Lamezia: Terme Caronte precisa storia stabilimento e perchè non può gestire il Comune

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Riceviamo e pubblichiamo

Lamezia Terme, 29 marzo - Le continue accuse nei confronti della Società Terme Caronte S.p.A. che, ormai periodicamente, si leggono o si ascoltano sui media locali rendono necessarie alcune puntualizzazioni. Proprio qualche giorno fa la Destra cittadina, probabilmente al fine di screditare l’operato della Giunta Speranza, ha attaccato immotivatamente la “gestione” della Terme Caronte S.p.A., definendola fallimentare e richiedendo che “... il Comune si attivi immediatamente per rientrare nella gestione diretta di un bene che è collettivo, rescindendo necessariamente il contratto stipulato con chi per troppo tempo è stato probabilmente corresponsabile della mancata crescita della zona”.  “C’è un solo bene: il sapere. E un solo male: l’ignoranza”. (Socrate). Orbene, la Terme Caronte S.p.A. (e non Terme di Caronte, come viene spesso erroneamente denominata) è la società che prosegue un’attività tra le più antiche nella Regione. Le acque della sorgente Caronte, che danno il nome alle Terme ed alla Località, e non viceversa, conosciute nel II° sec. d.C. sono citate negli itinerari Romani come "Acquae Angae". Il capostipite, Giangaleano Cataldi, nei primi del ‘700, constatate le potenzialità delle sorgenti, ne iniziò l’utilizzazione a livello “industriale”. Dal 1716 la famiglia Cataldi, oltre ad avere avviato la bonifica dei luoghi, il rifacimento delle case esistenti e la costruzione di nuove, acquistò i terreni circostanti. In seguito, nel 1736, anche il terreno della badìa venne acquistato dalla famiglia Cataldi, per la somma di 56 ducati, mediante pubblico strumento. Dopo aver dotato la località di uno stabilimento per la pratica dei bagni, di alloggi per i curandi e fornito la struttura di illuminazione a gas acetilene, nel 1924 ha ottenuto il nullaosta ministeriale per l’utilizzo terapeutico dei bagni. Dal 1929 si iniziavano anche a praticare le fangature, utilizzando le argille depositate nel tempo dalla sorgente. Venivano poi avviate nuove opere di captazione unitamente alla costruzione di un nuovo stabilimento termale nel 1965-67. Gli anni seguenti hanno evidenziato il costante impegno della famiglia Cataldi al completamento delle strutture curative. Nel 1975 la F.lli Cataldi s.n.c. si è trasformata nell’attuale Terme Caronte S.p.A., della quale la famiglia Cataldi detiene il pacchetto di maggioranza. La società Terme Caronte si è sempre distinta per le innovazioni tecnologiche. E’ stata tra le prime ad adottare accorgimenti innovativi per la costruzione del nuovo stabilimento. Particolare cura fu dedicata “al nucleo di fangoterapia” tanto da risultare nel 1967 tra i più moderni ed innovativi ed ancora oggi all’avanguardia. E’ stata tra le prime aziende a rivolgere l’attenzione al benessere nel 1970 e nel 1979 ha realizzato una linea di prodotti cosmetici. Tra le prime aziende nel paese, a disporre di un elaboratore elettronico, nel 1980, per eseguire e supportare l’elaborazione di dati statistici ed epidemiologici e, nello stesso anno, sono state realizzate moderne infrastrutture per il miglioramento dell’accesso alle cure quali il Centro medico d’ammissione, il Centro medico specialistico, il Centro diagnostico per la prevenzione e la cura della sordità rinogena ed il reparto per la riabilitazione della funzione respiratoria. All’avanguardia nell’utilizzo di tecnologie informatiche, con la realizzazione, nel 1996, del sito internet e dell’e-mail. Prima azienda nel centro-sud a certificare i processi di erogazione delle cure, dal SINCERT DNV. Tra le prime nel 2004 ad adottare la carta dei servizi. Ha realizzato il primo museo d’impresa del settore termale in Italia, facendo tesoro della particolare condizione di continuità da parte della famiglia Cataldi, unica nel panorama Nazionale. Ulteriori investimenti sono in corso ed altri allo studio. Se oggi esiste uno stabilimento termale nella città di Lamezia Terme, lo si deve all’impegno della famiglia Cataldi, della società e dei suoi dipendenti.
Nessun contratto di gestione, quindi, esiste o potrebbe esistere tra la Società ed il Comune di Lamezia Terme che, pertanto, non potrebbe certo riappropriarsi di alcunché. Ulteriore puntualizzazione si impone in risposta alla errata dichiarazione secondo cui bisognerebbe “progettare un cambiamento risolutivo che vada nella direzione dell’abbattimento del “monopolio privato” di una società che, priva dei finanziamenti regionali, ricordiamo solo nel 2011 a fronte di un fatturato di circa 260 mila euro il budget assegnato dalla regione è stato di 1 milione e 50 mila euro, potrebbe continuare con il suo atteggiamento “tradizionalmente disinteressato” nella disastrosa conduzione degli stabilimenti, che negli ultimi 40 anni non ha apportato alcuno sviluppo al quartiere di Caronte né tantomeno alla città, sia in termini turistici che occupazionali”. Evidentemente chi pronuncia tali affermazioni, ignora che la Terme Caronte ha un fatturato che supera abbondantemente il budget annualmente previsto dalla Regione Calabria che oggi è di € 1.279.850,00. Ignora altresì che la Regione Calabria, e per essa l’ASP di Catanzaro quale ente deputato ad eseguire materialmente il rimborso del costo delle cure convenzionate, impone ogni anno un tetto di spesa che ne limita l’attività e quindi i ricavi d’esercizio, ed è morosa nei confronti delle Terme per diverse centinaia di migliaia di euro di rimborsi arretrati, risalenti addirittura a molti anni addietro, e relativamente ai quali, allo stato, pendono azioni di recupero coatto cui la Terme Caronte è stata costretta, suo malgrado, a ricorrere. E’ necessario sottolineare che circa 70 famiglie trovano oggi occupazione diretta nella Terme Caronte S.p.A.. Usufruiamo, dunque, tutti delle Terme Caronte evitando di strumentalizzare per fini propagandistici una risorsa che pochi, in Italia, hanno la fortuna di avere a disposizione".

