Rogliano (Cosenza) - Addio a Giovanni Laurito, roglianese di Saliano, partigiano combattente in Albania. Aveva 102 anni. Si trovava nella casa di riposo di Malito quando le sue già precarie condizioni di salute si sono irrimediabilmente aggravate. Il sindaco di Rogliano, Giovanni Altomare, appresa la notizia, ha diffuso un messaggio di cordoglio, ricordando Laurito come “una figura esemplare destinata a entrare nella storia della nostra città, nobilitata dal suo coraggio e dal suo impegno per la libertà”. Anche l’Anpi e il Centro sociale di Saliano hanno espresso sentimenti di “profonda tristezza” per la scomparsa di un “grande testimone” della lotta al nazifascismo. Laurito fu riconosciuto come partigiano combattente all’estero dall’apposita commissione per l’assistenza post-bellica, Comitato Anpli di Cosenza. Nell’agosto del 1944, con l’esercito italiano in rotta e la conseguente occupazione nazista, egli rifiutò di consegnare le armi ai tedeschi, rischiando la deportazione nei lager. Decise, invece, di aggregarsi alla Brigata Gramsci, una formazione partigiana composta da militari italiani e civili albanesi, attiva sin dall’armistizio dell’8 settembre 1943. Questa brigata aveva affiancato l’Esercito albanese di Liberazione nazionale nella lotta contro gli occupanti. La sua brigata venne duramente colpita dagli attacchi tedeschi. I quaranta superstiti, rifugiatisi nelle boscaglie a monte del fiume Erzen, vicino a Tirana, riuscirono ad arruolare altri militari italiani sbandati, continuando a combattere fino alla vittoria finale. Tornato nel borgo natio, il reduce imparò a leggere e a scrivere con l’aiuto del parroco, che lo applicò come sagrestano nella chiesa della Madonna del Rosario. Si iscrisse al Partito Comunista, rimanendo sempre un convinto militante. Appassionato di lettura, amava i classici latini e greci, così come i testi di filosofia, che divennero per lui fonte di ispirazione. (lmp)
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