Massoneria: prosegue inchiesta su elenchi, il Goi: “Atto arbitrario”

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Roma – E' durata dal primo pomeriggio di ieri e per tutta la notte scorsa l'operazione di perquisizione e sequestro, da parte della Finanza, degli elenchi degli iscritti alle logge calabresi e siciliane del Grande Oriente d'Italia (che conta complessivamente oltre 23 mila iscritti) dopo la delibera adottata dalla Commissione parlamentare Antimafia che ha chiesto allo Scico della Guardia di Finanza di Roma, delegato alle funzioni di polizia giudiziaria, di intervenire, sequestrando tutti gli elenchi degli iscritti dal 1990 ad oggi.

Diversamente è andata con le altre tre obbedienze massoniche, la Gran Loggia Regolare d'Italia, la Serenissima Gran Loggia d'Italia e la Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, dove le perquisizioni sono cominciate nel primo pomeriggio e non si sono protratte così a lungo. Sulla questione è intervenuta la Commissione parlamentare Antimafia che ha spiegato come il materiale acquisito, sia informatico sia cartaceo, è custodito nella sede della polizia giudiziaria. "L'attività d'inchiesta - conclude l'Antimafia - prosegue nelle modalità deliberate dalla Commissione". 

È l'atto estremo al termine di un lungo braccio di ferro. La presidente della Commissione, Rosy Bindi, aveva più volte invitato i vertici delle logge massoniche a fornire gli elenchi per fare luce sul rischio di infiltrazioni di esponenti della criminalità organizzata. Il gran maestro del Goi, Stefano Bisi, si è più volte opposto. Da tempo l'Antimafia ha acceso un faro sui rapporti tra mafie e massoneria sia in seguito agli sviluppi di alcune inchieste della Dda di Reggio Calabria, sia dopo l'audizione della procuratrice aggiunta di Palermo, Teresa Principato, che ha raccontato della rete di protezione di cui gode il boss latitante Matteo Messina Denaro e, infatti, da mesi si punta a chiarire per esempio per quale motivo a Castelvetrano, luogo dove è nato e cresciuto Matteo Messina Denaro, ci sia un numero così consistente di logge massoniche. Ora quindi il cerchio dell'Antimafia si stringe attorno alla massoneria.

Grande Oriente d'Italia: “Ci opporremo ad arbitrario sequestro elenchi"

"Ci opporremo con tutte le nostre forze all'atto arbitrario di cui siamo stati oggetto". Il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Stefano Bisi, nel corso di una conferenza stampa indetta oggi a Roma nella sede del Vascello, ha annunciato battaglia contro l'iniziativa della Commissione Antimafia, che ieri ha dato mandato, su delibera unanime, allo Scico della Guardia di Finanza di procedere alla perquisizione della sede nazionale del Goi e di altre tre associazioni massoniche, con l'ordine di sequestrare gli elenchi dei loro iscritti in Calabria e Sicilia. "Non ci fermeranno - ha assicurato il Gran Maestro - nei nostri confronti è stata commessa una palese discriminazione e un atto intimidatorio. E intanto, mentre domani il collegio dei nostri avvocati si riunirà per contestare in ogni sede quello che è avvenuto, noi continueremo a portare avanti la nostra attività, a promuovere la cultura e la solidarietà, come facciamo ogni giorno, a stare vicino a chi ne ha più bisogno, come abbiamo fatto in questi mesi, che ci hanno visto impegnati accanto alle popolazioni colpite dal terremoto".

Presenti alla conferenza stampa il Gran Maestro Aggiunto Sergio Rosso e il Primo Gran Sorvegliante Antonio Seminario. Ha partecipato alla conferenza stampa anche Fabio Federico, uno degli avvocati del pool incaricato dal Grande Oriente d'Italia di valutare e promuovere le iniziative necessarie per affrontare la situazione in cui si trova l'Istituzione. "La Commissione Antimafia - ha spiegato il legale - è andata oltre i suoi poteri e oltre i poteri della stessa autorità giudiziaria. Nessun reato è infatti contestato all'istituzione massonica a giustificazione del mandato di perquisizione e sequestro messo in atto. Un episodio gravissimo, che lede molti diritti, quello di libera associazione, sancito dalla Costituzione ma anche quello al diritto alla difesa".

"Altri elenchi, se volete, vi darò. Sono quelli dei 19 fratelli massoni che vennero trucidati alle Fosse Ardeatine. Noi abbiamo dato il sangue per costruire l'Italia e questa Repubblica e abbiamo avuto le nostre vittime, vittime del terrorismo e della criminalità organizzata", ha detto il Gran Maestro Stefano Bisi ai giornalisti, annunciando per il 24 marzo, giorno dell'anniversario dell'eccidio nazista, una cerimonia di commemorazione sul luogo di quel martirio e ricordando il caso del sindaco massone di Firenze, Lando Conti, ucciso dalle Br e il caso del padre di Tonino Salsone, attuale presidente circoscrizionale della Lombardia, ammazzato dalla 'ndrangheta.

"Il Grande Oriente d'Italia - ha ricordato ancora il Gran Maestro - è stato perseguitato dal fascismo, le sue sedi furono prese d'assalto dalle camicie nere durante la dittatura, e tengo molto a questo oggetto - ha poi aggiunto mostrando il collare che i Gran Maestri si trasmettono l'un l'altro - perché è un simbolo, un simbolo che ci arriva da lontano: fu messo in salvo da un fratello, che lo nascose nel pannolino del figlio neonato, e poi lo murò. E sui simboli non si può ironizzare, non si possono fare sorrisini come quelli che ho visto in Commissione Antimafia quando si è parlato di guanti e grembiulini".

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