Lamezia Terme - "Ci accusano di fare uno sciopero politico, noi invece diciamo che facciamo politica sindacale nel momento in cui rivendichiamo salari più giusti, salari più equi e rivendichiamo risorse maggiori anche per chi era in procinto di andare in pensione, ricordo opzione donna o quota 103, ma ancora una volta registriamo segnali negativi da questo punto di vista". Lo ha detto la segretaria generale della Uil Calabria, Mariaelena Senese a margine della conferenza stampa convocata nella sede regionale del sindacato a Lamezia Terme, insieme al segretario generale della Cgil Gianfranco Trotta, per lanciare lo sciopero del prossimo 29 novembre e la manifestazione di piazza che si terrà a Cosenza. La conferenza stampa dei sindacati è arrivata all'indomani della presentazione del rendiconto sociale Inps che ha tracciato un quadro preoccupante per ciò che concerne la Calabria soprattutto in termini di spopolamento e disoccupazione femminile. Per Trotta e Senese la Legge di bilancio "è una manovra contro il Mezzogiorno, anzi il Mezzogiorno non esiste proprio se non come bacino elettorale: è stato anche tolto il 30% della contribuzione sulle assunzioni per il Mezzogiorno, per il resto l’Alta velocità si ferma al 2030 a Praia a Mare, la Statale 106 non ha un progetto di completamento fino a Reggio Calabria, l’autostrada A2 è quella che è".
"La Calabria – hanno sostenuto i sindacalisti – ha bisogno di un cambio di passo. I dati del rapporto annuale dell’Inps confermano che in Calabria c’è tanto lavoro precario, lavoro sottopagato, lavoro nero, c’è una retribuzione media delle pensioni al di sotto della media nazionale, c’è il dato allarmante dei 9mila calabresi, soprattutto giovani, che se ne vanno e cambiano residenza. C’è quindi bisogno di un piano per il lavoro che dia l’opportunità ai giovani di rimanere in Calabria e nelle sue aree interne". E ancora: "Consideriamo la manovra di bilancio del governo - hanno rimarcato Senese e Trotta - del tutto inadeguata a risolvere i problemi del Paese. Per i rinnovi contrattuali è previsto il 5,75% a fronte di inflazione del quasi 16%: è evidente – hanno rilevato i segretari generali di Cgil e Uil Calabria – che così non è possibile non dare risposte ai cittadini. E poi c’è la vergogna dei 3 euro al mese ai pensionati, forse avrebbero fatto meglio a mettere quei soldi sulla sanità e forse un pensionato avrebbe guadagnato di più in termini di servizi della sanità o di assistenza alla persona anziché mortificarli con questa somma irrisoria".
B. M.
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