Festa della Donna: le origini, la mimosa come fiore simbolo e gli auguri della Calabria

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Lamezia Terme - Perché la Giornata internazionale della donna si celebra l’8 marzo? In realtà la ragione non è così chiara e sembra legata più alla leggenda che alla storia.

Per lungo tempo, infatti, si è detto che in quel giorno, nel 1908 o 1910, in un incendio in una fabbrica di New York fossero morte molte operaie, ma di questo evento non vi è traccia storica. Un fatto drammatico risale invece al 25 marzo 1911, negli stabilimenti della Triangle Shirtwaist Factory di New York, che prese fuoco mentre più di cento lavoratrici, soprattutto immigrate, vi erano state rinchiuse per impedirne uno sciopero. La prima grande manifestazione di donne avvenuta l’8 marzo risale al 1914 in Germania, per la rivendicazione del diritto al voto; un’altra risale al 1917, organizzata dalle operaie di Pietroburgo per chiedere il ritorno degli uomini dalla guerra e pane. Le donne italiane comuniste introdussero la Giornata dell’8 marzo nel 1921 ma nel ventennio fu bandita; poi ripristinata nelle zone liberate già nel 1945. Nel 1946 assunse carattere nazionale e in Italia si adottò la mimosa a simboleggiarlo.

La mimosa, il fiore che anticipa la primavera, storico emblema della Giornata internazionale della donna l'8 marzo, si deve ad una grande donna italiana, che ha attraversato oltre un secolo di militanza antifascista e femminista, un simbolo di lotta tenace e costante per le libertà di uomini e donne. Le donne, soprattutto. Per le quali non si è risparmiata sia nelle aule parlamentari sia nelle piazze, e alle quali ha donato il regalo preziosa della mimosa. Questa donna è Marisa Rodano, al secolo Maria Lisa Cinciari Rodano, nata a Roma il 21 gennaio 2021 e scomparsa a 104 anni il 2 dicembre 2023 nella sua città.

Anche la Calabria in questo giorno si mobilità per celebrare la donna e per chiedere a gran voce parità, diritti e rispetto per il genere femminile.

Occhiuto: “Auguri a tutte le donne, celebriamo loro unicità”

“Auguri a tutte le donne, auguri a tutte le calabresi. Auguri alle mamme, alle nonne, alle figlie. Oggi celebriamo l’unicità delle donne, la loro straordinaria forza e il loro coraggio. Buon 8 marzo a tutte”. Lo scrive su X Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Associazione “Per Te”: “Momento di riflessione e celebrazione dei progressi fatti”

“La Festa delle Donne, celebrata l'8 marzo, è un momento di riflessione e celebrazione dei progressi fatti verso la parità di genere, ma anche un'opportunità per riconoscere le sfide che ancora molte donne affrontano nel mondo. È un giorno per onorare le conquiste delle donne in vari ambiti, dalla politica all'arte, dall'economia alla scienza, ma anche per ricordare le lotte passate e presenti per i diritti e l'uguaglianza. Questa giornata ci invita a sostenere le voci delle donne, ascoltare le loro storie e lavorare insieme per costruire un futuro più equo. Celebrare questa ricorrenza significa anche riconoscere che l'uguaglianza di genere non è solo una questione femminile, ma riguarda tutti noi, poiché una società più giusta e inclusiva è a beneficio di tutti. È fondamentale rompere il silenzio, educare e sensibilizzare la società su questo tema. Ogni forma di violenza, fisica, psicologica o economica, deve essere condannata e combattuta. È importante creare spazi di ascolto e supporto per le vittime, promuovendo una cultura di rispetto e uguaglianza”. Così l’associazione “Per Te” di Lamezia.

