Catanzaro – Condanna all’ergastolo per il 36enne lametino Marco Gallo. Si è concluso in Corte di Assise il processo di primo grado per l'omicidio di Gregorio Mezzatesta avvenuto il 24 giugno 2017 a Catanzaro. Il giudice Alessandro Bravin della Corte di Assise ha quindi inflitto la pena dell’ergastolo con esclusione dell’aggravante art. 416.1 cp (ex art 7 dl 203/91). La Corte, inoltre, ha dichiarato Gallo interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale e lo ha condannato al risarcimento del danno alle parti civili, da liquidarsi in separata sede.
“Vendetta trasversale”
Nell’udienza del 27 maggio scorso il Pm nel chiedere la condanna dell’imputato all'ergastolo ha parlato di una “vendetta trasversale” maturata in seno al gruppo Scalise nei confronti del gruppo Mezzatesta. Così il Pm Mandolfino nella sua requisitoria ha inquadrato il movente del delitto di Gregorio Mezzatesta e la sussistenza dell’aggravante mafiosa. Vendetta concretizzata con “l’eliminazione, in seno alla famiglia avversaria Mezzatesta dell’unica persona che nulla aveva a che fare con le dinamiche di Giovanni Mezzatesta e Domenico Mezzatesta”.
Gregorio Mezzatesta, secondo il magistrato, era “un uomo semplice, un lavoratore, lontano in prima persona da logiche criminali, ma che aveva la sola colpa di avere per cognome Mezzatesta, così divenendo bersaglio del vile gesto omicidiario”. Per questi motivi il Pm Mandolfino ha chiesto la condanna di Marco Gallo alla pena dell’ergastolo dopo aver ricostruito nella sua requisitoria tutti i passaggi processuali che vedono al centro Gallo, accusato di essere stato il killer e già condannato all’ergastolo per l'omicidio del fruttivendolo, Francesco Berlingieri, ucciso il 19 gennaio 2017 davanti al suo negozio in via Fiume a Sambiase.
La ricostruzione dell’omicidio
Il 53enne, dipendente delle Ferrovie della Calabria, fu ucciso in via Milano, a Catanzaro, intorno alle 8, al suo arrivo sul luogo di lavoro. La vittima era il fratello di Domenico Mezzatesta, l'uomo che nel gennaio del 2013 con il figlio Giovanni si rese responsabile di un duplice omicidio a Decollatura per il quale sono stati condannati entrambi a 20 anni di reclusione. In quell'occasione furono uccisi Francesco Iannazzo e Giovanni Vescio, entrambi freddati mentre si trovavano all’interno del “bar del Reventino” a Decollatura. Pena rideterminata dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato l’ergastolo per i due Mezzatesta, escludendo la premeditazione rimettendo gli atti alla Corte d'Assise di appello di Catanzaro per la rideterminazione della pena. I due erano difesi dall’avvocato Francesco Pagliuso che il 9 agosto del 2016 fu ucciso con tre colpi di arma da fuoco nel cortile di casa. Per tale delitto è ancora in corso il processo a carico di Marco Gallo, ritenuto l’esecutore materiale.
La fuga del killer
Il presunto killer - è emerso dalle indagini - ha percorso circa 80 km prima di giungere a destinazione. Marco Gallo, arrestato il 31 luglio del 2017 dai carabinieri a Falerna, è ritenuto dall’accusa il killer di Gregorio Mezzatesta, ucciso con una pistola calibro 9x21 con 5 colpi la mattina del 24 giugno 2017 dopo che la vittima, dipendente delle Ferrovie della Calabria, si era recata a fare colazione in un bar in via Milano a Catanzaro prima di attaccare il turno di lavoro.
Le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza dislocate sul territorio, a partire da via Milano a Catanzaro, hanno consentito di rilevare la fuga del killer in uscita dalla città di Catanzaro e, precisamente, hanno immortalato un motociclista in nero su una motocicletta di tipo Enduro attraversare Catanzaro, Pentone, Cicala, San Pietro Apostolo, Serrastretta fino a Lamezia Terme in località Zappanotte e Quattrocchi, dove il conducente si è fermato, verosimilmente per un guasto alla motocicletta, per procedere a piedi, prendere la vettura con rimorchio in un garage, caricare la motocicletta in panne sul rimorchio e, così riportare il mezzo al sicuro.
Incastrato dalle telecamere
Ad incastrarlo le telecamere di videosorveglianza che lo hanno ripreso lungo tutto il tragitto che il presunto killer avrebbe compiuto quella mattina del 24 giugno dove, da Tiriolo, ha agganciato la vittima, a bordo di una moto Enduro, per seguirla fino a Catanzaro.
Al ritorno l’imprevisto che lo ha incastrato: la moto si ferma nei pressi di Lamezia, probabilmente per via di un guasto o per l’esaurimento del carburante, e il presunto killer è costretto a togliersi il casco e a proseguire a piedi per andare poi a recuperare la moto con la sua Bmw e un carrello a rimorchio preso nel suo magazzino in via Indipendenza. Telecamere che sono risultate fondamentali poi, anche per quanto riguarda l’omicidio di Berlingieri, e per quello di Francesco Pagliuso. Qui Gallo si sarebbe finto podista per studiare i movimenti della vittima, fingendo di correre, anche di notte, su via Marconi nei pressi dell’abitazione dell’avvocato. Tutto ciò ha insospettito gli investigatori che hanno ricostruito tutto il quadro attorno a Gallo considerato il responsabile di quattro omicidi commessi tra Lamezia e Catanzaro. Nel giugno scorso, si ricorda, personale della Squadra Mobile di Catanzaro e del Commissariato di Lamezia, ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale Lametino a carico di Marco Gallo, ritenuto responsabile anche dell’omicidio e della distruzione del cadavere di Domenico Maria Gigliotti, commesso a Lamezia Terme il 25 gennaio del 2015. Dopo quest'ultimo arresto, Marco Gallo, all'interrogatorio di garanzia ha negato ogni responsabilità.
Quello di oggi è il secondo ergastolo nei confronti del 36enne già condannato a tale pena per l'omicidio del fruttivendolo Berlingieri ucciso nel 2017 a Sambiase.
R.V.
© RIPRODUZIONE RISERVATA