Terza giornata della cultura all’IIS “Luigi Costanzo” di Decollatura dedicata alla storia

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Decollatura -  "Si apre con la presentazione di un libro, Il Carro della Storia, di Angelo Falbo, la terza Giornata della Cultura dell’IIS “Luigi Costanzo” di Decollatura. L’evento, moderato dalla professoressa Elena Grande, docente di Filosofia e Storia del Costanzo, si è tenuto nell’Auditorium del Liceo, alla presenza solo di alcune classi, per ottemperare alle disposizioni anticovid, ed è stato seguito a distanza da altre classi dell’Istituto; altri studenti nella stessa giornata hanno visitato il Ghetto Ebraico e il Museo Archeologico di Lamezia Terme. Ha dato il via alla giornata la collaboratrice della Dirigente Scolastica, professoressa Iolanda Pulice, che nell’introdurre Angelo Falbo, ospite e autore del libro, ha evidenziato quanto sia ricco il suo percorso professionale, essendo autore ed essendo stato anche professore e preside. La professoressa Pulice si è soffermata poi sulla bellezza della scoperta a cui si giunge con il lavoro di ricerca e ha spiegato ai ragazzi che il lungo lavoro del preside Falbo, di cui il suo libro è frutto, può e deve essere continuato e portato a compimento dalle giovani generazioni" è quanto si legge in una nota.

"Ha preso quindi la parola - spiegano -  il preside Falbo, che ha ringraziato dell’invito la dirigente scolastica dell’IIS “COSTANZO”, dottoressa Antonella Mongiardo. Il preside ha poi ringraziato anche i docenti, gli studenti e il personale dell’Istituto. Il preside ha affermato di sentirsi a casa. E’ infatti di Carlopoli e ha insegnato Italiano e Storia per due anni all’Istituto Professionale e per ben quattordici anni all’Istituto Industriale, oggi Tecnico Informatico, di Soveria. Ha poi iniziato la sua carriera di dirigente scolastico. Pur non definendosi uno scrittore e uno storico, il preside ha portato avanti un lavoro di ricerca che si è concretizzato nella scrittura di un libro, che – dice - può rendere fruttuoso il nostro incontro di oggi - . Il libro racconta anche di persone che hanno drammaticamente vissuto l’esperienza della guerra, ma la loro vicenda non è stata un monito, visto che un nuovo conflitto dagli sviluppi imprevedibili si è di recente aperto in Europa".

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"Il preside continua affermando che la passione civica ha sempre guidato il suo lavoro di docente e preside e il suo lavoro di ricerca, come pure la sua adesione all’ANPI, l’associazione Nazionale del Partigiani Italiani. Il preside comincia a presentare il suo lavoro ricordandoci che se la Resistenza al Nazifascismo si è sviluppata in tutta Italia, la Guerra Partigiana è stata combattuta solo nel nord Italia, dove dal 1943 al 1945 è esistita la Repubblica di Salò. A combattere la Guerra Partigiana nel nord Italia sono stati però anche tanti Meridionali che per varie ragioni si trovavano al Nord. Di tutti questi combattenti meridionali c’è poca conoscenza e quindi anche poca memoria. Un giorno, nel cimitero di Carlopoli, il preside si imbatte in una lapide che colpisce la sua attenzione. Essa reca la scritta “Ing. Antonio Tallarico ex comandante partigiano 15/7/1909 – 23/5/1998” . Sulla parte destra della lapide compare un nome, Caterina Portiglia in Dardano, con l’indicazione della sola data di morte, 1936. Un ex comandante partigiano a Carlopoli? Parte da qui la ricerca del preside Falbo, che lo porta a frequentare la Biblioteca della Resistenza e l’Archivio di Stato di Torino, l’Archivio di Stato di Catanzaro, gli Archivi delle Parrocchie e dei Comuni dei paesi del Reventino, che sono, sottolinea il preside invitando i ragazzi a frequentarli, un patrimonio ricchissimo di documenti, utili a ricostruire la storia del nostro territorio".

"La ricerca del preside continua anche con l’intervista a persone che ricordano racconti e storie di loro parenti e conoscenti che non ci sono più. E nel ricostruire questa trama principale della storia ecco che altre storie, tante, vengono ricomposte e narrate. Come la nostra storia di povertà e di emigrazione, che se ha allontanato dal Meridione tante persone, ha nel contempo permesso a chi rimaneva nel paesello di far studiare i figli e di fargli compiere quel salto sociale che ha cambiato sicuramente in meglio la loro vita. Chi partiva e soffriva la condizione di emigrante era consapevole che il suo sacrificio sarebbe servito a suo figlio, che grazie all’istruzione non sarebbe stato più suddito, ma finalmente cittadino. Dobbiamo ricordarcene anche noi, ogni volta che analizziamo il tasso di dispersione scolastica di oggi!  Le rimesse mandate dai tanti Meridionali alle loro famiglie in Italia hanno contribuito e non poco a creare la ricchezza dell’Italia intera. Ecco perché secondo il preside parlare oggi in Italia di economia differenziata è profondamente ingiusto nei confronti della popolazione meridionale".

"Oggi. Qualunque fatto del passato ricostruiamo ci riporta a oggi. L’Oggi e il Domani sono il senso della Storia. Se non fosse così conoscere i fatti storici sarebbe sterile erudizione. E invece conoscere i fatti storici è solo il primo gradino della scala: dalla conoscenza deve scaturire la riflessione. E la riflessione sui fatti del passato, che possono essere anche molto lontani nel tempo da noi, deve orientare le nostre scelte di uomini e di donne di oggi e di domani; deve orientare il nostro Futuro. Ecco perché l’insegnamento della Storia è così importante.  Eppure solo due ore a settimana sono riservate a questo insegnamento nelle scuole secondarie di secondo grado, e solo un’ora, un’ora a settimana, è riservato a questo studio nel primo biennio degli Istituti Professionali. Viene così a mancare agli studenti quel quadro generale necessario a comprendere pienamente anche i contenuti specifici di altre discipline. Necessario, quindi, un ripensamento, una nuova definizione dello spazio da dare all’insegnamento della storia nella scuola, una nuova visione del profilo professionale di chi insegna questa disciplina, una ridefinizione e uno svecchiamento dei metodi con cui questo insegnamento così importante viene impartito".

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