Coldiretti: “Nei campi è in atto una rivoluzione rosa”

“Dalle fattorie antiviolenza ai fiori da mangiare per arricchire ricette e cocktail, è in atto nei campi una vera e propria rivoluzione rosa, con le nuove contadine divenute sempre più cardine di un settore per lungo tempo considerato prerogativa maschile, portando un contributo decisivo dal punto di vista della sostenibilità, della solidarietà e dell'innovazione di prodotto”. Lo rileva un'analisi di Coldiretti diffusa in occasione dell'8 Marzo. Tra imprenditrici agricole e occupate, sono oltre mezzo milione le donne impegnate oggi nelle campagne, una presenza - segnala l'organizzazione agricola - diffusa in tutto il territorio italiano. Secondo i dati del Registro delle Imprese, la regione - aggiunge Coldiretti - con il maggior numero di imprese femminili in assoluto è la Sicilia davanti a Puglia e Campania, con Lazio, Toscana e Piemonte a ruota. Ma le agricoltrici puntano anche sul ricambio generazionale con oltre 12mila aziende femminili guidate da under 35. Sulla base di un'analisi di Coldiretti Donne, circa il 60% delle imprese rosa ha deciso di orientare una parte della produzione verso il biologico o il biodinamico, impegnandosi in una filiera di qualità che promuove la sostenibilità, la salvaguardia della biodiversità, delle risorse naturali, del paesaggio e del benessere animale. "Ciò che contraddistingue il lavoro quotidiano delle imprenditrici agricole italiane è la tendenza - commenta - Mariafrancesca Serra, responsabile nazionale Coldiretti Donne - a non limitarsi a seguire le tradizioni, ma a trasformarle, introducendo nuove modalità di coltivazione, scegliendo di investire sulla sostenibilità, adottando pratiche agricole ecologiche e responsabili, che rispettano l'ambiente. E all'innovazione uniscono anche la capacità di offrire servizi e assistenza alle categorie più deboli, a partire dai disabili, proponendo un modello di welfare agricolo".

Schillaci: “Donne motore del servizio sanitario nazionale”

"Le donne sono il motore del servizio sanitario nazionale, a loro in questa giornata rivolgo il mio pensiero e il mio ringraziamento per la competenza e la dedizione con cui ogni giorno si prendono cura della nostra salute". Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci in occasione della Giornata internazionale delle Donne.

"Sono sempre più numerose le donne impegnate nella sanità: costituiscono il 70% del personale e sono una risorsa che dobbiamo tutelare e valorizzare, a partire da una maggiore sicurezza. Le donne infatti continuano ad essere le principali vittime di aggressioni in ambito sanitario, un fenomeno inaccettabile su cui da subito il Governo è intervenuto con misure concrete e severe. Ma il nostro impegno è rivolto a tutte le donne, alle quali dobbiamo garantire benessere e salute lungo tutto l'arco della vita e in ogni contesto lavorativo. Con questa consapevolezza - afferma Schillaci - lavoriamo per migliorare la prevenzione, l'assistenza e la cura nella convinzione che attraverso una piena tutela della salute delle donne possiamo realizzare quei principi di equità, inclusione e uguaglianza su cui si fonda il nostro servizio sanitario".

Sindacato Nursing Up: “Verso più di 100mila violenze a infermiere”

"Circa 97.500 infermiere sono state vittime di aggressioni nel 2023. Il dato peggiorativo del 2024 ci lascia pensare che arriviamo oltre le 100mila aggressioni". Questo quanto afferma il sindacato infermieri Nursing Up che nella giornata Internazionale della Donna tiene accesi i riflettori su questo tema con un dossier in cui raccoglie gli ultimi dati su questi episodi. Dal dossier di Nursing Up emerge che "il 30% di queste aggressioni verso le infermiere è caratterizzato da violenza fisica: pugni, morsi e calci, con danni fisici che includono denti saltati, ecchimosi al volto e al corpo e anche ferite gravi. In alcuni casi fratture e commozioni cerebrali. Non mancano minacce con coltelli e manganelli, con i pazienti armati che entrano indisturbati nei reparti. Addirittura pazienti che con accendini in mano intimano di dare fuoco alle nostre professioniste, come accaduto in Toscana", scrive Nursing Up. In totale, rileva il sindacato, sono 130mila le aggressioni ogni anno registrate contro gli infermieri, il 75% delle vittime sono donne.

