Processi, sentenze, denunce e reati: tutti i numeri del tribunale di Lamezia nella relazione dell’anno giudiziario

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Lamezia Terme – Una lunga e approfondita analisi dell’andamento giudiziario nel distretto di Lamezia, con numeri e dati relativi a un anno di vita al tribunale di Lamezia Terme. Molte le particolarità emerse nella relazione del presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, Concettina Epifanio, nel corso della inaugurazione dell’anno giudiziario a Catanzaro.

Il contenzioso ordinario

Per il Tribunale di Lamezia Terme può apprezzarsi come il contenzioso ordinario, sebbene indubbiamente ancora elevato, appaia in decisa diminuzione, con un indice di ricambio pari a 1,37, essendo state le definizioni (n. 2.129) decisamente superiori alle sopravvenienze (n. 1.548).

I tempi della giustizia a Lamezia

Positive ricadute ha avuto la Riforma Cartabia sul Tribunale di Lamezia Terme, nel quale, nel lasso di tempo tra il 1° luglio 2023 e il 30 giugno 2024, si è registrato un deciso decremento delle iscrizioni, nonché un miglioramento dei tempi medi di definizione dei procedimenti in materia di famiglia, ascrivibile, secondo il Presidente del Tribunale, Giovanni Garofalo, alla celerità del nuovo rito unitario; in particolare, per i procedimenti su domanda congiunta tra la data di deposito del ricorso e la sentenza definitoria trascorrono tempi medi addirittura inferiori a 30 giorni (in 46 ulteriore, seppur lieve, diminuzione rispetto al dato riscontrato lo scorso anno, inferiore a 40 giorni). “Il Presidente del Tribunale di Lamezia Terme – si legge nella relazione - riferisce che il suo ufficio ha aderito all’orientamento giurisprudenziale che consente la domanda cumulativa (separazione e divorzio) anche in caso di ricorso congiunto, ancor prima che la Corte di Cassazione si pronunciasse sulla questione”.

Il punto sull’organico

Per quanto riguarda il Tribunale di Lamezia Terme, nell’anno in considerazione la situazione dell’organico del personale magistratuale, dopo anni in cui si era registrata una scopertura pari nel suo complesso al 35%, è nettamente migliorata: a decorrere dalla fine del 2022 i posti sono stati tutti coperti e, a seguito del trasferimento al Tribunale di Catanzaro con funzioni semidirettive di una giudice della Sezione penale, è rimasto vacante solo 1 posto di giudice, e tale vacanza ha interessato il settore penale. Quanto alle pendenze, alla data del 30.6.2024: • i processi di rito collegiale pendenti erano n. 168 (i sopravvenuti nel periodo 1.7.2023/30.6.2024 sono stati n. 49 e le definizioni n. 51);

Sono stati, dunque, definiti più processi di quelli di nuova iscrizione e il dato merita di essere evidenziato, considerato che la Sezione non è stata ad organico completo e che tra le definizioni vi è stata quella del maxiprocesso convenzionalmente noto come “Imponimento”. I processi di rito monocratico pendenti erano 3.673 (con una sopravvenienza annua di 1.341 processi e una definizione annua di 1.167 processi). In questo caso le definizioni annue sono state inferiori alle sopravvenienze, ma ciò è dovuto all’incremento delle nuove iscrizioni più che a un calo di produttività, ché anzi è cresciuta rispetto al passato.

L’ufficio Gip/Gup

Bilancio positivo tra sopravvenienze e definizioni si registra per l’ufficio Gip/Gup con riferimento ai procedimenti contro Noti (pendenze: 362, sopravvenuti: 1.460, definiti: 1.685); per i procedimenti contro Ignoti le definizioni sono state inferiori alle sopravvenienze (pendenti: 318, sopravvenuti: 1.588, definiti: 1.305).

I reati commessi: aumentano gli illeciti legati alla droga

In ordine alla tipologia dei reati, si registra un elevato aumento del numero di reati in materia di stupefacenti e in materia ambientale. In notevole aumento anche i reati contro la libertà sessuale. In particolare, nel periodo di riferimento, quanto alle fasce deboli, sono stati definiti 187 procedimenti in abbreviato e 78 in sede dibattimentale.
Costante il numero di reati in materia di armi, reati di furto, truffa aggravata, bancarotta fraudolenta, usura, rapina, estorsione, tentato omicidio.

I processi legati alla criminalità organizzata

In consistente aumento, invece, i processi di criminalità organizzata. Nel periodo in esame è stato definito il 19 giugno 2024 il maxiprocesso convenzionalmente noto come “Imponimento” a carico di 73 imputati, di cui diversi sottoposti a misura cautelare detentiva, concernente contestazioni associative di stampo mafioso e finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti. È stato, altresì, definito il processo DDA a carico di otto imputati convenzionalmente denominato “Reventinum”. Attualmente pendono altri 2 maxiprocessi DDA con imputati detenuti (“Alibante” e “Droga Parlata), nonché altri processi sempre per reati di criminalità organizzata a carico di più imputati cautelati (“Svevia”, “Filo Rosso”, “Medusa”, “Black and White”, “Crisalide”, “Quinta Bolgia”, “Nuove Leve”, “Casa di Riposo Nuova”). Contenuto è stato il numero degli appelli avverso le sentenze del giudice di pace (20 appelli pendenti all’inizio del periodo di riferimento, con una sopravvenienza annua di 10 nuove iscrizioni e una definizione di 18 processi).

