Lamezia, presentato “Il banchetto di nozze e altri sapori” di Carmine Abate all’Einaudi

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Lamezia Terme - Ritorna per la seconda volta con un doppio appuntamento, Carmine Abate, a presentare il suo ultimo libro “Il banchetto di nozze e altri sapori” autobiografia alimentare pubblicata da Mondadori, come gran parte di tutti i suoi libri. Questa mattina, lo scrittore di Carfizzi (KR) abituato agli spostamenti, in quanto per anni si è trovato a vivere in Germania, dove ha poi conosciuto la sua futura consorte, e poi in Trentino, è stato accolto da un ampio uditorio di studenti delle quarte e quinte classi dell’Istituto professionale Einaudi di Lamezia Terme, mentre nel tardo pomeriggio sarà presente alla libreria Tavella. A coordinare il tavolo letterario, un gruppo di docenti dell’IPSSAR con l’aggiunta della professoressa Michela Cimmino del liceo T. Campanella. Un evento che vede, dunque, la collaborazione fra l’ente scuola, la libreria di Gioacchino Tavella e Giacinto Gaetano del Sistema Bibliotecario Lametino.

Colpisce la voce di Benito Pugliese, allievo del professor Roberto Panzarella, con la quale è stata aperta la mattinata sulle note di Elvis Presley ed Elton John, e che in seguito ha condotto all’ascolto di alcune letture tratte dal libro in questione. “Sono commosso – dice il professore Pasquale Roppa – perché Abate parla della Calabria in modo diverso, in modo meno patetico di altri”. Anche la dirigente Rossana Costantino si dichiara particolarmente entusiasta, promettendo all’autore di continuare a leggere i suoi libri “Il primo libro letto è stato ‘La festa del ritorno’ regalo di un’amica molto cara, scomparsa da poco, alla quale voglio dedicare questo incontro: Serenella Mastroianni, – afferma emozionata la Costantino – . In quest’ultimo libro ho trovato parecchie assonanze e similitudini”. E visto che il Natale con i regali sono ormai alle porte, il professore Roppa ha poi ricordato, tenendo come punto focale il valore della lettura nei giovani, di acquistare il libro “di solito siamo abituati a pubblicità natalizie di un diamante per sempre, io vi dico perché non un libro per sempre? Un libro è qualcosa che ci fa crescere”.

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Lo scrittore, che ieri ha ritirato il Premio Padula, giunge con ‘Il banchetto di nozze’ alla terza edizione in poco tempo, ed è reduce di numerosi premi. Ne ricorda qualcuno, fra i più prestigiosi, la professoressa Caterina Spena: “La festa del ritorno selezionato al Premio Campiello e La Collina del vento vincitore dello stesso Premio Campiello – commenta – si tratta di un viaggio che inizia a Punta Alice col ricordo della frittatica della nonna, e che finisce, puntualmente, nella stessa Punta Alice con il ricordo delle cuzzupe della nonna date in dono al figlio”. Un’immagine tesa a delineare cibo e sapori ma anche luoghi e separazioni, quelle fra nord e sud, che risultano dal connubio tra polenta e nduja ma è evidente che Carmine Abate, il quale si sposta dalla Calabria al Trentino, interpreta tutto in chiave di letteratura ‘dell’addizione’. Così la definisce.

Molto stimolante l’intervento della professoressa Michela Cimmino che trasporta il concetto di cibo a quello dell’identità di un popolo fino ad arrivare ai sensi. “Uno strumento esemplare per raccontare la storia, che porta ad emozionarsi – spiega la professoressa – con una scrittura che fa trasparire la sua visione del mondo di allora e del mondo di oggi – poi tocca alla nostalgia ritrovarsi sembrerebbe capire dalle parole della Cimmino – qui il nostos mi rimanda alla felicità dell’attesa, laddove la nostalgia diventa qualcosa di salvifico”. Si parla inoltre di mito e di mitologia, su intuizione della professoressa. “Questo libro nasce da una scena mitica e direi onirica – racconta Abate contento di parlare ai giovani, suoi lettori ideali – il ricordo di mia nonna durante una vacanza al mare a Cirò Marina, dopo una mia malattia, la frittatica come ricatto ‘saporitoso’ per indurmi ad andare al mare, e poi il suo bacio sulla riva di quel mare dove nel ‘400 sbarcarono i profughi”. Ma se è vero che l’uomo è quello che mangia “quanto i calabresi, partendo dal loro convivium, sono quello che sono?” A questa domanda della Cimmino, Abate risponde: “Lo sono dalla testa ai piedi però spesso non sono consapevoli della ricchezza che hanno”. 

V.D.

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