuni dei quesiti posti al Procuratore, che con due, tre secche battute, è riuscito a dare spazio a tutti: “Allo stato è possibile ridurre in maniera significativa la presenza della mafia in Italia – ha commentato - ma avremmo bisogno di un sistema giudiziario diverso e di un investimento massiccio in istruzione. Posso dire che per ora stiamo pareggiando la partita”. Si spinge poi sulla politica: “La politica di oggi è chiusa a riccio, non risponde ai bisogni della gente, al contrario del capomafia che è presente tutti i giorni a cercare di rispondere a quelle esigenze mancanti ed è lì che sta il tutto. C’è una inversione di tendenza, un rapporto capovolto, uno sbandamento, perché il politico non cerca l’interlocutore nelle persone per bene ma nella mafia, che considera sua unica interlocutrice”.
Infine, un appello a loro, ai giovani, a quegli studenti che lo hanno ascoltato: “Penso a Lamezia e ai 176 arresti operati in quest’ultimo anno sul territorio. Ora tocca a voi: cominciate a prendere posizione, – esorta così gli studenti - allenatevi al gusto della gestione della cosa pubblica perché vi aiuta a crescere. Sono i cittadini – ha aggiunto – che dovrebbero cominciare a fare politica, ad occuparsi del sociale, a prendersi cura – ha concluso - del loro territorio”.
C.S.
© RIPRODUZIONE RISERVATA