I numeri delle sentenze

Tra i riti alternativi è in considerevole aumento rispetto al passato il numero delle richieste del rito abbreviato e del rito del patteggiamento in sede dibattimentale (49 rito abbreviato e 18 patteggiamento), mentre il dato rimane stazionario presso l’ufficio GIP-GUP (45 rito abbreviato e 50 patteggiamento); - in cospicuo aumento (di oltre il 50%) le sentenze di non punibilità, e in lieve aumento le sentenze di proscioglimento in udienza preliminare.

Il potere della ‘ndrangheta nel circondario di Lamezia Terme

“Anche il circondario di Lamezia Terme – che abbraccia 26 Comuni per una popolazione residente di circa 150.000 abitanti – è caratterizzato dalla pervasiva presenza di potenti e articolati gruppi criminali di tipo mafioso – si legge nella relazione - che genera un numero di complessi procedimenti e processi ben difficile da fronteggiare con organici di pubblici ministeri e giudici spesso scoperti e non adeguati al bacino di utenza. Operando in un’area geografica ad alta densità mafiosa la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme ha sempre assicurato un supporto diretto e immediato alle attività della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, pianificando anche attività di indagini congiunte e provvedendo simultaneamente all’esecuzione di misure cautelari, nonché prestando collaborazione in occasione del fermo di indiziati di delitti per fatti di mafia che, nel corso dell’ultimo anno, la DDA ha eseguito nel circondario di Lamezia Terme”.

I reati cosiddetti di criminalità comune

Si segnala una crescita esponenziale dei procedimenti per reati in materia ambientale in ragione dei serrati controlli a cui è stata sottoposta nell’anno di riferimento l’ex area industriale del Comune di Lamezia Terme. Particolarmente impegnativa è stata anche l’azione di contrasto allo sfruttamento del lavoro: “l’attività di indagine – si legge ancora - culminata in più procedimenti taluni dei quali già definiti in primo grado, ha accertato che molti datori di lavoro retribuiscono sistematicamente l’attività lavorativa dei loro dipendenti in misura notevolmente inferiore rispetto a quanto stabilito dai contratti collettivi nazionali stipulati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative, facendo risultare fittiziamente in busta paga una retribuzione, magari comprensiva di lavoro straordinario e indennità varie, ben superiore a quella realmente percepita dai lavoratori.

Ed è una triste considerazione quella del Procuratore Curcio secondo cui una siffatta politica aziendale viene di fatto “accettata” dai dipendenti, i quali, pur consapevoli di essere sfruttati, "non vengono minacciati di licenziamento o di mancata assunzione nel caso in cui non acconsentano alla compressione dei loro diritti, semplicemente perché non ve ne è alcun bisogno: difatti, i lavoratori, nella stragrande maggioranza dei casi, soggiacciono alla “legge di mercato” della realtà territoriale in cui vivono, rassegnati all’idea che “così fan tutti” e che, anzi, secondo le loro fonti di conoscenza, in altre imprese la situazione sarebbe persino deteriore".

Anche nel settore delle sostanze stupefacenti e psicotrope il Procuratore della Repubblica denuncia nel circondario di Lamezia Terme un notevole incremento di piantagioni di cannabis, con il coinvolgimento di soggetti estranei all’area lametina. Interessante è la spiegazione che egli ne dà, di tale fenomeno, prima caratterizzante in particolare le aree aspromontane e la piana di Gioia Tauro: attraverso il coordinamento del locale ufficio di Procura con le Direzioni Distrettuali Antimafia di Catanzaro e di Reggio Calabria e con la Procura di Vibo Valentia è stato possibile appurare che «a causa dei serrati controlli di Reparti speciali degli organismi di polizia giudiziaria, primi tra tutti il G.O.C.C. dei Carabinieri e le Sezioni Operative della Guardia di Finanza, la criminalità organizzata reggina ha deciso di “delocalizzare” le piantagioni di cannabis, spostandole, appunto, in modo precipuo, nei circondari di Lamezia Terme e Vibo Valentia. Risulta evidente che tale determinazione è stata preceduta dai necessari – e scontati – accordi con le organizzazioni operanti nei predetti circondari.» Infine massima attenzione ha riservato la Procura della Repubblica di Lamezia Terme ai reati in materia di violenza domestica e di genere, che anche nell’anno in considerazione hanno subito una crescita esponenziale delle iscrizioni, registrando un numero di 166 nuovi procedimenti iscritti4, ma per fortuna nessun femminicidio”.

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