Terme Caronte Spa


 

La Destra e la richiesta al Comune di rientrare in possesso delle Terme

Riportiamo qui di seguito, ed in calce alla precisazione delle Terme di Caronte Spa, la nota de La Destra che ha scatenato la querelle sulla gestione pubblica dell'area termale.

"Alla presenza di tutto il direttivo cittadino con il Consigliere Comunale Massimo Cristiano, arch. Francesco Materazzo, Vincenzo Angotti,  dott. Luigi Taverna, Gianluca Cristiano, Daniele Pandolfo, Valentino Vesci, avv. Alessia Notaris, dott. Marco Cristiano, dott. Domenico Furgiuele, Ivan Curcio, Pietro Salvatore Rocca nuovo membro della componente  giovanile del Movimento Territorio e Lavoro, come ogni giovedì, giorno 21 si è riunito il direttivo cittadino de La Destra e i membri del Movimento Territorio e Lavoro insieme a  numerosi simpatizzanti e iscritti. Durante l’incontro si è valutata la situazione politica cittadina, ed in particolare  l’ultimo operato della giunta Speranza  con le insignificanti delibere approvate dalla giunta comunale in merito alla terme di Carone, ovvero i 25.000 euro destinati per la sistemazione dell’area circostante ed esterna alle terme, e il via all'iter per la stipula di un protocollo d'intesa con la Provincia di Catanzaro per la sistemazione di un'area polivalente  al fine di ospitare il mercatino stagionale e altre attività sportive e ricreative,  provvedimenti che hanno l’impronta di una vera e propria elemosina. Troppo poco per un quartiere che dà parte del nome alla città, ancora una volta la giunta Speranza mira spontaneamente ad obbiettivi poco concreti, quasi irrilevanti per lo sviluppo termale della città inteso come ricadute economiche  positive soprattutto per i residenti, a trarne un minimo  beneficio  solo la storica proprietà  della S.P.A. che, nei fatti, è unico ed indiscutibile gestore dalla risorsa solfurea. Come dire, cari abitanti di Caronte,  vi puliamo il piazzale, vi organizziamo il mercatino rionale, ma guai a voi a toccare o parlare dell’acqua delle terme! L’assessore alle attività produttive,  per il rilancio delle terme, propone interventi banali  figli di una visone ottusa dello sviluppo economico della zona, incapace di comprendere quanto grande sia la risorsa a disposizione della comunità. Migliorare, non vuol dire prepararsi alla normale amministrazione di una qualsiasi stagione termale, ma significa progettare un cambiamento risolutivo che vada nella direzione dell’abbattimento del monopolio privato di una società che, priva dei finanziamenti regionali, ricordiamo solo nel 2011 a fronte di un fatturato di circa 260 mila euro il budget assegnato dalla regione è stato di 1 milione e 50 mila euro, potrebbe continuare con il suo atteggiamento tradizionalmente disinteressato nella disastrosa conduzione degli stabilimenti, che negli ultimi 40 anni non ha apportato alcuno sviluppo al quartiere di Caronte ne tantomeno alla città, sia in termini turistici che occupazionali. La città non ha bisogno di altri parcheggi puliti per organizzare mercati stagionali o attività ludico ricreative, ma ha la necessità di veder sviluppare insediamenti floridi che diano lavoro reale e duraturo soprattutto ai giovani. Lamezia forse, è l’unica realtà nazionale con le terme il cui comprensorio ha il più alto tasso di disoccupazione giovanile, eppure si parla di turismo come unica risorsa per la città. Così come ribadito nel recente passato, chiediamo che il comune si attivi immediatamente per rientrare nella gestione diretta di un bene che è collettivo, rescindendo necessariamente  il contratto stipulato con chi per troppo tempo è stato , probabilmente, corresponsabile della mancata crescita della zona.  Svincolare le acque termali di Caronte, per salvaguardare un diritto che è di tutti i cittadini di Lamezia, sarà il nostro primo punto nel  programma elettorale che presto ci condurrà alle prossime elezioni comunali, progetto imprescindibile per quanti, partiti o movimenti, vorranno condividere un percorso elettorale insieme a La Destra e al Movimento Territorio e Lavoro”.

 

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