Lamezia Terme - Partecipato e denso di contenuti l’incontro fra Doris Lo Moro e le donne Democratiche, che ha visto dialogare senza schermi le molte voci femminili della coalizione di centrosinistra che l’ha candidata nel ruolo di sindaca, e che ha voluto sottolineare, nel linguaggio e nella sostanza, la scelta di una rappresentante donna. “Abbiamo scelto una donna vicina alle donne, fatto non scontato”, ha spiegato Lidia Vescio, rappresentante provinciale delle Democratiche, “perché vogliamo una città più inclusiva, in cui nessuno venga lasciato ai margini, e parliamo anche delle persone fragili, o degli Lgbtquia+, un tema che ci sta a cuore. Vogliamo sia introdotto il Bilancio di genere, vogliamo più asili comunali, la riapertura di una o più case di riposo comunali, l’istituzione di un primo Pride cittadino, costruire una città che garantisca le pari opportunità”. Temi ripresi in gran parte da Teresa Esposito, rappresentante regionale delle Democratiche, che parla anche dell’impegno pregresso di Lo Moro, “una donna che ha segnato un cambio di passo, in questa città, che ha aperto una breccia. Crediamo sia importante sostenerla come Democratiche, e abbiamo voluto far sì che nelle liste della coalizione le donne siano molto ben rappresentate, e fare in modo che questa città possa avere una buona rappresentanza di sinistra. In questo senso, ad ogni livello, sembra che tutto il mondo stia facendo un grosso passo indietro, e se continua così saranno le donne a pagare il prezzo più alto. Ci mettiamo a disposizione del progetto di Lo Moro a Lamezia perché abbiamo bisogno di sindache che ci diano risposte sul territorio, perché quando si lavora per le donne, in realtà è dimostrato che si lavora per tutto il tessuto sociale che hanno intorno”. Ѐ d’accordo la consigliera regionale di Parità Tonia Stumpo, che introduce il tema del livello occupazionale e retributivo delle donne in Italia, “sotto il 20%”: cosa che sottintende non solo un danno per l’economia, ma anche mancanza di libertà. “Molte donne oggi dicono: io non ci sto”, continua Stumpo, “Diventano consapevoli dei loro diritti, ma per renderle più forti dobbiamo metterci insieme, collaborare. Entrare in politica per una donna, in Calabria, non solo ha un significato politico ma anche culturale”.
“Dobbiamo entrare in città, e riprenderci la città”, prosegue la consigliera regionale Amalia Bruni, “o prendercela davvero per la prima volta. In Italia parliamo ormai di gender gap: se i due piatti della bilancia nei settori scuola e salute si equivalgono, nell’economia le donne pesano al 40% contro il 60% degli uomini, e in politica solo per il 20%. Ultimamente siamo scesi in Europa di tredici posizioni, nonostante ci sia una premier donna. Per raggiungere la parità è necessario mettere in campo strumenti per cui la donna che lavora non debba rinunciare alla famiglia, creare una società in cui le donne abbiano diritto di scelta: insieme potremo scrivere un bel pezzo di Storia”. Dopo un inciso sulla proposta di Legge regionale relativa ai centri antiviolenza, che purtroppo non ha finora ottenuto consensi, ma che Bruni e Stumpo intendono potare avanti in Consiglio regionale, la parola passa alle candidate consigliere nelle varie liste: Luana Cerminara, Bernadette Serratore, Piera Dastoli, Luisa Cimino, Laura Gigliotti, Daniela Grandinetti. Intervenuta anche la consigliera uscente Lucia Cittadino e una rappresentante di Azione con Calenda.
A concludere la candidata Doris Lo Moro: “Io credo sia molto importante pensare al plurale. Nel senso che non è importante chi di noi ha il problema, ma capire il problema. Partire con il chiederci se esiste un problema femminile, un gap nel mondo nel del lavoro, e poi dare una risposta netta. Come si fa a dire oggi che non c’è un problema se oltre cento donne vengono uccise ogni anno? Io sono nata in una famiglia con sette fratelli maschi e ho cominciato ad avvertire il problema solo quando sono cresciuta e ho cominciato a pensare al plurale. Perché io posso anche non vivere di persona una discriminazione, ma come faccio a dire che la discriminazione non esiste? Io credo molto nella solidarietà fra donne. Non sempre e dovunque l’ho trovata, ma da sindaca sì, la sentivo. Esiste, ed è un valore”. Quindi una serie di inviti operativi diretti alle candidate e alle donne della coalizione: evitare l’aggressività, “che ci rende simili agli uomini che vorremmo cambiare”; praticare la concretezza e farsi rispettare con la competenza; evitare di usare la doppia preferenza nel voto “come uno scambio”; evitare il voto disgiunto. “Non voglio solo tante candidate”, ha concluso Lo Moro, “ma tante candidate che risultino elette, tante donne e tanti giovani in consiglio, che diano priorità a un certo tipo di problemi. La realtà si cambia se si ha il potere di farlo. E non si tratta per voi solo di entrare in Consiglio: si tratta di eleggere un sindaco che entri con una maggioranza. Mi auguro che il centro sinistra non debba contare neppure un voto disgiunto”.
Giulia De Sensi
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