Catanzaro - La Corte d'Appello di Catanzaro (presidente Giancarlo Bianchi, Adriana Pezzo e Giovanna Gioia a latere) ha comminato 29 condanne e disposto 10 assoluzioni nei confronti degli imputati già giudicati con rito abbreviato nel processo denominato "Borderland", nato dall'inchiesta della Dda di Catanzaro nei confronti di esponenti di vertice e sodali della cosca Trapasso di San Leonardo di Cutro. L'operazione "Borderland" (terra di confine), condotta dalla Squadra mobile di Catanzaro e dallo Sco il 29 novembre del 2016, portò all'arresto di 48 persone. Dalle indagini sono emersi gli interessi dei clan, con solidi legami con le cosche reggine e vibonesi oltre che con quelle crotonesi, sulle attività economiche della zona, con riguardo particolare ai numerosi villaggi turistici, una fiorente attività di esercizio abusivo del credito e di usura e una capillare pressione estorsiva sugli imprenditori talvolta concretizzatesi nell'acquisizione dei beni delle vittime da parte della consorteria malavitosa.
A parte la condanna a 20 anni al capo cosca Giovanni Trapasso, 23 condanne sono state alleggerite dai giudici di secondo grado con l'assoluzione degli imputati per diversi capi di imputazione. Dieci sono, poi, le assoluzioni di altri imputati condannati in abbreviato. Confermate le condanne di primo grado per Carmine Taverna, 14 anni; Vincenzo Niutta, 12 anni; Domenico Falcone, 2 anni; Antonio Gallo, un anno e 4 mesi; Giovanni Trapasso, 20 anni; Giovambattista Talarico, 8 anni. La Corte ha assolto Giuseppe Mancuso, Giuseppe Quintino (10 anni e 8 mesi in primo grado), Giuseppe Trapasso (8 anni in primo grado), Domenico Esposito (10 anni e 8 mesi in primo grado), Rosetta Esposito (8 anni in primo grado), Gianluca Colosimo (8 anni in primo grado), Alex Correale (8 anni in primo grado), Antonio Maiolo (2 mesi in primo grado), Antonio Mancuso (11 anni in primo grado), Vincenzo Lucente (due mesi in primo grado).
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