Catanzaro - "La nostra attenzione è rivolta a immaginare quali possono essere le ricadute dell'Autonomia differenziata - progetto che noi stiamo contrastando proprio a partire dai lavoratori della pubblica amministrazione perché alle disuguaglianze territoriali e sociali che abbiamo conosciuto in questi anni si risponde dividendo ancora di più il Paese". Lo ha dichiarato la segretaria generale nazionale Funzione Pubblica Cgil, Serena Sorrentino a margine dell'incontro che si è svolto questa mattina nella Sala Giunta dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro insieme quadri, delegati e Rsu della federazione provinciale di Catanzaro. Al centro della discussione la rivendicazione del rinnovo dei contratti collettivi di lavoro di tutti i lavoratori dei servizi pubblici con salari che recuperino il potere di acquisto, "lo sfascio del socio/sanitario nel nostro territorio", "lo stato di precarietà delle nostre province, degli uffici, dei servizi pubblici, la richiesta di maggiori risorse per la sanità pubblica al fine di garantire cure universali e gratuite, un grande Piano straordinario per l’occupazione per compensare la cronica carenza di personale".
In merito alla legge sull'Autonomia differenziata Sorrentino ha chiarito: "Quello che ci preoccupa non è semplicemente la mancanza dei livelli essenziali delle prestazioni ma soprattutto un meccanismo che poggia il finanziamento dei servizi sul residuo fiscale, vuol dire che quei territori che sono indietro rimarranno ancora più indietro e la divisione sociale del paese penalizzerà in particolare il Mezzogiorno, a partire anche dalle condizioni di lavoro perché la prima ripercussione saranno le gabbie salariali". Infine, l'invito alla manifestazione nazionale con un focus sulle rivendicazioni del sindacato. "Noi il 19 ottobre - ha ricordato la segretaria nazionale - faremo una manifestazione nazionale portando in piazza le nostre rivendicazioni che guardano soprattutto alla condizione della pubblica amministrazione in particolare al Sud: chiediamo un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione in particolar modo negli enti locali, nella sanità e nelle amministrazioni dello Stato che sono sul territorio perché siamo di fronte alla desertificazione". "Da qui al 2030 - ha rilevato Sorrentino - andranno in pensione 1 milione e 200mila dipendenti, ad oggi ne abbiamo sostituiti appena 200mila, la seconda grande vertenza - ha aggiunto - è quella che riguarda i contratti di lavoro: il governo è il nostro peggior datore di lavoro, difronte all'inflazione del 16% il governo sta riconoscendo dipendenti pubblici appena il 5%, il che significa i nostri salari non riescono a compensare l'aumento dei prezzi. Terza e ultima grande questione il finanziamento del servizio sanitario nazionale: nel piano strutturale di bilancio che il governo ha appena presentato si propongono nuovi tagli alla sanità, questo significa andare verso la privatizzazione, significa anche trasformare l'Autonomia differenziata in una selezione di classe perché i cittadini che avranno un reddito che gli consente di accedere ai servizi privatamente avranno una condizione di cittadinanza di Serie A, mentre tutti gli altri, soprattutto i lavoratori dipendenti e i pensionati, dovranno rassegnarsi ad avere meno servizi".
B.M.
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