Lamezia, Multiservizi replica a Sinistra italiana: "Nell'impianto di località Stretto nessun processo di combustione"

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Lamezia Terme - La Lamezia Multiservizi in riferimento a quanto affermato dal Coordinamento Provinciale di Sinistra Italiana su "presunti fenomeni di inquinamento dell'aria tra Maida e Lamezia Terme" precisa che "Innanzitutto, nella discarica di Loc. Stretto non avviene alcun processo di combustione e conseguentemente non vi è produzione di diossina che deriva dalla combustione di materiale plastico. Inoltre, riguardo alle indagini dei Noe di Catanzaro del 2019 non si riferiva nel modo più assoluto ad aspetti quali traffico illecito di rifiuti ne tantomeno a fenomeni di inquinamento o problematiche similari ma esclusivamente ad alcune problematiche tecniche di adeguamento della struttura come in precedenza rilevate da Arpacal".

"Il sequestro al quale si riferisce la nota del Coordinamento Provinciale di Sinistra Italiana non riguarda - precisano - il corpo della discarica ma i piazzali circostanti dove erano state rilevate delle irregolarità inerenti principalmente alla regimentazione delle acque di prima pioggia. Effettuati gli interventi prescritti vi è stato il provvedimento di dissequestro ed è proseguita la normale coltivazione.  È assolutamente fuori luogo e calunnioso accostare questo aspetto con i presunti e tutti da accertare danni ambientali che comunque non sarebbero attribuibili al sito di località stretto gestito con competenza e la massima attenzione e soggetto a continui controlli da noi tra l’altro auspicati".

"L'impianto in questione - aggiungono ancora - è soggetto a rigidi controlli ed esami di qualità dell’aria in accordo con il Piano di Monitoraggio e Controllo validato dall’ARPACAL, dove non si rileva alcun superamento nelle ultime 12 analisi mensili effettuate. E infine da segnalare che i criteri di gestione e utilizzo dell'impianto sono definiti da provvedimenti degli uffici regionali competenti e dai controlli effettuati non sono mai emerse irregolarità tali da provocare conseguenze negative sull’ambiente e sulla salute. E' proprio la gestione pubblica che, non avendo fini speculativi, ha come priorità la compatibilità ambientale oltre il contenimento dei costi di smaltimento che in ultima istanza impattano sulla tari alla quale i cittadini devono far fronte".

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