Jacurso – Una cittadina di Jacurso attraverso una lettera aperta indirizzata Consiglio dei Ministri, al Prefetto di Catanzaro, Presidente della Regione Calabria, Presidente della Provincia di Catanzaro pone l’attenzione sulla situazione in cui continua a versare il territorio di Jacurso dopo l’alluvione dello scorso ottobre.
“Sono trascorsi quasi due mesi – precisa la cittadina di Jacurso - da quando nella notte tra il 20 e 21 ottobre Jacurso è stato colpito dall’alluvione. Da quel giorno viviamo un profondo senso di sconforto e abbandono. Nonostante i sopralluoghi, le riunioni, gli annunciati stanziamenti di fondi per l’esecuzione dei lavori in urgenza, la recente dichiarazione dello stato di calamità, nulla si muove, nulla è cambiato”.
“Intanto – prosegue - le condizioni climatiche peggiorano, d’altro canto non possiamo pensare che non sia così visto che siamo in pieno inverno, la nostra paura aumenta e con essa i nostri disagi. I riflettori si sono accesi per pochi minuti su quanto è successo al nostro paese che è e rimane un piccolo paese dell'entroterra poco interessante agli occhi di molti. Nessuno ricorda più che l’alluvione ha completamente devastato il nostro territorio, che ci sono parti di esso che non ritorneranno più come prima perché l’acqua e il fango hanno portato via tutto, flora, fauna, paesaggio. E’ un vero e proprio disastro idrogeologico. La strada provinciale 162 è ufficialmente chiusa sia verso est che verso ovest e a noi rimane soltanto la strada montana che è insicura perché è piena di buche, perché i margini scendono a precipizio nei valloni e non ci sono parapetti, perché anche lungo il suo percorso sono cadute delle frane. Anche la strada secondaria molto utile per raggiungere Maida in pochi minuti ha un tratto franato a ridosso di un ponte ed è chiusa al transito".
"I disagi - aggiunge - che ogni giorno affrontiamo sono enormi e indescrivibili perché ad essi si aggiunge la paura. Molti di noi svolgono la propria attività lavorativa a Catanzaro e a Lamezia ma anche a Maida e a Cortale, i nostri ragazzi frequentato l’istituto comprensivo di Maida e gli Istituti d’istruzione secondaria di Lamezia e in questo momento in cui il servizio di trasporto scolastico è interrotto i genitori si sono fatti carico di accompagnarli ogni giorno a scuola. I fornitori delle attività commerciali presenti sul territorio raggiungono a fatica il nostro paese perché la strada montana oltre che insicura aumenta di molto i tempi di percorrenza. Allora se aumentano costi e rischi è preferibile non venire o dilazionare i tempi di consegna. La clientela degli esercizi pubblici si quasi azzerata (i bar, la pizzeria, la farmacia). Questo è il nostro quotidiano scandito dalla pioggia dal fango che invade le strade e dalla precarietà. Ciò che spaventa tutti che ci si possa trovare difronte una qualsiasi emergenza che non possa essere gestita tempestivamente ( in paese non ci sono presidi sanitari, non c’è la guardia medica, non ci sono strutture di primo soccorso, non ci sono i vigili del fuoco....) . Conosciamo i tempi della burocrazia italiana, la farraginosa macchina per l’aggiudicazione di un appalto, i tempi per la realizzazione di un’opera, ma tutto questo non può giustificare il totale silenzio, la mancanza di attenzione delle Istituzioni nei nostri confronti. Temiamo che il temporaneo diventi permanente".
"E’ questo il momento di fare uno sforzo, di ridare a noi quella normalità di cui abbiamo bisogno, di far sentire la Vostra presenza, di ridarci fiducia facendo superare lo stereotipo della politica e dei politici che arrivano fin quassù, in montagna, solo quando le elezioni sono alle porte e delle casse pubbliche che sono sempre vuote, anche quando vi sono situazioni di emergenza. Abbiamo ripulito le nostre case, abbiamo buttato via tutto ciò che è stato danneggiato dall'acqua e dal fango, abbiamo, fin dove le nostre forze ce lo hanno consentito, ripulito le nostre strade, ora abbiamo bisogno di "normalità", abbiamo necessità di riprendere il nostro tranquillo vivere, ma da soli non possiamo affrontare l'immane disastro che l'alluvione ha lasciato. Le nostre forze non sono sufficienti. E’ necessario il sostegno concreto delle Istituzioni che Voi rappresentate, c’è la necessità che Voi facciate la Vostra parte così come è successo per il ripristino della Statale 280, avvenuto in tempi brevissimi. Certo la statale 280 è una importante arteria di comunicazione ma possiamo assicurarVi che la strada che attraversa Jacurso e lo mette in comunicazione con i centri vicini per noi ha più valore e più importanza della strada statale 280 perché è l’unica strada, non ci sono alternative".
"In questo piccolo paese dell'entroterra vivono persone che lavorano, producono e contribuiscono con il loro operato al benessere dell’intera comunità nazionale, in uno stato di diritto e nelle azioni di buona amministrazione della cosa pubblica queste persone devono essere messe al centro dell'operato e dell'impegno di chi amministra. Non abbiamo bisogno di sentire giustificazioni, non abbiamo bisogno di parole vacue ma di fatti concreti. A noi rimane il compito di affrontare con coraggio il nostro domani e ce ne vuole veramente tanto, rompendo il silenzio che da giorni popola le nostre strade, a Voi resta l'impegno di non annientare la speranza di chi ha deciso di non andare via da Jacurso, di chi ha deciso di tornare a vivere in questo posto al centro dell'istmo e noi tutti adulti consapevoli e responsabili dobbiamo farci carico di riaccendere nei nostri ragazzi e giovani la fiducia nel futuro. Jacurso ha la sua ragione di esistere non deve essere dimenticato, i suoi abitanti non devono essere lasciati soli".
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