Autunno troppo caldo manda in crisi produzione di castagne anche in Calabria

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Roma - Il caldo prolungato di questo autunno sconvolge anche le castagne che rimangono sugli alberi per le elevate temperature e la carenza di precipitazioni che non fanno cadere i ricci impedendone la raccolta. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti che stima una produzione media nazionale al di sotto dei circa 45 milioni di chilogrammi degli ultimi 5 anni; un comparto che risente dei cali previsti in Emilia Romagna fino a tutto il Sud; in controtendenza, invece, alcune aree del Nord, in particolare Piemonte e Trentino, dove le quantità dovrebbero risultare stabili con locali aumenti. Buona ovunque la qualità dei frutti con punte di eccellenza in Italia, sesto produttore mondiale con l'86% della produzione realizzata in cinque regioni, nell'ordine Campania, Calabria, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna.

Per effetto del meteo la raccolta, sottolinea la Coldiretti, parte in ritardo di almeno una decina di giorni rispetto alla tradizione. Le abbondanti piogge di maggio e giugno hanno condizionato l'allegagione dei fiori, poi i prolungati rialzi delle temperature accompagnati da lunghi periodi di siccità, hanno provocato il taglio delle disponibilità. Il rischio è quello di trovarsi senza saperlo, con castagne straniere provenienti soprattutto da Turchia, Grecia, Spagna e Portogallo, considerato che le importazioni nel 2022 sono risultate pari a quasi 20 milioni di chili, spesso spacciate per italiane. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull'origine delle castagne. Peggio ancora è la situazione dei trasformati, per i quali non vi è l'obbligo di etichettatura e per le farine di castagne che, non avendo un codice doganale specifico, non è neppure dato a sapersi quante ne vengano importate.

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