"In un sistema sanitario oggi più che mai tutto al femminile, come dicono i numeri, le infermiere italiane, che sono figlie, madri e mogli prima che professioniste, ogni giorno si ritrovano a fronteggiare aggressioni fisiche e psicologiche sempre più brutali che nessuno dovrebbe subire. È una violenza inaccettabile che deve finire", afferma il presidente del Nursing Up, Antonio De Palma sottolineando che le infermiere "con il loro coraggio e la loro dedizione sono chiamate a lavorare in un sistema sanitario ormai sovraccarico e disorganizzato, ma non possono più affrontare da sole questa spirale di violenza. Sono spesso costrette a barricarsi nei reparti, spaventate dai pazienti e dai loro familiari, che a volte inscenano veri e propri raid punitivi. L'escalation di brutalità è drammatica. Il fenomeno deve essere fermato". Ma oltre la metà delle aggressioni non viene denunciata, rileva il sindacato ricordando che il 69% dei professionisti sanitari è donna (Fonte: ministero della Salute), 450.066 professioniste sanitarie nel Sistema Sanitario Nazionale sono donne (Fonte: Ragioneria dello Stato); il 77,7% delle professioniste sanitarie è una infermiera; il 76% degli iscritti agli Ordini è una infermiera. In Europa, le infermiere rappresentano l'87,5% del totale degli iscritti agli Ordini e, conclude Nursing Up, il 43% delle professioniste sanitarie in Europa denuncia almeno un'aggressione nella propria carriera.

Tridico: “Pensiero a donne esempio in lotta a 'ndrangheta”

"Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola e Maria Chindamo sono state tre donne che, seppure con storie alquanto differenti, hanno dato un esempio rivoluzionario di lotta alla 'ndrangheta, pagando con il sangue e con la vita il prezzo del loro coraggio". Lo afferma, in una nota, l'europarlamentare M5S Pasquale Tridico.

"Nella Giornata internazionale della donna . aggiunge Tridico - il mio pensiero va anzitutto a loro, che hanno mostrato una forza straordinaria, che non si sono piegate alla forza intimidatrice della criminalità organizzata e che rappresentano, quindi, un esempio vivo di autonomia, indipendenza e libertà. Valori indispensabili per il riscatto della Calabria e del resto del Mezzogiorno, ancora largamente condizionati dalle mafie e da una mentalità improntata a paura, silenzio e rassegnazione da combattere senza riserve anche sul piano politico". "In questa particolare Giornata internazionale di memoria e sensibilizzazione sulle conquiste e sui diritti del genere femminile - dice ancora l'europarlamentare - voglio anche ricordare e onorare tutte le donne che in mare, dirette verso le coste del Sud, hanno affrontato enormi rischi e perso la vita per dare speranza e dignità alle loro famiglie".

Cuzzupi: “8 marzo sarà bello quando non ci sarà più violenza”

"La giornata dedicata alla donna mi ha sempre dato un senso di incompiutezza nella sua terminologia. Certo, considerato il passato grandi passi avanti sono stati fatti, eppure guardando il panorama che la quotidianità ci trasmette con i fatti di sangue, la violenza e le discriminazioni a carico delle donne viene da pensare che più che di festa occorrerebbe parlare di ricorrenza. Ricorrenza dei drammi e delle circostanze che si ripetono con spaventosa ed agghiacciante frequenza. Oggi più che inneggiare alle donne occorre operare per le donne. Più che celebrare quanto conquistato occorre guardare la realtà nei suoi più oscuri meandri per cercare di capire le cause che ancora producono dolore e sofferenza alle donne". Lo afferma in una nota Ornella Cuzzupi, presidente dell'Osservatorio contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro nonché componente del Consiglio superiore della Pubblica istruzione e segretaria nazionale dell'Ugl Scuola.

