Spezzano della Sila (Cosenza) - Centodieci anni fa fu concepito un ineguagliato esempio di lungimirante politica meridionalistica. Ne rilancia l’importanza, in questa fase drammatica di siccità e crisi energetica, una monografia, “I laghi della Sila, la grande trasformazione dell’Altopiano”, scritta da Vittorio Cappelli per Il Sileno Edizioni. Il libro sarà presentato venerdì prossimo 29 luglio, alle 17:30, al Centro Visite Cupone di Camigliatello. All’atteso incontro, che si terrà con la presidenza di Francesco Curcio, presidente dell’ente Parco nazionale della Sila, interverranno: l’autore, che è docente di Storia contemporanea all’Unical (dipartimento di Scienze politiche e sociali), e il direttore editoriale Francesco De Pascale. Le conclusioni saranno del docente universitario Massimo Veltri. In una anticipazione, Veltri ha sottolineato l’importanza documentaria dello studio di Cappelli e la rilevanza dell’opera di Angelo Omodeo (1876 – 1941), “ingegnere e costruttore di dighe, che aveva coinvolto banche, tecnocrazie, governo per il grande progetto di bonificare il territorio, produrre energia, contenere le acque, irrigare i campi”. A lui si deve la realizzazione delle dighe di Orichella, Ampollino e Arvo, definite come “la più importante impresa industriale realizzata nel Sud del Paese”.
Il progetto maturò durante il quarto governo Giolitti (1911 – 1914). Ne diedero notizia i giornali nazionali dell’epoca già agli inizi del 1912. “La Stampa” di Torino, nella sua edizione del 7 gennaio 1912, parlò di “una grandiosa opera che preparerà il risorgimento economico della Calabria”. E scrisse:“ Le località prescelte sono adattissime sotto tutti gli aspetti alla formazione di grandi laghi artificiali e alla utilizzazione delle acque raccolte. Lo sbarramento del Leto sarà capace di cento milioni di metri cubi d’acqua; quello dell’alto Arvo di 32 milioni; quello dell’Ampollino di 37 milioni. Si potrà ottenere dall’insieme dei tre laghi una forza complessiva di 170 mila cavalli più che sufficienti non solo a tutti i bisogni ordinari di illuminazione e di trazione elettrica di ogni genere della Calabria, della Puglia e della Basilicata, ma che potranno dare vigorosissima vita a speciali industrie che non mancheranno di sorgere sui luoghi, essendo la forza a prezzi bassissimi”. In realtà, le opere furono avviate quattro anni dopo e ultimate tra il 1927 e gli inizi degli anni Trenta. Il primo agosto del 1927 il re Vittorio Emanuele III si recò in Sila, dove, tra il giubilo delle popolazioni residenti, inaugurò l’Ampollino, il primo dei tre invasi ad entrare in attività. (lmp)
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