Lamezia, indagine per disastro ambientale: assolto per non aver commesso il fatto

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Lamezia Terme - Assolto per non avere commesso il fatto. È questa la decisione resa all’esito dell’udienza di oggi dal Tribunale monocratico di Lamezia Terme, Giudice Gianmarco Angelini, nei confronti di Giovanni De Ninno, difeso dall’avvocato Aldo Ferraro, nonostante la richiesta di condanna a 2 anni di reclusione formulata nei suoi confronti dal P.M. d’udienza. I fatti risalgono al 14 febbraio 2020 quando De Ninno venne arrestato in flagranza di reato per violazione di sigilli nell’ambito di una vasta indagine per disastro ambientale che la Procura lametina stava conducendo nei confronti della Ilsap srl, specializzata nella produzione di biodiesel. All’esito di una articolata istruttoria dibattimentale, durata oltre 4 anni, è stato pronunciata l’assoluzione nei confronti del De Ninno, che era stato tratto in arresto perché, si riteneva in imputazione, in qualità di direttore tecnico della Ilsap srl, il 14/02/2020, avrebbe continuato ad utilizzare le vasche di raccolta dell’impianto di depurazione di quell’insediamento industriale nonostante l’Autorità Giudiziaria ne avesse disposto il sequestro 2 giorni prima.

Con l’aggravante di essere stato commesso il fatto dal De Ninno che era stato nominato custode giudiziario. I Carabinieri del Noe di Catanzaro ed i militari della Guardia di Finanza hanno ricostruito in dibattimento come dai filmati delle telecamere di videosorveglianza installate dagli inquirenti per monitorare le attività della Ilsap srl, sarebbe emerso che le vasche di raccolta dell’impianto di depurazione di quel sito continuavano ad essere utilizzate nonostante il provvedimento di sequestro, come luogo di stoccaggio dei rifiuti industriali prodotti dall’impianto di produzione di bio diesel. E siccome De Ninno era stato nominato custode di quanto sequestrato, egli è stato arrestato in flagranza, e posto agli arresti domiciliari. La difesa ha tuttavia dimostrato l’assenza di alcuna prova di un diretto coinvolgimento del De Ninno nella contestata violazione di sigilli, che a quel punto sarebbe dovuta emergere proprio dal sistema di video sorveglianza che aveva consentito agli inquirenti di acoprire l’indebito uso di quanto sequestrato. Potrà essergli rimproverata la violazione dei suoi doveri di custodia e di vigilanza, ha sostenuto l’avv. Aldo Ferraro, ma tale contegno colposo potrà al più configurare un illecito amministrativo, che è cosa ben diversa dal reato di violazione di sigilli aggravata, che richiedeva invece un’azione intenzionale del custode giudiziario, sorretta da dolo e non solo da colpa. Argomentazioni accolte dal Tribunale, che ha assolto Giovanni De Ninno per non avere commesso il fatto.

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