Lamezia Terme - Anticipo delle tempistiche usuali, siccità, buona qualità ma resa ridotta: si scontrano, come ormai d’abitudine, con problematiche legate al clima e all’ambiente gli esiti della vendemmia 2024, che anche nel territorio lametino è giunta al suo termine, fra incertezze e nuove sfide, come risulta dai dati raccolti e diffusi da Coldiretti, attraverso il Segretario della sede di Lamezia Luca Meringolo.
“La vendemmia 2024, nel comparto lametino, è stata influenzata, come per il resto del territorio regionale, da una difesa continua contro le razzie dei cinghiali e da un clima particolarmente altalenante che ne ha inevitabilmente alterato i risultati, deviandoli dalla norma”, spiega il Segretario, “I raccolti 2024 sono stati comunque caratterizzati da una buona qualità, a discapito però delle quantità sperate: la cosa è stata determinata dal caldo straordinario e dal relativo evento siccitoso che hanno colpito le coltivazioni dalla fase dell'invaiatura sino ai primi giorni di raccolta. Questa condizione, pur limitando le malattie della vite – parassitosi funginee e pernosporidiche – ha determinato quasi 1 mese di anticipo nelle previsioni di inizio raccolta, che, come già ribadito dai vertici nazionali, sono state tra le più precoci di sempre. Le rese della prima trasformazione delle uve registrate dai dati ufficiali non hanno dunque superato il 70 %.
Le varietà locali che sembrano aver risposto meglio alla siccità climatica sono il greco Bianco, che ha rispettato le previsioni di raccolta, ed il Magliocco canino che ha subito un anticipo di circa 15 giorni rispetto alle altre uve locali e presenti nei disciplinari di produzione.
La nostra viticoltura,” conclude Meringolo, “comparto principe negli eventi che promuovono i prodotti, su scala nazionale e non solo, affronta ogni anno sfide ardue e duro lavoro, che riempie di orgoglio i custodi del nostro territorio, ovvero i nostri viticoltori”.
Giulia De Sensi
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