“Oltremare”, l’EP di debutto della cantautrice lametina Ninfea

ninfea-2025-03-19-alle-12.43.29_4c875.jpg

Lamezia Terme - “Oltremare”, è l’EP di debutto della giovane cantautrice lametina Ninfea, che racconta una condizione condivisa da un’intera generazione: essere sospesi tra sogni e precarietà, tra il desiderio di costruire un futuro e il timore di riuscirci. In Italia, il 65% dei giovani si sente in un periodo di transizione, sospeso tra sogni e paure, tra opportunità e incertezze. È un’intera generazione che cerca il proprio posto nel mondo, divisa tra il desiderio di stabilità e la necessità di reinventarsi. Un equilibrio fragile, che Ninfea cattura nel suo nuovo EP “Oltremare” (1901Studio). Sei tracce che ci portano all’istante esatto in cui smettiamo di guardarci indietro e scegliamo di partire. Un momento preciso in cui il peso delle ombre si dissolve e rimane solo il richiamo del mare. Non un punto di arrivo, ma un nuovo inizio.La giovane cantautrice calabrese d’adozione bergamasca, che ha incantato il pubblico ed è stata definita dalla critica “una voce angelica”, torna con la sua scrittura diretta e priva di retorica per raccontare storie in cui riconoscersi. Questo progetto, raccontano in una nota di presentazione “ha il suono del cambiamento, ed è composto da brani che ci guidano, esortandoci ad attraversare il confine tra ciò che è stato e ciò che sarà, tra la paura di rimanere ancorati alle aspettative – proprie e altrui - e il coraggio di seguire i nostri desideri e le nostre ambizioni. La trasformazione, il passaggio tra chi si era e chi si vuole diventare. Senza artifici, Ninfea restituisce emozioni e paure del “diventare grandi”, rendendo tangibile il viaggio di crescita, un viaggio unico che non finisce mai ed accompagna ogni nostra scelta”.

“Oltremare” è un concetto, una meta, una ripartenza: «Guarisco dalle ombre che ho qui dentro, luna piena. Sotterro tra le ceneri, illusi demoni», canta l’artista nella title track dell’EP, consegnando alla musica il potere di curare, di sciogliere i nodi del passato per lasciare spazio a una nuova direzione. Non è solo un viaggio, ma un rito di passaggio. Il peso delle ombre svanisce, lasciando spazio a una spinta inarrestabile: quella di proseguire, di andare avanti. “Oltremare è il mio punto di svolta - racconta Ninfea -. Ogni traccia è un frammento di strada percorsa, un passaggio che mi ha portata fin qui. Per molto tempo ho avuto la sensazione di essere sospesa, bloccata in un limbo tra ciò che ero e ciò che volevo diventare. Questo disco è la mia presa di coscienza, il momento in cui ho smesso di farmi domande e ho iniziato a camminare. Spero che chi lo ascolta possa ritrovarsi tra queste storie, sentirsi compreso e trovare il coraggio di scegliere la propria direzione”. Sei capitoli, un’unica storia, in un percorso tra memoria e futuro, dove ogni brano lascia all’ascoltatore la libertà di riconoscersi nelle sue sfumature. Sei prospettive diverse su quando tutto cambia e si è chiamati a scegliere: restare immobili o seguire il richiamo di qualcosa di nuovo, di sconosciuto, di inesplorato.

Il disco, scritto e composto dalla stessa Ninfea in collaborazione con Mirko Bruno, prodotto da FJD (Francesco James Dini) e Luca Belotti e registrato presso la 1901 Factory di Alzano Lombardo (BG), si apre con "Oltre il Tempo", dove l’amore si fa eterno e attraversa le epoche: «È cucito nell’universo questo nostro passaggio che non passa mai». Prosegue con "Viaggio Astrale", un invito a lasciarsi andare e credere nelle possibilità del cambiamento: «Se ci credi tutto può accadere, come in un viaggio astrale». La title track, "Oltremare", è accompagnata dal videoclip ufficiale e rappresenta il punto di svolta, il momento in cui si sceglie di andare avanti: «Mi vedo correre, ho bisogno di sentire, di volere e poi volare libera». Il percorso continua con "Stelle da Dipingere", una riflessione su come il buio possa rivelare nuove prospettive, nuove possibilità di trasformare il dolore in una leva per proseguire il proprio cammino: «È solo grazie al buio se ho imparato che siamo stelle ancora da dipingere». "Dolceamara Eufonia" racconta la delicatezza di un addio, il confronto tra chi resta e chi sceglie di partire: «Tu che negli occhi mi specchi a metà e non vedi la mia fragilità». Infine, a chiudere il viaggio, "Elettrica (Demotape)", una scarica di energia ribelle che porta con sé la sensazione di un nuovo inizio: «La tua iride è magnetica, ogni tuo sguardo mi solletica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA