Lamezia, il nuovo primario di neurologia Ermio: “Festeggiare 8 marzo con consapevolezza di ciò che la donna può fare per la società”

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Lamezia Terme - Un ruolo importante quello assunto dalla dottoressa Caterina Ermio, nuovo primario del reparto di Neurologia del “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme. Da anni membro della Società Scientifica AIDM (Associazione Italiana Donne Medico), di cui è stata anche presidente nazionale, la dottoressa è nota per il suo impegno in ambito sociale, nella diffusione delle tematiche attinenti le politiche di genere. Notevoli gli attestati di stima e riconoscenza ricevuti da Ermio dopo l’assunzione dell’incarico, un “sogno avverato” di cui racconta i risvolti importanti non solo sul piano sanitario, ma anche sociale e personale.

Dopo l'assunzione del nuovo incarico di Primario del reparto di Neurologia, lei sta ricevendo moltissimi attestati di stima dalla cittadinanza tutta. Come si sente, e che messaggio vorrebbe dare alla comunità che la sostiene e ai suoi pazienti?

Sono felice per gli attestati di stima ricevuti soprattutto di pazienti che ho seguito in questi anni mi stupisce che si ricordino di me e del mio impegno. Vorrei dire alla città che oggi con il reparto ci siamo, siamo attivi e presenti sul territorio, e possiamo offrire assistenza più concreta e qualificata.

Quali sono le sfide che pone la guida di un reparto complesso come il suo, e come si appresta ad affrontarle?

Organizzare un reparto ex novo è stimolante e arricchente, e si tratta di una sfida che realizza il mio sogno. Avere a Lamezia un punto di riferimento di prossimità per le malattie neurovascolari e neurodegenerative sempre più incidenti sul nostro territorio è molto importante. L’invecchiamento della popolazione e l’incremento nella popolazione di malattie neurologiche legate anche all’infiammazione secondaria, alla tossicità ambientale e alimentare pone l’obbligo di dare una risposta nel nostro territorio per ridurre l’emigrazione sanitaria: solo uno spoke completo di reparti importanti può offrire garanzia di cure alla popolazione.

Lei è una donna Medico, anche membro dell'omonima nota associazione. Cosa significa oggi questo per lei? È una risorsa, o persistono delle difficoltà generalizzate nel conciliare i vari aspetti di una vita impegnata nel mondo del lavoro?

L’AIDM è una società scientifica che ha sempre cercato di sviluppare i concetti di genere e differenze di cura per offrire maggiore specificità ai trattamenti, e io vengo da questa formazione multidisciplinare. Certo, essere donna medico e raggiungere il famoso tetto di cristallo è più faticoso, per gli ostacoli organizzativi e sociali che non consentono a tutte le persone di realizzarsi senza ostacoli. Deve ancora cambiare la politica del welfare sociale, per consentire uguaglianza vera.

Come festeggerà l'8 marzo quest'anno e cosa si sente di augurare alle donne in questa ricorrenza?

Festeggerò l’8 marzo con le donne ma anche con gli uomini, e con tutti coloro che vorranno partecipare a incontri di approfondimento, nella leggerezza ma anche nella consapevolezza di ciò che la donna può fare nella società.

Giulia De Sensi

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