Lamezia Terme - Diverse le reazioni dei gestori degli stabilimenti balneari della Riviera dei Tramonti di fronte al recente atto di indirizzo emesso dalla Giunta Regionale che invita a mantenere aperti i Lidi per tutto l’anno con la finalità di destagionalizzare il turismo. Nell’approccio non prevale l’ottimismo, ma molto dipende dalla zona, dalla presenza già in essere di una concessione annuale, e soprattutto dalla conduzione annessa al Lido di strutture ricettive e/o di ristorazione già organizzate e ben avviate, queste ultime con locali al chiuso dotati anche di riscaldamento: servizi attualmente non in dotazione a tutti, ma alcuni si propongono di attrezzarsi in vista della svolta, se pure senza nascondere un certo scetticismo. “Io credo che restare aperti sempre sia impossibile” dichiara un gestore operativo sul Lungomare Falcone-Borsellino, “almeno da noi, in questo momento. La proposta potrebbe essere valida in luoghi come Soverato o Tropea, già toccati dal turismo di massa, o in città come Reggio, Crotone o Corigliano-Rossano, dove il centro città, con i negozi e gli altri servizi, è vicinissimo al Lungomare. Qui da noi verso le otto di sera la gente comincia ad andare via, e se non ci fossimo noi a fare un po’ d’animazione notturna sarebbe il deserto. A parte che nei giorni festivi, l’affluenza di visitatori extra-stagionali non consente progetti di questo tipo”.
Meno riserve nei grossi Lidi di Falerna e Gizzeria, dove la movida ha già attecchito da diversi anni e sono maggiori per i gestori le possibilità di immaginare un futuro di attività no-stop. “Abbiamo avuto da poco la notizia dell’atto d’indirizzo”, spiega il titolare amministrativo di un noto stabilimento, “ma non siamo preoccupati: la nostra è un’attività già storicizzata in questo senso, che comunque resta aperta attualmente sei mesi l’anno, da aprile a settembre, con una concessione e un’offerta di servizi che ce lo consente. Volendo, dunque, potremmo anche riuscire ad ottemperare all’atto. Ma il punto non è questo. Per consentire una risposta generalizzata, che realmente possa portare a destagionalizzare il turismo, occorre un radicale cambio di mentalità, una svolta culturale che porti ad offrire servizi collaterali di diversa tipologia sparsi sul territorio – trasporti, strutture ricettive, connessione con le attrattive turistiche dislocate sul posto. In assenza di questi servizi, e di un progetto a lungo termine di accoglienza ai visitatori, l’atto mal si sposa con le condizioni attuali in cui ci troviamo a operare. Dunque, ben venga l’indicazione, ma serve la volontà diffusa di iniziare questo percorso”.
Giulia De Sensi
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