Lamezia: Magna Graecia teatro Festival, Massimo Ranieri in “Riccardo III”

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Lamezia Terme - È istrionico. È napoletano. Una magistrale interpretazione alla Laurence Oliver. Ha ricevuto la standing ovation. Nel terzo appuntamento del “Magna Graecia, teatro Festival” è stata la torre gigantesca sul palco con una scenografia dark, la protagonista silenziosa e originale dell’opera di Shakespeare. La musica ha avuto un alto impatto nella tragedia. I costumi erano molto “America anni ‘50”. Le divise da guerra erano stile nazista, alcune, da guerra di secessione, altre. La camminata frenetica di Ranieri riprendeva Groucho Marx e nei passaggi ironici Totò. Un Riccardo III non interpretato.  Vissuto.  Un noir senza un’ambientazione. Una spiccata mancanza d'amore di Riccardo re crudele e spietato era emanata dal palco dall’attore. Una disperata solitudine. Un dramma shakespeariano ispirato al teatro classico delle tragedie greche che ha incantato il pubblico. Un’essenza medievale che ha coinvolto emotivamente la miscelanza campana-londinese di Massimo Ranieri che ha creato un personaggio unico, avvolgente, erotico, nella maschera che da anni lo rende malleabile e perfezionista. La regina Margherita ricordava una perfetta Bette Davis. Il fascinoso cugino, un Anthony Hopkins elegante e spettinato. E la regina madre sembrava Helen Mirren nella sua austerità. L’atmosfera black and white di Lorenzo Cutuli ha avvolto gli scorrevoli dialoghi e il sottofondo rock ha reso l’opera moderna ma fervidamente fedele al testo originale.

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“C’è un assassino qui? No!  Si,  Ci sono io! E allora scappa! … Come? Da me stesso! Giusto! E perché? Devi fare la vendetta! E di chi? Di me stesso su me stesso! …O ... No! Io amo me stesso! E perché? Per qualcosa buona che io stesso ho fatto a me stesso! O no, no! Piuttosto io odio me stesso! Per azioni odiose commesse da me stesso…sono uno scellerato! Ma… No, no, non è vero! Sciocco, parla bene di te stesso…Sciocco! Non ti lusingare! La mia coscienza ha mille lingue distinte… e ogni lingua si porta una storia distinta e ogni storia mi condanna come uno scellerato! … Spergiuro, spergiuro al più alto grado assassino crudele assassino!…Alla sbarra e tutti gridano …colpevole  colpevole! ...Dovrò disperare!.. Non c’è creatura che mi ami! Se muoio non un’anima mi compatirà … E perché dovrebbero se io stesso non trovo pietà in me stesso!”. Uno sdoppiamento interpretativo, quello che Ranieri ha portato sulla scena che ricordava Al Pacino nel suo film documento sull’opera. Leggere il testo ha una valenza. Dal vivo emoziona e affascina. L’attore ha fumato nervosamente. Ha bevuto acqua. Ha gesticolato. Peculiarità che hanno reso una delle opere più ambite dagli attori imponenti e carismatici, personale e sua.

Maria Arcieri

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