Reggio Calabria - I carabinieri hanno arrestato 40 persone tra Reggio Calabria, Milano, Pavia e Cremona nell'ambito dell'inchiesta "Lex" coordinata dalla Dda di Reggio Calabria contro i presunti boss e affiliati ai clan Ferrentino-Chindamo e Lamari di Laureana di Borrello con ramificazioni in varie regioni. Tra loro vi sono le persone sottoposte a fermo il 3 novembre scorso e 4 nuovi indagati, tra i quali un avvocato, Domenico Chindamo, del foro di Milano ma calabrese di origine.
Il legale, accusato di concorso in intestazione fittizia di beni, era stato perquisito in occasione dei fermi. Per i pm, pur non essendo affiliato, come professionista avrebbe agevolato la cosca Ferrentino creando la ditta di import-export United Seed's Keepers, con sede a Milano e Roma e già sequestrata, ritenuta intestata a prestanomi e usata per gestire un traffico di droga. Arrestato anche l'assessore di Laureana Vincenzo Lainà, già fermato per concorso esterno in associazione mafiosa, considerato il referente politico della cosca.
I provvedimenti restrittivi sono stati notificati anche nelle Case circondariali di Vibo Valentia, Nuoro, Spoleto, Tolmezzo, Cagliari, Melfi e Frosinone. I carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, con la collaborazione dei militari dei Comandi provinciali territorialmente competenti, hanno notificato anche due divieti di dimora. Dei 40 arrestati, 7 sono stati posti ai domiciliari. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, danneggiamenti, lesioni personali gravi, frode sportiva, intestazione fittizia di beni, incendio, con l'aggravante, per taluni, di aver agito con metodo mafioso. Gli arresti di oggi giungono al termine delle indagini fatte all'indomani dei fermi del 3 novembre quando furono catturate 40 persone mentre una è ancora irreperibile perché all'estero.
L'indagine, svolta dai militari della Compagnia di Gioia Tauro sotto il coordinamento della Dda, sviluppata con metodologie di tipo tradizionale e il fondamentale aiuto di un'articolata attività tecnica, a riscontro anche delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, aveva consentito di far luce su una serie di crimini commessi a Laureana di Borrello e nelle zone limitrofe. Dalle indagini è emerso, secondo gli investigatori, come il Comune di Laureana di Borrello fosse stato, negli ultimi anni, un ente per certi aspetti soggetto ai condizionamenti da parte delle cosche che, grazie alle compiacenze di alcuni politici, erano riuscite a ottenere l'aggiudicazione di appalti comunali. Tra gli arrestati di oggi vi sono anche alcuni indagati per i quali inizialmente non erano stati accolti gli elementi indizianti raccolti dalla Dda. Indizi che hanno trovato invece condivisione nell'ordinanza del gip di oggi.
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