Processo su tragedia di San Pietro Lametino, in aula gli attimi della terribile notte del 2018 raccontati da Angelo Frijia

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Lamezia Terme - E’ l’ora di Angelo Frijia, tocca al papà di Christian e Nicolò e marito di Stefania, parlare in aula e rispondere alle domande del pubblico ministero per ricostruire cosa è accaduto la tragica sera del 4 ottobre 2018 quando a San Pietro lametino in seguito a una terribile alluvione persero la vita Stefania Signore e i suoi due bambini, Christian di 7 anni e Nicolò di soli 2 anni.

Si è tenuta oggi, infatti, nel tribunale di Lamezia una nuova udienza del processo che vede imputate 5 persone: un imprenditore agricolo, un dirigente e tre dipendenti della Provincia di Catanzaro, ovvero Antonio Condello, di Curinga (difeso dagli avvocati Maria Zaffina, Renzo Andricciola e Giuseppe Mastroianni); Floriano Siniscalco, di Girifalco (difeso dall'avvocato Maurizio Siniscalco e Vincenzo Ioppoli); Francesco Paone, di Lamezia (difeso dall'avvocato Francesco Iacopino); Giovanni Antonio Lento, di Lamezia (difeso dall'avvocato Lucio Canzoniere) e Cesarino Pascuzzo, di Lamezia Terme (difeso dall'avvocato Francesco Domenico Murone).

Frijia ha raccontato alcuni frammenti di quella tragica notte, le telefonate di aiuto ricevute dalla moglie la quale gli comunicava di essere in pericolo, e poi i suoi successivi ma inutili tentativi di contattare la moglie. L’uomo ha riferito anche di essersi recato di persona sul posto e di aver rinvenuto la vettura, ma all’interno e nei paraggi non c’era nessuno. Nel corso della stessa udienza, il pm ha anche controinterrogato i periti della procura che nel corse delle altre udienze avevano riferito le loro ricostruzioni sull’accaduto. In particolare, oggi i periti Arcadia e Labonia sono stati chiamati a rispondere sulla posizione di ritrovamento della vettura della povera mamma. La prossima udienza è stata aggiornata a metà marzo per raccogliere le testimonianze di un consulente e di altri testi delle persone offese.

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