"Se solo guardiamo i dati - prosegue - un brivido corre lungo la schiena. La violenza sulle donne ha tre aspetti drammaticamente stabili: la violenza in ambito familiare o affettivo, se usare questo termine in questi casi ha senso; le discriminazioni in ambito lavorativo e sociale; la nebbia che cela tutta una serie di violenze siano esse psicologiche o fisiche, che rimangono chiuse tra quattro mura o nell'angoscia della vittima. Si, perché si entra a conoscenza dei fatti solo quando questi esplodono e diventano casi da raccontare. Quello che invece la vita riserva a molte donne rimane custodito in un terribile silenzio di terrore e spesso di soffocante necessità". "Le leggi, le interpretazioni delle stesse, il valore del lavoro - afferma Cuzzupi - nulla di ciò è sufficiente se non vi sarà una vera, sana e chiara educazione sulla parità dei diritti e sul rispetto che bisogna portare verso l'altro. Tutto rischia di rimanere nell'ambito delle parole e di qualche rametto di mimosa se non si squarcia il velo di quel terrore e necessità del silenzio. Si, perché molte volte il prezzo da pagare alla denuncia è l'isolamento e la perdita anche di quel poco che si possiede. Nel mondo del lavoro questa è una terribile spada di Damocle che troppe volte oscilla sulla testa delle donne! Per questi motivi ritengo che strutture che insistono nel sociale e la scuola debbano avere un peso sempre più importante nell'indicare la giusta direzione e nel radicarla nella cultura di ogni giorno. Anche in quei casi dove questo si scontra con logiche e ideologie diverse dalla cultura democratica". "Nel nostro costruire il domani, nei nostri insegnamenti - conclude Cuzzupi - non vi può esser posto per nessuna diversità, nessuna discriminazione e nessuna violenza. Se manca questa convinzione e la determinazione a portarla avanti, allora l'8 marzo si festeggerà e il 9 tutto riprenderà come e peggio di prima!".

Capponi: “Riflettere su cammino percorso, ma anche su urgenza di continuare a lavorare insieme”

“Oggi, 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle Donne, ci fermiamo a riflettere su quanto è stato fatto e su quanto ancora resta da fare per garantire un futuro di uguaglianza e libertà per tutte le donne. Questa giornata non è solo un’occasione di celebrazione, ma un richiamo forte a continuare a lottare per i diritti delle donne, per la loro sicurezza, la loro autonomia e il loro pieno riconoscimento in ogni ambito della società. La Regione Calabria, consapevole delle sfide che le donne affrontano ogni giorno, è impegnata a promuovere politiche concrete a loro favore, come dimostrano le recenti leggi regionali, tra cui quella per il contrasto alla violenza di genere, che testimoniano il nostro impegno a proteggere chiunque sia vittima di abusi e a garantire pari opportunità a tutte. Le misure adottate dalla Giunta regionale sono un segno tangibile della volontà di costruire un territorio dove le donne possano essere libere da ogni forma di discriminazione e violenza. La Giornata Internazionale dei diritti delle Donne ci invita a riflettere sul cammino che abbiamo percorso, ma anche sull’urgenza di continuare a lavorare insieme, come istituzioni, come comunità, affinché i diritti delle donne non siano mai più messi in discussione. È un’occasione per riaffermare il nostro impegno, a livello locale e globale, per un mondo in cui ogni donna possa godere dei diritti fondamentali che le spettano, senza paura, senza ostacoli, con pari dignità e opportunità. Oggi, più che mai, è necessario continuare a costruire una società dove l’uguaglianza di genere non sia un obiettivo da raggiungere, ma una realtà concreta e quotidiana. La Regione Calabria, consapevole delle sfide che le donne affrontano ogni giorno, è impegnata a promuovere politiche concrete a loro favore, come dimostrano le recenti leggi regionali, tra cui quella per il contrasto alla violenza di genere, che testimoniano il nostro impegno a proteggere chiunque sia vittima di abusi e a garantire pari opportunità a tutte. Le misure adottate dalla Giunta Regionale sono un segno tangibile della volontà di costruire un territorio dove le donne possano essere libere da ogni forma di discriminazione e violenza. La Giornata internazionale dei Diritti delle Donne ci invita a riflettere sul cammino che abbiamo percorso, ma anche sull’urgenza di continuare a lavorare insieme, come istituzioni, come comunità, affinché i diritti delle donne non siano mai più messi in discussione. È un’occasione per riaffermare il nostro impegno, a livello locale e globale, per un mondo in cui ogni donna possa godere dei diritti fondamentali che le spettano, senza paura, senza ostacoli, con pari dignità e opportunità. Oggi, più che mai, è necessario continuare a costruire una società dove l’uguaglianza di genere non sia un obiettivo da raggiungere, ma una realtà concreta e quotidiana”. Così Caterina Capponi, assessore alle Politiche sociali e alle Pari opportunità della Regione Calabria.

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