Roma - Pietro Gaeta, nato a Reggio Calabria nel 1958 e in magistratura dal 1981, è il nuovo Procuratore generale della Cassazione, il capo dei pm italiani, succede a Luigi Salvato, ed è stato nominato con venti voti favorevoli - 9 sono andati al concorrente Pasquale Fimiani, e c'è stato un astenuto - dal plenum straordinario del Csm presieduto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Lunga la sua carriera, culminata nella nomina ad Avvocato generale della Suprema Corte, con grande esperienza in tutti i settori del diritto, soprattutto in quello penale e dell'azione disciplinare di competenza del Pg di Cassazione, ambito che ha riorganizzato di fronte allo tsunami dello scandalo Palamara. Gaeta, che ha esperienza da requirente e da giudicante, ha 'diretto' i magistrati che si sono dovuti occupare di un enorme numero di procedimenti disciplinari e di intercettazioni con il trojan nel quale sono stati captati anche politici. Per due volte, il nuovo Pg è stato distaccato come assistente di studio di tre giudici della Consulta: Flick, Modugno e Gallo, e una volta rientrato in ruolo, ha continuato a curare - senza sgravio di lavoro - il Servizio studi e massimario della Corte costituzionale.
In particolare, per quanto riguarda le ultime battaglie nello sforzo di ripristinare il prestigio e la fiducia nella magistratura, Gaeta - arrivato in Cassazione nel 2005 e ritenuto una memoria storica del Palazzaccio - è stato delegato, negli anni 2019/2020, dai Procuratori Generali avvicendatisi in Cassazione, a rappresentare l'Ufficio nei processi disciplinari alla degenerazione correntizia, definiti, dinnanzi alla Sezione disciplinare del Csm, con accoglimento delle richieste della Procura Generale e con conferma, per taluni, nella sede di legittimità. Assai complesse le questioni di diritto, sia per la tipologia delle incolpazioni contestate, che per mezzi di prova prospettati, tra i quali le controverse intercettazioni con il trojan. Questo lavoro assai rilevante e inedito, senz'altro per numeri e clamore presso l'opinione pubblica, Gaeta lo ha svolto in parallelo - e senza alcun esonero di carico di lavoro - alla normale funzione dirigenziale e di requirente in Cassazione nella sede penale, anche con le udienze ordinarie. Durante il periodo della pandemia, Gaeta è sempre stato presente in Cassazione, e punto di riferimento per i magistrati che lavoravano da remoto. In parallelo al lavoro di coordinamento del settore penale, in Cassazione Gaeta ha portato all'attuazione il cosiddetto Ufficio per il processo penale, unico modello tra gli Uffici requirenti italiani: ad esso, in attesa dell'assegnazione del personale da parte del Ministero, è stato destinato parte del personale amministrativo e applicati i dottori in tirocinio presso l'Ufficio. Agli esordi della sua carriera in magistratura, iniziata in Calabria, Gaeta è stato giudice del Tribunale di Paola; pretore a Melito di Porto Salvo e a Reggio Calabria; sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria. E' stato anche sostituto procuratore presso il Tribunale di Palmi, magistrato di appello destinato alla Procura Generale presso la Corte di Cassazione, sostituto procuratore generale e avvocato generale presso la Cassazione.
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