Lamezia Terme - "Vogliamo regalare a questa città di avere meno paura". La storia di don Giacomo Panizza a “I nuovi eroi”. È andato in onda ieri sera, su Rai 3, lo speciale che racconta la vita del sacerdote bresciano che nel 1976 a Lamezia Terme ha fondato la Comunità Progetto Sud. Il programma è dedicato ai “Nuovi Eroi del nostro tempo, ovvero cittadini insigniti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con l'Ordine al Merito della Repubblica Italiana”. Alcune volte le loro storie sono salite alla ribalta della cronaca, altre volte no. Vicende che raccontano uno spaccato reale dell'Italia animata da un profondo senso civico ed esprimono il senso di comunità che definisce una nazione. Dall’esperienza in fabbrica alla vita militare, don Giacomo coglie di sorpresa amici, familiari e la sua fidanzata comunicandogli la volontà di diventare prete. Durante gli studi gli viene affidata una relazione sulle persone portatori di handicap che lo porta a girare un poco il mondo. Successivamente la notizia della ricerca di volontari per aprire un centro per disabili nel cuore della Calabria, a Lamezia Terme. Così don Giacomo arriva a Lamezia. Tra i fondatori della Progetto Sud anche Giacinto Gaetano e Nunzia Coppedè che ricordano a “I nuovi eroi” le percezioni della comunità locale all’arrivo di Panizza: “la prima reazione è stata curiosità nel vedere un giovane sacerdote con accento bresciano che non aveva paura”.
“L’idea del lavoro è stata fondamentale. Parlavamo di protagonismo non assistenza” afferma Coppedé raccontando le attività e i lavori che svolgevano con i disabili. L’importanza del lavoro come inserimento nella società oltre a garantire un sostentamento a tanti ragazzi. Da qui parte anche la lotta per avere terapie gratuite e la decisione di occupare la direzione dell’Asp. Don Giacomo non sta a guardare ma lotta per i diritti dei più deboli. Piano piano la comunità si allarga con nuovi spazi fino alla possibilità di un appartamento confiscato alla ‘ndrangheta.
“Accettato l’immobile la comunità è entrata nel mirino della cosca”, racconta Gaetano che prosegue: “da qui le prime minacce verso Panizza: ‘tu si nu priavite du diavulu no di Gesù Cristo’”. È una delle tante frasi che il prete si sente ripetere. Poi gli spari, la bomba al centro minori stranieri nell’edificio confiscato alla criminalità. Era il 2011. Diverse le intimidazioni subite nel corso degli anni. Così “l’impegno antimafia è caduto addosso alla comunità, nessuno aveva pensato di fare l’eroe antimafia” dice Giacinto Gaetano. Un giorno Panizza viene contattato dalla Polizia in riferimento ad un’intercettazione ambientale nella quale viene chiaramente minacciato di morte. “Mi dissero – ricorda Panizza – ‘lei è il primo testimone di giustizia a Lamezia Terme’. Fino ad allora ‘nessuno aveva visto niente’”. Don Giacomo non si fa intimidire ma ha fatto crescere la sua comunità coinvolgendo migranti, minori in carcere, disabili che tornano alla vita grazie al lavoro. La comunità oggi supporta migliaia di persone. A inizio anno la chiamata del Quirinale che lo vuole insignire dell’ordine al merito della Repubblica italiana. “È stato bello però ho dovuto comperarmi un vestito… mi sono specchiato e ho detto: quello non sembro io”.
Don Giacomo a marzo è, dunque, partito per Roma dove al Quirinale ha preso parte alla cerimonia con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, condotta da Carolina Crescentini: “Don Giacomo è un sacerdote bresciano che nel 1976 ha fondato la comunità Progetto Sud che nasce come progetto autogestito di convivenza tra persone con disabilità e non con l’intento di fare comunità dando vita ad un insieme di attività, promotori di diritti umani”. Giacomo Panizza è, quindi, Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: "Per l’impegno, di tutta una vita, a favore dell’inclusione sociale attraverso una rete di volontariato che si occupa di individuare percorsi di recupero per persone in grave difficoltà".
R. V.
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