Elezioni Usa, la testimonianza di un lametino da oltre 50 anni a New York: “Un grande Paese con tanti problemi da risolvere”

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Lamezia Terme - Paese di navigatori, santi e poeti l’Italia, ma anche e soprattutto di migranti, e tantissimi furono calabresi. Uomini e donne partiti nel secolo scorso per cercare fortuna nelle Americhe, dove si calcola che il 19% degli espatri totali siamo riferibili proprio ai calabresi trapiantati negli Stati Uniti. Una comunità numerosa a tutt’oggi, e ormai perfettamente integrata in un Paese dalle radici multietniche, che in questo momento è sotto i riflettori del mondo nella sfida delle elezioni presidenziali. Ma come appare la situazione negli USA attraverso la lente di un calabrese stabilmente residente dall’altra parte dell’oceano? Ce ne parla Felice Priamo, nato a Sambiase e cittadino americano, che oggi negli Stati Uniti per tutti è Phil.

“Sono in America da 56 anni, arrivato a New York nel marzo del 1968 all'età di 12 anni”, racconta Phil. “Oggi sono in pensione dopo aver lavorato per 41 anni nell’ufficio del sindacato di un’azienda d’abbigliamento, dopo essere stato per moltissimi anni manager del mio reparto. Nell’anno del mio arrivo, in America accaddero tante cose, e per il momento non ci capivo niente: avevo passato i miei primi 12 anni nell'Azienda Trigna di Lamezia Terme, in campagna. Un mese dopo il mio arrivo a New York City, Robert Kennedy fu assassinato durante la sua campagna elettorale, e due mesi dopo fu assassinato anche Martin Luther King. In America c'erano dimostrazioni contro l'uccisione di King, come pure contro la Guerra nel Vietnam. Io, a dire la verità, non sapevo neanche chi fossero Kennedy o King, ero molto confuso e non potevo credere a tutto ciò che stava succedendo attorno a me. In questi 56 anni ne ho viste comunque di tutti i colori, e oggi vedo purtroppo due grandi partiti – uno, quello Repubblicano, e l'altro, quello Democratico – che davvero non vanno d'accordo. C’è molta agitazione per queste elezioni, e secondo me si arriverà al risultato finale con la richiesta di fare un nuovo conteggio, come accadde nel 2020. Penso che le stesse persone che hanno votato per Trump nel 2020 abbiano votato di nuovo per lui, e coloro che vorrebbero vedere una situazione diversa per il bene di questa Nazione hanno votato per Harris. L'America è stufa di vedere milioni di clandestini entrare negli Stati Uniti illegalmente, senza sapere chi sono e cosa hanno fatto nel passato, ma ci sono anche coloro che non possono dimenticare quello che è successo il 6 gennaio del 2021, quando durante i disordini a Capitol Hill morirono 6 persone. Credo comunque che un grande numero di italo-americani abbia votato per Trump, perché credono che sarà lui a cambiare le cose in America. Io non ho mai comunicato a nessuno la mia scelta di voto, ma prego Dio perché chi sarà presidente faccia ciò che è giusto sia nell’interesse di questa grande Nazione che per il mondo intero”.

Giulia De Sensi

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