Cattivo uso dei social, malessere in famiglia e stress: cresce il disagio dei giovani in Calabria

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Lamezia Terme - Difficoltà nella gestione della routine quotidiana, situazioni familiari complesse, cattivo uso dei social, stress correlato alle prestazioni scolastiche. Sono tanti gli indicatori che - in occasione della Giornata sulla salute mentale - sono stati elaborati dalla fondazione Con i bambini attraverso il supporto dell'istituto superiore della sanità e Openpolis per fotografare il benessero psicofisico delle nuove generazioni. E il risultato emerso racconta di una generazione che, soprattutto dopo la pandemia, ha drasticamente ridimensionato la propria qualità della vita, con degenerazioni comportamentali spesso preoccupanti.

La Calabria è in linea con i dati nazionali e segna una crescita del disagio tra i ragazzi e le ragazze, con picchi superiori alla media nazionale soprattutto nell'accesso e nell'uso del social network. In Calabria, infatti, si registra la maggiore frequenza di un uso problematico dei social media tra gli adolescenti, intendendo per uso problematico "l’ansia di accedere ai social, la volontà di passare sempre più tempo online, sintomi di astinenza quando offline, fallimento nel controllo del tempo, trascurare altre attività, liti con genitori a causa dell’uso, problemi con gli altri, mentire ai genitori, usare i social per scappare da sentimenti negativi".

La Calabria segna il passo anche per quanto riguarda strutture a supporto dei ragazzi e delle famiglie, tanto nel campo sportivo quanto in quello prettamente legato all'assistenza psicologica. In Calabria il 49% dei 15enni dichiara di sentirsi stressato dal rapporto con la scuola e dal rendimento scolastico. "I dati - si legge nello studio - mostrano che al crescere dell’età, diminuisce la facilità con cui ragazze e ragazzi riescono ad aprirsi con i genitori, con una maggiore facilità nel parlare con la madre. La questione riguarda soprattutto le ragazze. Anche in Calabria poco più della metà delle quindicenni dichiara di ricevere un elevato supporto familiare (51,8%), a fronte del 60,7% registrato tra i coetanei maschi".

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